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"Questione accise" in Consiglio. Paci: "Non ha fondamento giuridico"

"La richiesta sulle accise non ha alcuna possibilità di avere successo in un eventuale vaglio della Consulta, perché lo strumento normativo utilizzato, cioè la norma che lo Stato ha impugnato, non è idoneo a raggiungere l'obiettivo, in quanto viziato da illegittimità." Evidenziando la complessità dell'argomento, Raffaele Paci ha spiegato che “la posizione della Giunta si basa sul motivato parere dei dirigenti e dell'ufficio legale della Regione, rafforzato da quello di esperti giuristi e costituzionalisti.
CAGLIARI, 23 APRILE 2014 - Respinta oggi in Consiglio Regionale la mozione presentata dalla minoranza di centrodestra per rilanciare la cosiddetta "questione accise", la richiesta di trasferimento di quote alla Sardegna che è stata impugnata dal Governo. La linea della Giunta, portata all'attenzione del Consiglio dall'Assessore della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci, è quella della non opposizione all'impugnativa del Governo che considera incostituzionale la norma della finanziaria 2014 con cui la Sardegna rivendica entrate per un miliardo di euro dalle imposte su prodotti petroliferi fabbricati nell'isola, con riferimento alla raffineria Saras di Sarroch.

Nel suo intervento a nome dell'Esecutivo Raffaele Paci ha sottolineato che nei rapporti con lo Stato non ha senso "aprire un conflitto solo per il gusto di aprirlo. Non esistono governi amici o nemici, esistono i diritti della Sardegna", ha proseguito. "Fino all'ultimo saremo impegnati a farli rispettare, e per riuscirci dobbiamo essere credibili. Rendere credibile l'Istituzione che rappresentiamo significa portare avanti questioni che partono da considerazioni di legittimità. Il problema prioritario in questo momento è avere la possibilità di spendere soldi che sono nostri, cioè ottenere l’adeguamento del patto di stabilità, cui leghiamo l’istituzione della nostra Agenzia delle Entrate. La campagna elettorale è finita e questa è una battaglia in cui dovremo essere tutti uniti. Domani saremo a Roma alla Ragioneria dello Stato, da cui non è mai stata ottenuta la quantificazione dell'anomalia riconosciuta alla Sardegna. Chiederemo questo con forza, e chiederemo in che modo possiamo ottenere gli allentamenti del patto cui avevamo diritto per gli anni precedenti." Rispondendo nel merito alla mozione portata in Aula, l'Assessore ha specificato: "La richiesta sulle accise non ha alcuna possibilità di avere successo in un eventuale vaglio della Consulta, perché lo strumento normativo utilizzato, cioè la norma che lo Stato ha impugnato, non è idoneo a raggiungere l'obiettivo, in quanto viziato da illegittimità." Evidenziando la complessità dell'argomento, Raffaele Paci ha spiegato che “la posizione della Giunta si basa sul motivato parere dei dirigenti e dell'ufficio legale della Regione, rafforzato da quello di esperti giuristi e costituzionalisti. È bene inoltre ricordare - ha proseguito - che le accise non sono una tassa di scopo, non servono ad abbattere l'inquinamento Battiamoci, invece, per averne una sulle industrie chimiche. Mischiare le cose non ci porta a nulla.". L'Assessore Paci ha poi chiarito che l’impugnativa dello Stato non crea problemi al bilancio della Regione, dove non è prevista alcuna entrata per quanto riguarda le accise, "a riprova che anche il passato Governo regionale sapeva che questa norma non aveva fondamento giuridico".

Dopo la chiusura dei lavori del Consiglio Regionale, il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha rilasciato una breve dichiarazione. "Le battaglie per i nostri diritti non possono essere ridotte a mosse pre-elettorali, per giunta impostate male", ha detto il Presidente Pigliaru. "Non è questo il modo di rappresentare i diritti della Sardegna, con richieste prive di qualunque fondamento giuridico e portate avanti in modo velleitario e demagogico. Nei rapporti con lo Stato si devono seguire le vie procedurali corrette, che sono quelle determinate dal nostro Statuto e che sono le uniche che ci permettono di raggiungere l’obiettivo e ottenere ciò che ci spetta. Esercitare la nostra autonomia in maniera responsabile significa anche questo."