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Spending Review. La Spisa: "Ancora prematuro determinare con precisione l'impatto della manovra sulle finanze regionali"

"Buon senso e giustizia vorrebbero che gli ulteriori sacrifici chiesti al popolo sardo (come a tutti gli italiani) in termini di tagli di risorse vadano dapprima ad incidere sui crediti vantati dalla Regione, e solo una volta che questi risultino esauriti si provveda a ridurre le compartecipazioni spettanti alla Regione". Così ha detto l'assessore La Spisa.
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CAGLIARI, 6 LUGLIO 2012 - "Nel decreto per la salvaguardia della spesa pubblica, approvato ieri in tarda serata dal Governo, sono presenti anche numerose disposizioni che colpiscono direttamente le Regioni a statuto e speciale, le province autonome e gli enti locali ubicati nei medesimi territori. Il testo definitivo del decreto, che in corso d'opera ha subito numerose modifiche ed è stato oggetto sino all'ultimo di nuove correzioni, non è ancora disponibile, risulta pertanto prematuro al momento cercare di determinare con precisione l’impatto della manovra sulle finanze regionali”. E’ quanto chiarisce il vice presidente della Regione e assessore della Programmazione Giorgio La Spisa, in merito agli effetti della Spending Review in Sardegna.
Tuttavia alla luce delle informazioni possedute e in base alle prime elaborazioni eseguite dai competenti uffici finanziari regionali gli effetti sul bilancio della Regione Sardegna potrebbero essere quelli della tabella in allegato.

A ciò si devono aggiungere il taglio dei piccoli ospedali e la riduzione della spesa farmaceutica. Particolarmente gravose appaiono poi le disposizioni che riducono ulteriormente i limiti massimi di spesa rilevanti ai fini del rispetto del patto di stabilità, determinati in misura corrispondente al concorso regionale alla finanza pubblica (ossia – 77 mil. per il 2012 , -144 mil. per il 2013 e – 231 mil. per il 2014).

"Al momento è prematura una valutazione sulla necessità di assestamento di bilancio nell’esercizio in corso - riprende La Spisa - ma nella valutazione occorre sin da ora tener conto del fatto che non sia ancora possibile fare una stima precisa delle minori entrate regionali che in teoria potrebbero essere compensate da saldi di accertamento d’entrata 2011 o dall'adeguamento delle previsione d’entrata 2012, quantificate nel bilancio della Regione in misura prudenziale, ma anche e soprattutto per il fatto che la Sardegna vanta un credito nei confronti dello Stato, certificato dalla Corte dei Conti e confermato dalle sentenze della Corte Costituzionale.

Non va infatti dimenticato, che lo Stato, che in questi giorni ha provveduto a versare nelle casse regionali un terzo del suo debito, deve ancora corrispondere alla Regione 970 milioni di euro per gli esercizi finanziari 2010 e 2011".

"La Regione Sardegna - prosegue La Spisa - non ha mai né pensato né chiesto di eludere i sacrifici richiesti a tutte le Regioni, ma si è sempre dichiarata pronta a voler concorrere al risanamento dei conti pubblici in ragione della sua capacità contributiva. Ha però sempre rivendicato con forza il rispetto dei suoi diritti e delle prerogative garantitegli dalla Costituzione ed esige da parte dello Stato la piena e immediata applicazione dell’art.8 dello Statuto e l’adeguamento dei limiti di spesa fissati per i Patto di Stabilità.

Buon senso e giustizia vorrebbero che gli ulteriori sacrifici chiesti al popolo sardo (come a tutti gli italiani) in termini di tagli di risorse vadano dapprima ad incidere sui crediti vantati dalla Regione, e solo una volta che questi risultino esauriti si provveda a ridurre le compartecipazioni spettanti alla Regione. Per quanto riguarda le riduzioni della spesa rilevante ai fini del Patto non si ritiene che questa possa essere rideterminata senza il rispetto dei principi richiamati dalla Corte Costituzionali nella sentenza 118/2012.

"Il problema - conclude il vice presidente della Regione - per le regioni speciali, si pone in questi termini: può il Governo senza neanche sentire la Regione cambiare con una legge ordinaria il regime delle entrate ignorando che questo assetto finanziario è contenuto in norme statutarie? La risposta è semplice: lo Stato non può fare questo neanche in un periodo di crisi ma deve chiamare le regioni speciali ed eventualmente trovare soluzioni dopo un confronto istituzionale che non può evitare. Questo è il motivo dei nostri ricorsi alla Corte Costituzionale".

Consulta la tabella con i possibili effetti sul bilancio della Regione Sardegna