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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Sambuco
Sambuco, foto da Digital Library
Sambucus nigraL.
Famiglia: Caprifoliaceae
Nome sardo: Sauccu, Sambucu, Samuccu badesu

Corologia: Diffuso in Europa centrale e meridionale ed Asia occidentale. In Italia si trova in tutto il territorio. Tipo corologico: Europeo-Caucasico.

Descrizione: Arbusto o piccolo alberello alto 5-8 metri, a rami grossi, corteccia bruna, tuberosa, screpolato-scagliosa; rami giovani verdi con lenticelle longitudinali a midollo molto sviluppato. Foglie opposte, caduche, composte con 3-7 foglioline, ovato-oblunghe, acuminate, con margine dentato. Fiori piccoli, ermafroditi, odorosi, bianchi e giallastri in infiorescenza ombrelliforme. Il frutto è una drupa lucida, sferica, bruno violacea a maturità contenente tre piccoli noccioli.

Fenologia: Fioritura in aprile-giugno.

Habitat: Specie diffusa dal livello del mare fino ai 1400 metri di altitudine, indifferente al substrato. E’ una pianta eliofila che vive nei luoghi freschi e lungo i corsi d’acqua, nei boschi e nelle siepi.

Forma biologica: Microfanerofita

Usi e curiosità: Il nome Sambuco deriva da “sambuca”, strumento musicale costruito in antichità proprio con il suo legno. In fitoterapia il Sambuco viene utilizzato per lenire e curare problemi all’apparato digerente, respiratorio, urinario ecc. Occorre prestare attenzione perché le foglie fresche e i frutti non maturi sono velenosi. I frutti contengono una sostanza (cianidina) di colore rosso che trova impiego nel settore alimentare e per tingere tessuti. Si riproduce per seme o per talea. Specie che si mpresta bene alla costituzione delle siepi. In passato, in alcune zone della Sardegna, si utilizzava il ramo del sambuco per curare le ustioni dei bambini compiendo tre croci sulla parte interessata e recitando per tre volte una frase apposita.