Inquadramento geografico e amministrativoProvincia: Sassari
Comuni: Bono e Bottida
Superficie: 2210,4 ha così ripartiti:
- 2044,0 ha concessione dalla RAS per 99 anni di cui:
- 1579,8 ha in comune di Bono
- 464,2 ha in comune di Bottidda
-166,4 ha occupazione temporanea, in comune di Bono
Comunità montana: n. 7
Complesso forestale di afferenza:
GoceanoTelefono/fax : 079 790240
montepisanu@enteforestesardegna.itDescrizione generaleIl paesaggio vegetale è dominato dalla
Roverella che si spinge fino alle quote più elevate, oltre i 1000 metri. Qui, le querce hanno un portamento cespuglioso e sono intercalate da piccole praterie montane. Alle quote più basse la roverella si associa alla sughera e/o al leccio. Nei
cedui di roverella in cui erano stati a suo tempo impiantati il cedro dell’atlante e il pino nero sono iniziati da alcuni anni gli interventi di rinaturalizzazione e recupero ambientale con l’eliminazione parziale o totale delle conifere. Nel versante Est del
Monte Rasu (1.259 m.s.l.m.) coesistono formazioni di Roverella ed Acero minore; la presenza di queste caducifoglie caratterizza, con il cambiamento della colorazione delle foglie, il paesaggio del periodo autunnale.
La
Sughera prevale nella fascia compresa fra i 700-900 metri, spesso consociata con roverella e/o leccio; da segnalare in località
Pedra Ruias una sughera monumentale.
In località
Sos Nibberos un biotopo di tassi millenari è stato dichiarato, monumento naturale con decreto n. 24 del 29 gennaio 1994 dall’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna.
Presso la casa forestale si trova il
Centro Servizi di supporto all’educazione ambientale e alla visita della foresta, dove è possibile trovare tutte le informazioni relative ai luoghi: sono infatti disponibili per la consultazione, le carte topografiche I.G.M. al 25.000 e una bibliografia essenziale.
Aspetti climaticiIl clima di questa zona è nettamente bistagionale, con un periodo autunno-inverno abbastanza piovoso e una stagione primavera-estate quasi completamente asciutta. Di conseguenza si verificano periodi di siccità con ovvi riflessi sulla vegetazione. L'aridità estiva è molto spesso aggravata dalla notevole ventosità che a volte è presente su diverse parti del territorio.
Piuttosto bassa è la frequenza e la persistenza delle precipitazioni nevose. Per avere un termine di confronto, conviene ricordare che nelle zone montane della Sardegna centrale le frequenze medie annue non superano i 5-10 giorni.
Numerosi sono invece i giorni con brina sia in autunno che in primavera. Poco frequenti sono i temporali che di solito si verificano durante l'estate. I mesi più freddi sono gennaio, febbraio e dicembre, mentre quelli più caldi sono luglio e agosto.
Aspetti geopedologiciSi possono osservare terreni di origine vulcanica e depositi clastici a debole cementazione, permeabili nelle zone molto fratturate ed in genere negli strati superficiali, poco permeabili laddove la roccia e rimasta salda e compatta.
I suoli derivati da scisti cristallini sono presenti un pò ovunque nel territorio, risultano poveri di scheletro, di sostanze argilliformi e di calcio, ma ricchi di potassa e con un discreto contenuto di anidride fosforica.
Aspetti vegetazionaliIl paesaggio vegetale è dominato dalla
Roverella che si spinge fino alle quote più alte (oltre i 1000 metri). A quote inferiori si associano anche
Sughera e
Leccio.
I tagli, gli incendi ripetuti ed il pascolo successivo e continuato hanno portato alla condizione attuale, caratterizzata da una forte densità di
polloni.
I
forti venti del quadrante Nord limitano lo sviluppo di questi cedui.
L’unico versante che fu interessato in minima parte dai tagli e risparmiato dagli incendi è il versante Est di
Monte Rasu.
In questa località si conserva un’interessante formazione mista di roverella e
Acero minore con esemplari sparsi di
Agrifoglio.
