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Compiti

Il bilancio di metà mandato della Giunta Regionale che presiedo è un momento di grande importanza, che mi consente di tracciare il percorso fin qui fatto in un arco di tempo considerevole (2 anni e mezzo), ma anche di individuare, per il tempo restante, le linee guida che ispireranno l’azione di Governo della Regione Sarda, sia per realizzare quanto è stato “messo in cantiere” fino ad oggi, sia per aprire nuove strade che ci consentano, nel tempo rimanente della Legislatura, di mettere in atto quanto è ancora in decisione e in programmazione.
Governare in un momento così drammatico, segnato da una pandemia che ha sconvolto i sistemi non solo sanitari, ma anche economici e in buona parte sociali del mondo intero, non è stata certamente impresa facile. Una Regione fragile come la nostra rischiava seriamente di essere spazzata via dalla crisi mondiale, e con essa un tessuto economico e produttivo ancora debole e sofferente, per problemi endemici e mai risolti, e per il mancato riconoscimento, da parte dello Stato e dell’Unione, di quei supporti economici cui la Sardegna ha diritto per vedere finalmente compensati i problemi derivanti dalla propria condizione insulare.
Da questo rapporto di metà mandato sono convinto possano emergere, insieme a qualche ombra, molte luci che la Sardegna ha saputo accendere e tenere vive anche in questo momento così difficile della storia; credo anzi che, in realtà, le luci siano più fulgide del passato, e ci consentano di guardare al futuro con fiducia e con la realistica e ragionevole attesa di una fase di rilancio e di sviluppo.
Dai conti della Regione, emerge un netto miglioramento in atto nella gestione generale, in particolare per l’abbattimento del disavanzo, e una inversione di tendenza decisiva ottenuta dal governo regionale nella vertenza entrate con lo Stato e nella battaglia per il riconoscimento e la compensazione dei maggiori costi derivanti ai sardi dalla condizione di insularità.
Nel corso della recente celebrazione del giudizio di parificazione, la Corte dei Conti della Sardegna, pur evidenziando alcune criticità ancora presenti, ha riconosciuto il valore delle scelte operate dalla Regione, in una fase profondamente segnata dagli effetti della pandemia che ha dettato la necessità di azioni emergenziali in grado di fronteggiare l’impatto socioeconomico, oltre che sanitario, dell’emergenza pandemica.
In particolare, inorgoglisce il netto miglioramento della situazione di disavanzo, che rispetto all’esercizio 2019 segna una riduzione del saldo negativo di 333 milioni di euro, avviandosi all’azzeramento.
La posa di una pietra miliare nella lunga e ardua storia della “vertenza entrate” condotta con lo Stato è tra le più grandi soddisfazioni da me ottenute in questa prima fase della Legislatura.
L’accordo del 7 novembre 2019, siglato con il Governo dopo molti anni di attesa e di giuste rivendicazioni della Sardegna, modificato il 20 luglio 2020, ha portato alle finanze regionali un importo, a titolo di acconto, di 473 milioni di euro oltre 1,5 miliardi di risorse per investimenti. Il nuovo accordo raggiunto con il Governo nell’ottobre 2021 ha ridefinito in 306,4 milioni annui il contributo della Sardegna alla finanza pubblica, con un risparmio per i cittadini sardi di circa 230 milioni all'anno rispetto alla situazione iniziale.
Mi sono speso fin da principio ed in prima persona su questa fondamentale partita, che ha consentito di liberare risorse del nostro bilancio da investire nei vari settori d'intervento per un rilancio complessivo dell'economia regionale e per dare risposte concrete alle categorie ed ai territori.
Anche i primi risultati concreti della nostra battaglia per il riconoscimento degli acconti sulle compensazioni degli svantaggi permanenti e dei maggiori costi che in Sardegna si sopportano in ragione della condizione insulare debbono essere ricordati.
