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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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BOZZA Storia delle foreste demaniali della Regione Sarda
Caserma Forestale Fiorentini "A. Morelli"
Ultimo aggiornamento: 21/04/2008

Tratto da "L'ambiente Naturale in Sardegna"
Le foreste demaniali della Regione Sarda
L’Azienda delle Foreste Demaniali della Regione Sarda è stata istituita con L. R. 29 febbraio 1956. n. 6 con lo scopo immediato iniziale di ricevere in consegna ed amministrare i complessi demaniali ubicati nell’Isola, che precedentemente erano stati condotti in gestione dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, e nel contempo per curare il mantenimento del patrimonio forestale della Regione, migliorandolo ed ampliandolo, e per assolvere gli altri compiti istituzionali connessi con le varie problematiche di interesse boschivo e montano enunciate nello Statuto dell’Ente che, approvato in uno con la Legge regionale dianzi citata, è stato successivamente modificato ed adeguato per effetto della L. R. 5 luglio 1972 n. 19.
Il patrimonio immobiliare recepito dallo Stato era di complessivi Ha 26.247 e composto da dodici foreste demaniali come da denominazioni ed estensioni seguenti:
1) Settefratelli (Cagliari) Ha 3.893
2) Campidano (Cagliari) Ha 1.083
3) Pula (Cagliari) Ha 5.351
4) Montimannu (Cagliari) 1-la 1.536
5) Montarbu (Nuoro) Ha 1.635
6) Montes (Nuoro) Ha 4.635
7) Goceano Sez. Bultei (Sassari) Ha 1.571
8) Goceano Sez. Anela (Sassari) Ha 1.046
9) Goceano Sez. Bono-Bottidda (Sassari) Ha 1.829
10) Monte Olia (Sassari) Ha 1.419
11) Sos Littos-Sas Tumbas (Nuoro e Sassari) Ha 1.878
12) Monte Lerno (Sassari) Ha 37
Nel trentennio trascorso dalla sua istituzione ad oggi l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Sarda ha provveduto a coltivare e gestire non solo il suddetto patrimonio immobiliare trasferito dallo Stato ma anche tutti gli altri territori che nel corso degli anni è venuta acquisendo, taluni in ampliamento - a macchia d’olio - delle predette foreste demaniali ed altri in differenti ubicazioni per la formazione di nuovi compendi forestali.
L’incremento di territorio demaniale conseguito in questi primi trent’anni di vita del regionale delle foreste è stato cospicuo avendo riguardato una superficie complessiva di Ha 35.859, ed essendo stata quindi più che raddoppiata l’estensione iniziale che era, come si è detto poc’anzi, di Ha 26.247, mentre attualmente ammonta ad Ha 62.106, ed essendo pressoché triplicata. in termini di numero di complessi, la consistenza dei nuclei boschivi gestiti dall’AFDRS.
Ma oltre a tale ampliamento patrimoniale realizzato mediante acquisti da comuni e da privati nonché per effetto di trasferimenti di terreni boscati e/o a vocazione forestale posseduti dall’ERSAT, è stato introdotto l’istituto della presa in gestione di territori di proprietà comunale.
Questa forma di conduzione è da praticarsi per la durata di almeno trenta anni durante i quali l’Azienda è impegnata ad eseguirvi tutte le necessarie opere di sistemazione territoriale, di rimboschimento e/o di ricostituzione boschiva ed inoltre i successivi lavori di ordinaria manutenzione e gestione.
Tale formula di gestione di territori comunali ha avuto sinora applicazione nelle province di Cagliari, Nuoro e Oristano ed ha consentito di costituire complessi boschivi in concessione rispettivamente per Ha 3.623 (nei Comuni di Muravera, San Vito e Villasalto). Ha 2.625 (Comuni di Torpè, Lodè. Dorgali e Tonara) ed Ha 763 (Comuni di Santulussurgiu e Cuglieri) e quindi complessivamente per Ha 7.011.
Prima di illustrare singolarmente, provincia per provincia, le tenute demaniali di proprietà della Regione Sarda ed i compendi di proprietà comunale in gestione da parte dell’Azienda Forestale, sarà opportuno fare un sommario cenno sugli aspetti operativi più essenziali nei quali si è incentrata e si esplica l’attività dell’ A F D R S.
