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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Macchia e bosco

sezione macchia e bosco
La macchia appare come una distesa sempreverde cangiante, in primavera le fioriture esplodono di colori: bianco e rosa dei cisti e delle eriche, giallo delle ginestre, rosso dell’euforbia, azzurro del rosmarino.
E’ costituita da un fitto intreccio di cespugli e rami: arbusti e alberelli, in genere ramificati dalla base, che non superano in altezza i 4 metri; quest’ambiente è reso ancora più denso, intricato e pressoché impenetrabile dalla presenza di molte lianose.
Il bosco è costituito da piante ben differenziate in fusto e chioma che superano i 5 metri di altezza.
Alcuni boschi sono ricchi di sottobosco come le sugherete, altri ne sono pressoché privi come le leccete che hanno poche specie erbacee di “corteggio”, ad esempio il ciclamino.
Il bosco presenta attualmente i segni dello sfruttamento delle risorse forestali originarie da parte dell’uomo: potrebbe essere inteso come una “foresta addomesticata".

Già nella preistoria, quando l’uomo sviluppò la caccia, venivano appiccati incendi per spaventare la selvaggina e convogliarla verso le zone in cui poteva essere abbattuta.
Successivamente il fuoco venne utilizzato per favorire la crescita delle specie erbacee utili al bestiame e alle prime attività agricole. Questo intervento, nel tempo, ha portato a una riduzione delle superfici boscate. La vegetazione forestale, distrutta dagli incendi, non sempre, e molto lentamente, rievolve verso le condizioni originarie, talvolta dà luogo a formazioni vegetali diverse.

Tutte queste formazioni garantiscono una buona copertura e un ottimo apporto di humus al suolo rendendolo ricco e protetto dall’erosione.
La vegetazione forestale è caratterizzata dalle querce: leccio e sughera, spesso associate, costituiscono boschi di sclerofille sempreverdi, mentre la roverella, che occupa ambienti più freschi, perde le foglie nel periodo invernale. In aree montane nei boschi di roverella e leccio si inseriscono specie pregiate, veri e propri “relitti vegetali” per il nostro clima, quali l’agrifoglio, il tasso,l’acero trilobo. Boschi primari, mai attaccati dal fuoco e/o dai tagli, sono rari e ridotti a piccoli lembi.

Una di queste è la macchia, che si esprime in varie composizioni floristiche, determinate da numerosi fattori ambientali: l’aridità, l’altitudine e le caratteristiche del terreno fanno sì che si sviluppino alcune specie vegetali invece che altre.

La macchia mediterranea ad esempio è caratterizzata da specie che ben tollerano le condizioni
ecologiche generali delle zone costiere, rappresentandone la vegetazione tipica. Alcuni tipi di macchia si possono considerare invece fasi dinamiche di altre tipologie vegetali e contengono in sé gli elementi che, in assenza di fattori limitanti, riporterebbero al bosco originario.

In molti casi l’uomo è intervenuto con i rimboschimenti, prima con specie pioniere nelle aree molto degradate, e poi con specie definitive. Molti territori, oggi, sono ricoperti da conifere: pino domestico, pino d’Aleppo, pino marittimo e, in montagna, pino nero.

Sono invece di natura spontanea alcune pinete a pino d’Aleppo e pino marittimo.
La ventosità infine influenza il portamento delle piante, modificandone la chioma con effetti che ben caratterizzano i nostri paesaggi.

La distinzione tra animali di macchia e bosco non è sempre netta e la ricca fruttificazione autunnale funge da richiamo anche per animali che abitualmente popolano altre zone.

Querce, corbezzolo, mirto, ginepri, alaterno, filliree, lentisco offrono cibo oltre che agli ungulati anche agli uccelli. Molti uccelli, favoriti dal clima mite, svernano nella macchia o nel bosco, dove, anche in inverno, riescono a reperire nutrienti.

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