Finalmente, viene dato atto dell’attribuzione alla Regione dei primi 100 milioni di euro all’anno, a titolo di acconto, a seguito dell'accordo sottoscritto con il Governo.
Numerosi sono i risultati ottenuti in favore del mondo del lavoro, per il quale la Regione si è spesa con l’obiettivo di non abbandonare alcun lavoratore colpito dalla crisi delle imprese; negli investimenti per l’alta tecnologia e il green, per la salvaguardia del nostro ambiente, per il rilancio delle grandi opere pubbliche e dell’edilizia privata, per restituire ai cittadini e alle imprese, nel pieno rispetto dell’ambiente, l’opportunità di riacquisire diritti e certezze.
Siamo la Regione che, in Italia, ha investito maggiori risorse proprie per combattere gli effetti economici della pandemia, e gli indicatori positivi confermano la validità delle scelte adottate, così come lo conferma la tenuta del settore turistico, tornato nel 2021 quasi ai livelli pre-covid.
Stiamo investendo nella cultura e nella valorizzazione della nostra identità, di cui siamo custodi orgogliosi e devoti. Disponiamo di un immenso patrimonio storico e archeologico che attende di essere salvaguardato e valorizzato, affinché possa rappresentare un forte motore di sviluppo economico. La creazione della Fondazione di Mont’e Prama e la conquista degli spazi in lingua sarda nei palinsesti della Rai rappresentano, a questo proposito, due traguardi storici dei quali siamo particolarmente orgogliosi.
Ma investire nella cultura e nel sapere significa anche investire nella scuola e nell’Università; e lo stiamo realizzando, mettendo in campo risorse mai viste prima per incrementare le borse di studio, sostenendo con ogni mezzo il mondo accademico e gli studenti che ne sono il bene più prezioso, nella certezza che, con il giusto sostegno, molti di loro sceglieranno di valorizzare in Sardegna le competenze acquisite.
Siamo finalmente una Regione che assume nuovo personale. Una buona notizia per la Sardegna, per molti giovani e per la pubblica amministrazione, che finalmente può coprire gradualmente i gravi vuoti di organico causati dal blocco del turn over e dalla mancata indizione di concorsi pubblici. Grazie a questa imponente campagna di concorsi pubblici molti giovani sardi possono vedere finalmente valorizzata la loro preparazione, mettendo competenza, capacità e voglia di impegnarsi a disposizione del settore pubblico e, conseguentemente, della collettività.
Dopo le 1587 assunzioni effettuate nel settore sanitario – complessivamente sono stati programmati dalla Giunta 5127 nuovi contratti a tempo indeterminato entro il 2023 -, anche il settore tecnico e amministrativo offre opportunità. Sono per ora 1155 i posti disponibili, già assegnati o in via di assegnazione per effetto di concorsi banditi e in fase di conclusione.

La Sardegna può oggi, dunque, vedere nel proprio futuro più luci che ombre, come testimonia il report pubblicato recentemente da Bankitalia, che evidenzia numerosi e qualificanti aspetti positivi dell’andamento dell’economia.
A questa fase di rilancio, la Regione continuerà ad assicurare un impulso forte e costante, che passa in modo determinante per il percorso di risanamento dei conti pubblici avviato da questa amministrazione.
Tutti gli sforzi della struttura regionale sono oggi orientati al superamento della crisi pandemica, per assicurare il massimo sostegno al tessuto produttivo sardo, per il quale la fase di rilancio è già iniziata.
Molti cittadini, che incontro per strada, mi incitano ad andare avanti augurandomi buon lavoro. Da parte mia, di tutta la Giunta Regionale e di tutta la macchina amministrativa della Regione Sarda, questo incoraggiamento, insieme alle critiche e ai suggerimenti, e la più forte sprone per moltiplicare l’impegno che quotidianamente viene profuso, per assicurare alla nostra amata Sardegna un futuro di progresso, di sviluppo, di pace.

Christian Solinas

Consulta il bilancio di metà mandato [file.pdf]