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Vertenza Sardegna: Cappellacci diffida e mette in mora lo Stato


"La Sardegna - ha dichiarato il Presidente - non sta chiedendo misure assistenzialistiche, ma rivendica ciò che ad essa spetta di diritto in base alle norme vigenti. La Regione che aveva preannunciato l'iniziativa durante la riunione del Consiglio Regionale del 16 Maggio - ritiene indifferibile l'ottenimento delle somme dovute e fondamentali per affrontare una situazione di grave crisi economica".

ROMA, 24 MAGGIO 2012 - La Regione diffida i competenti uffici e organi dell'amministrazione statale e per essi il presidente del Consiglio, il Ministero dell'Economia e la Ragioneria Generale dello Stato con contestuale messa in mora a voler provvedere al riconoscimento delle maggiori entrate e all'attribuzione, entro 30 giorni, delle somme dovute. E' il contenuto della diffida e messa in mora annunciata stamane a Roma da parte del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, durante l'incontro con il ministro per gli Affari Regionali e che in giornata sarà notificata dall'ufficiale giudiziario al presidente Monti. "La Sardegna - ha dichiarato il presidente - non sta chiedendo misure assistenzialistiche, ma rivendica ciò che ad essa spetta di diritto in base alle norme vigenti".

L'atto fa riferimento anche a due sentenze della Corte Costituzionale: la prima (n. 99 del 2012), che ha dichiarato inammissibile il ricorso promosso dallo Stato contro la Finanziaria Regionale, dimostra che la Regione può fare affidamento sulle entrate derivanti dall’art. 8 dello Statuto sardo, che può e deve contabilizzarle; la seconda (n. 118 del 2012, riguardante il patto di stabilità, ha confermato che lo Stato è tenuto a prendere atto delle maggiori risorse regionali risultanti dall’entrata in vigore dell'art.8.

"La Regione - ha dichiarato il presidente, che aveva preannunciato l'iniziativa durante la riunione del Consiglio Regionale del 16 Maggio - ritiene indifferibile l'ottenimento delle somme dovute e fondamentali per affrontare una situazione di grave crisi economica. Poiché dal tavolo tecnico avviato con il Governo Monti emerge un atteggiamento dilatorio, si rende necessario ancora una volta far seguire alle iniziative di carattere politico il ricorso alle vie legali per far valere quelli che sono diritti e che non possono essere degradati a benevole e ipotetiche concessioni. L'intenzione di confondere la questione relativa entrate con il federalismo - ha dichiarato il presidente, motivando l'uscita dal tavolo convocato oggi in via Stamperia per discutere di federalismo- non è accettabile". Cappellacci infine ricorda l’appello rivolto al presidente della Repubblica: “Il rappresentante dell'unità nazionale ha svolto in questi mesi un ruolo di impulso e di garanzia rispetto al percorso istituzionale avviato. Auspico un suo autorevole intervento - ha concluso il presidente della Regione- per scongiurare quella che sta assumendo i connotati di una vera e propria secessione al contrario".

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Ultimo aggiornamento: 24.05.12

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