Nei territori di recente acquisizione, che in linea di massima si presentano nudi ovvero più o meno scarsamente ricoperti da formazioni della macchia mediterranea, nonché in certe zone deva state da incendi, l’attività fondamentale è ovviamente rappresentata dal rimboschimento e dalla cosiddetta ricostituzione boschiva dei soprassuoli degradati ad integrazione degli interventi di base a carattere prettamente forestale, vi è tutto un altro gruppo di lavori e di servizi che si riferiscono alle infrastrutture: strade di accesso ed interne ai comprensori di rimboschimento, recinzioni, viali antincencendi, costruzione o ripristino di fabbricati di servizio, etc.
I rimboschimenti sono eseguiti secondo le tecniche più idonee sia per quanto concerne il sistema di lavorazione e preparazione dei terreni e sia per la semina o la messa a dimora delle piantine: dopo un’accurata valutazione dei vari fattori ecologici delle diverse stazioni d’intervento si è cercato per quanto riguarda la scelta della specie legnosa di seguire un indirizzo naturalistico, secondo i dettami e le raccomandazioni della moderna selvicoltura, tendendo ove possibile alla formazione di popolamenti misti di conifere e di latifoglie locali.
Le ricostruzioni boschive sono state e vengono condotte con la finalità di rinvigorire e ridare efficienza alle formazioni boschive naturali, generalmente cedui di leccio e formazioni a macchia-foresta. specialmente in quei casi obbligati di soprassuoli devastati da incendio, il recupero dei quali conseguibile attraverso le de terminate tecniche ricostitutive.
I soprassuoli boschivi, sia quelli di nuovo impianto e sia quelli ricostituiti, sono assistiti nella loro evoluzione con le più appropriate operazioni colturali: dai risarcimenti delle fallanze talvolta manifestatesi dopo l’impianto, ai diserbi e decespugliamenti della vegetazione infestante, dagli sfolli alle potature, etc.
A complemento delle suddette operazioni tipicamente forestali si realizzano e si curano varie opere infrastrutturali necessarie per una più razionale gestione dei territori demaniali con finalità che, caso per caso, sono rivolte ad assicurarne la conservazione e l’ammodernamento (nel caso delle caserme e delle altre varie strutture edilizie), l’efficienza e la percorribilità (ad es. per la viabilità di servizio), l’economica produzione di piantine e di materiali d’opera (nel caso della coltivazione dei vivai e per quanto riguarda l’esercizio dei vari tipi di officine e laboratori di servizio), la tutela antincendi (ad es. per i viali parafuoco e per i vari presidi idrici per lo spegnimento degli incendi, condotte d’acqua, vasconi, laghetti, etc.), opportuno infine dare alcune sintetiche note d’informazione sulle cosiddette «attività integrative» che vengono esercitate nelle tenute demaniali della Regione a supporto e complemento delle iniziative “tradizionali” di stampo marcatamente forestale.
Esse spaziano: nel campo del recupero ambientale faunistico mediante la realizzazione di centri di allevamento e acclimatazione di cervi, mufloni e daini (ne esistono nelle ffdd. di Is Cannoneris, Pixinamanna, Montarbu, Montes, Filigosu, Monte Olia, Monte Limbara, Sos Littos-Sas Tumbas oltre che nei complessi di Villasalto, Santulussurgiu, etc.) centri mirati non già alla costituzione di semplici recinti a guisa di esposizioni zoologiche, ma alla riproduzione di quegli animali per la loro successiva, graduale rimessa in libertà a ripopolare i boschi pubblici e privati della Sardegna e, come già avvenuto con l’invio di un primo nucleo di «cervi sardi», finanche della Corsica: nel campo delle produzioni, a fini di commercio e promozionali, dì mieli monoflorali e poliflora provenienti dalle essenze tipiche della flora di collina e di montagna, di piante officinali, etc. nel settore della promozione del turismo e dell’attività campeggistica in montagna (esistono oasi campeggistiche autodisciplinate nelle ff.dd. del Goceano — Fiorentini, Forest’Anela e Monte Pisanu —, di Monte Olia, Settefratelli, Marganai. Montinannu, Montarbu, etcc.): nel settore della collaborazione con le strutture scolastiche e della promozione sulle conoscenze naturalistiche e paesaggistiche (organizzazione e assistenza in visite guidate ai più rappresentativi complessi demaniali ed ai musei naturalistici apprestati a Settefratelli e M. Pisanu).

C. Arrica