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Cappellacci, Stato affronti questione sarda con atti politici

"Quella sarda è una questione politica e nazionale. Lo Stato deve pertanto inserirla nella propria agenda e darle la giusta considerazione con atti politici concreti, assumendo responsabilità rimaste giacenti per decenni.
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CAGLIARI, 20 LUGLIO 2013 - "Quella sarda è una questione politica e nazionale. Lo Stato deve pertanto inserirla nella propria agenda e darle la giusta considerazione con atti politici concreti, assumendo responsabilità rimaste giacenti per decenni. Noi continueremo a difenderci in ogni sede, ma se i giudizi che saranno espressi dalla Corte Costituzionale non rappresentano una preoccupazione per una Regione che anche di recente ha visto riconosciuta la fondatezza delle proprie posizioni e lo Stato soccombente, è altresì vero che è dalle sedi politiche della Repubblica che devono giungere le risposte invocate dai cittadini". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ritornando sulla questione relativa all'impugnazione della riduzione dell'IRAP da parte del Governo e sulla rivendicazione dell'autonomia sulla politica fiscale legata alla modifica dell'articolo 10 dello Statuto.

"E'necessario che intorno alla proposta di emendamento formulata dalla Regione, sulla quale è positivo che siano state avviate in sede parlamentare le prime iniziative, si sviluppi un'azione corale dei nostri rappresentanti a Roma, al di là dell'appartenenza partitica di ciascuno - sottolinea il presidente -. La modifica dell'art. 10 dello Statuto rappresenta la chiave per poter ampliare la nostra possibilità di intervenire in materia fiscale attraverso provvedimenti che possanno alleggerire il peso sopportato oggi dalle imprese e consentire alle stesse di avere più ossigeno nei polmoni per inseguire la ripresa. Tale rivendicazione è un chiaro esempio di ciò che intendiamo quando sosteniamo l'idea di una Sardegna che non chiede misure assistenziali, ma rivendica la possibilità di camminare con le proprie gambe e di competere alla pari con le altre Regioni europee, attraverso misure tese a compensare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. Lo Stato - conclude Cappellacci - non può negarci il diritto di usare le nostre forze".