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Ambiente, piano per cave di Orosei. Il Presidente Solinas: "Soluzione attesa da anni per valorizzare il settore"

Il Piano era stato presentato nel 2018 da alcune società operanti nel comparto estrattivo di Orosei, armonizzando i singoli progetti di coltivazione e di recupero ambientale, con l’obiettivo di garantire una razionale prosecuzione delle attività di cava e un organico e progressivo risanamento morfologico e paesaggistico del polo estrattivo.
Cagliari, 7 maggio 2021 – “Nel 2008, la Regione aveva posto le basi per trasformare una situazione di potenziale svantaggio, dovuta alla presenza di molteplici operatori non coordinati tra loro, in un’opportunità di crescita, con azioni sinergiche per valorizzare i prodotti nei mercati, sempre nel rispetto e nella tutela dei valori ambientali e paesaggistici. Dopo anni di attesa, con l’approvazione del Piano, abbiamo sbloccato la situazione, creando le condizioni per lo sviluppo di un settore economico molto importante per quel territorio e la valorizzazione dell'intero comparto”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, della delibera riguardante il ‘Piano di completamento della coltivazione e di riqualificazione ambientale del comparto delle cave’ situate nel territorio di Orosei in località Canale Longu, Oroe, Su Cuccumiau e Su Cotticone.

Il Piano era stato presentato nel 2018 da alcune società operanti nel comparto estrattivo di Orosei, armonizzando i singoli progetti di coltivazione e di recupero ambientale, con l’obiettivo di garantire una razionale prosecuzione delle attività di cava e un organico e progressivo risanamento morfologico e paesaggistico del polo estrattivo. Il Piano, coerente con quanto stabilito dalla Regione nel 2008, dovrà comunque recepire alcune prescrizioni ambientali, sulle quali vigileranno il Comune di Orosei, la Provincia di Nuoro, il Servizio attività estrattive e recupero ambientale, il Sevizio tutela del paesaggio Sardegna centrale, il Servizio del Genio civile di Nuoro, il Corpo forestale e l'Arpas.

“In particolare – ha aggiunto l'assessore regionale della Difesa dell'ambiente, Gianni Lampis – la valutazione ambientale singola e complessiva dei diversi progetti, in coerenza col Piano e in armonia coi principi dell’economia circolare, favorirà forme di collaborazione tra le aziende del comparto per ottimizzare la produzione, massimizzando il riutilizzo e creando un nuovo valore aggiunto e favorendo il riequilibrio ambientale e paesaggistico del territorio”.

Il Piano prevede, oltre la costituzione di un 'Centro consortile per la valorizzazione e la logistica dei lapidei destinati a seconde lavorazioni' (previsto nel Piano straordinario di rilancio del Nuorese), la realizzazione di una struttura di imbarco, per ridurre i costi di trasporto dei materiali di grossa pezzatura, attrezzando uno dei bracci a mare del porticciolo ad Osala; la riconversione a Parco museale a cielo aperto di un'area di circa 4 ettari di proprietà comunale all’interno del comparto, con un punto ristoro ed una sala dedicata ad attività didattica, proiezioni e convegni; la costruzione, mediante l'impiego degli sfridi di lavorazione, di una barriera subacquea artificiale per il ripopolamento faunistico. Inoltre, sarà realizzato un costante monitoraggio delle azioni previste per valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, con l'adozione di eventuali adeguamenti. AI termine del periodo stimato per la completa attuazione del Piano, pari a 10/12 anni, pur prevedendo un'eventuale revisione dopo cinque anni, è previsto il suo aggiornamento, tenendo conto, oltre che degli obiettivi raggiunti, degli effetti della realizzazione nel nuovo tracciato della S.S. 125 (prevede il bypass del comparto estrattivo); dell'espansione raggiunta dal polo industriale di Galtellì; dell’operatività del Centro consortile; della realizzazione di alcune nuove infrastrutture idrauliche.

Nel periodo considerato per la completa attuazione del Piano è prevista la coltivazione di circa 6 milioni di metri cubi, con una estrazione annua, a regime, di circa 500mila metri cubi, di cui il 40% commercializzabile sotto forma di blocchi di varia qualità, di informi o come prodotto lavorato in stabilimento. La produzione di sfridi è stimata in circa 3,4 milioni di metri cubi, ai quali vanno sommati circa 600mila da rimuovere dalla discarica comunale di Santa Rughe. La gestione degli sfridi sarà attuata dal Centro consortile, ampliando il mercato dei sottoprodotti di estrazione: per esempio, come utilizzo nel campo delle costruzioni, granulometrie più grosse impiegabili per le opere marittime, materiali fini e finissimi usati in numerosi campi Industriali.