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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Oristano: pesca di ricci in area protetta

sequestro di ricci in area protetta
Nella mattinata del 22 febbraio il sistema di sorveglianza dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre, ha segnalato alla Sala Operativa del Corpo Forestale la presenza di pescatori di frodo all’interno dell’area B di riserva generale, compresa tra Turre e Seu e Maimone.

Dalle immagini video di sorveglianza sono stati ripresi F.T. 30 anni pizzaiolo di Cabras mentre in apnea esercitava, dotato di muta subacquea, la pesca del riccio di mare (paracentrotus lividus) e J.T. 20 anni, disoccupato di Cabras intento, poco distante dalla riva, ad effettuare un servizio di appostamento con l’impiego di un binocolo, allo scopo di segnalare l’arrivo di controlli o di eventuali escursionisti che potevano addentrarsi nell’area di Turre e Seu.
I ricci venivano riposti da F.T. dopo ogni immersione, all’interno di un salvagente dotato di rete che galleggiava a 50 metri dalla battigia.

Il personale del nucleo investigativo e della Stazione forestale di Oristano, immediatamente giunto sul posto intercettava i due, unitamente a V.F. 26 anni manovale di Cabras, anch’egli dotato di muta da sub, a poche centinaia di metri dal luogo mentre salivano su di un autovettura, opportunamente occultata tra la vegetazione.
Con l’impiego della motovedetta forestale della Base Navale si è potuto recuperare il salvagente rinvenendo all’interno della rete 154 ricci di cui 40 sottomisura (immediatamente rilasciati in mare), un coppo con manico ed un attrezzo metallico con due uncini utilizzato per il prelievo dei ricci dal fondale marino.

I tre pescatori, sono stati identificati e denunciati per la pesca di ricci in un’area in cui vige il divieto assoluto di pesca (Zona B di riserva generale dell’Area Marina Protetta Sinis Mal di Ventre).

Nel pomeriggio, mentre si raggiungeva l’abitazione di F.T. per la notifica del verbale di sequestro del pescato, questo - con indosso la muta subacquea - veniva intercettato a Cabras, in compagnia dei compagni di pesca, a bordo della propria autovettura diretta verso San Giovanni di Sinis.

Il personale forestale, ipotizzando che i medesimi volessero effettuare una seconda battuta di pesca, raggiungeva nuovamente la località di Turre e Seu i individuava i tre mentre si accingevano, con coppi e bacinelle, ad immergersi nuovamente in mare.

Agli stessi veniva reiterata la contestazione di pesca in zona di totale divieto, per la quale saranno deferiti all’autorità giudiziaria e dichiarati in contravvenzione per aver parcheggiato l’autovettura sulle dune litoranee, in violazione all’art 1161 del codice della navigazione e per aver lasciato a terra gli avanzi di un pasto e alcuni rifiuti.
I pescatori di frodo rischiano l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda da 103 a 12,900 €, pene raddoppiate in caso di recidiva.

Il proprietario dell’autovettura dovrà pagare inoltre una sanzione pari a 213 € per il parcheggio sulla duna, mentre a J.T. è stata contestata una sanzione di 600 € per l’abbandono dei rifiuti.

Questa volta l’azione di sorveglianza nell’area Marina Protetta, spesso difficile e improduttiva, è risultata particolarmente efficace nel contrastare persone ben organizzate che, pur di portare via la maggior quantità possibile di ricci, in piena zona B di divieto generale, si organizzano con complici a terra.
Questi ultimi, con funzione di vedetta, hanno il compito di segnalare ai pescatori di frodo e alle imbarcazioni a mare, prima dello sbarco del pescato, la presenza dei controlli da parte del personale addetto alla vigilanza.