Le aree umideSono ambienti in bilico tra terra e mare, racchiuse da dune o separate dal mare da depositi litorali favoriti da un lato de correnti e dal moto ondoso del mare e dall’altro dalla presenza dei fiumi che portano sedimenti.
A seconda della salinità e dello scambio di acqua da e verso il mare, si formano gli stagni, che ricevono l’acqua dal mare solo in eventi eccezionali o le lagune che possiedono ampi collegamenti perenni con il mare aperto.
Le acque non sono dolci né marine, ma “salmastre”, caratteristica che conferisce a questi habitat un’unicità esaltandone la valenza naturalistica, ma riducendo la biodiversità della fauna acquatica, che è abbastanza modesta a causa delle difficili condizioni di adattamento. Il numero di individui delle poche specie presenti è al contrario notevole contro le specie che si sono adattate.
Il tasso di salinità delle acque può essere inferiore a quello del mare, sia per l’afflusso delle acque dolci dei fiumi, sia per gli importanti apporti delle piogge.
I collegamenti a mare possono avvenire attraverso semplici sbocchi sotterranei causando un aumento di salinità degli stagni, che in estate, sia per l’evaporazione sia per lo scarso afflusso di acque dolci, danno luogo a zone completamente asciutte.
il Parco Naturale Regionale di Molentargius Alcune aree umide della Sardegna hanno una notevole estensione, come il Parco Naturale Regionale di Molentargius che rappresenta una delle aree umide più importanti d'europa (zona umida di importanza internazionale ai sensi della “convenzione di Ramsar”).
Lo stagno, compreso all’interno dell’area metropolitana di Cagliari, e’ sito di sosta, svernamento e nidificazione di numerose specie di uccelli: in questo scenario, tra i vertebrati più appariscenti, il fenicottero rosa ha dimostrato una notevole capacità adattativa, dal 1993 l’area umida è diventata un importante sito di nidificazione della specie.
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