In particolare in località
Iscurtis troviamo una vegetazione poco antropizzata a causa del forte pendio del versante, dell’abbondante rocciosità e della mancanza di strade di accesso. Il versante risulta particolarmente fresco, come indica l’abbondanza di
felci (
Pteridium aquilinum L., Poliystichum setiferum, Dryopteris pallida, Asplenium trichomanes L.) e la forte presenza di licheni sulle parti aeree delle piante. Tale ambiente trattiene l’umidità atmosferica, che tende ad abbassare le temperature mantenendole entro valori relativamente bassi anche nei mesi più caldi.
L’introduzione delle
conifere è stata realizzata su varie superfici di discreta fertilità: le specie maggiormente impiegate sono state sinora il
Pino nero laricio ed il
Cedro atlantico.
La
Sughera prevale nella fascia compresa tra i 700-900 metri, a diverse esposizioni, in formazioni quasi sempre consociate ad altre specie.
La copertura è molto variabile e in certe zone, anche per la rocciosità abbondante, più che fustaia si può definire
pascolo arborato.
Anche se contribuisce in minima parte alla formazione del paesaggio vegetale, è necessario fare cenno alla presenza di un biotopo di tasso in formazione pura e talvolta misto all’agrifoglio di recente decretato
monumento naturale presso
Sos Nibberos: questo bosco è costituito quasi interamente da esemplari secolari di
Tasso che raggiungono diametri prossimi al metro ed altezze superiori ai 10 metri. Ove al tasso si affianca l'agrifoglio, il bosco è più aperto con rovi,
Cisto, varie felci,
Biancospino,
Sambuco ed edera.
In prossimità del ruscello che attraversa l’area del Tasso è presente una flora con specie tipiche della vegetazione riparia; le più comuni sono:
Osmunda regalis L., Pteridium aquilinum L., Hypericum hircinum L., Nasturtium offinalis B. Br., Oenanthe crocata L., Mentha suaveolens Ehrh, e Veronica anagallis-aquatica L.La vegetazione arborea manca invece nella zona cacuminale di Monte Rasu. Questa superficie, poco estesa, con roccia affiorante, è ricoperta da timo erba-barona, da elicriso e da cisto.
Galleria fotografica
FaunaLe foreste del Goceano sono popolate da numerose specie animali.
Tra i rettili si segnala la presenza dell'
algiroide nano (
Algyroides fitzingeri) meglio conosciuto in sardo come
Taràntula, del
tarantolino (
Phyllodactylus europaeus), della
natrice viperina (
Natrix natrix), della
tartaruga di Hermann (
Testudo hermanni), della
testuggine palustre (
Emys orbicularis) e della
luscengola (
Chalcides chalcides).
Tra gli anfibi si riscontra la presenza del
discoglosso sardo (
Discoglossus sardus), e della
raganella sarda (
Hyla sarda).
I mammiferi sono rappresentati da
cinghiale (
Sus scrofa),
volpe (
Vulpes vulpes)
donnola (
Mustela nivalis),
lepre (
Lepus capensis)
quercino (
Eliomys quercinus) e
riccio (
Erinaceus europeus).
Le distese boscate e rocciose sono adatte inoltre per la vita dell’
astore (
Accipiter gentilis arrigonii), dello
sparviero (
Accipiter nisus), della
poiana (
Buteo buteo), del
gheppio (
Falco tinnunculus), del
falco pellegrino (
Falco peregrinus) e del
corvo imperiale (
Corvus corax).
Molti animali sono ormai scomparsi dall’area. I grossi mammiferi e i grossi rapaci, che popolavano le foreste del Goceano in epoche recenti, sono oramai estinti: il daino (in sardo chiamato
su crabolu) il cervo (
su chervu) ed il muflone (
su murone).
Aspetti storiciBen rappresentate sono le
aree rimboschite già dai primi del novecento. I primi rimboschimenti sono stati fatti col
Castagno.
Successivamente vennero utilizzate nelle parcelle sperimentali, altre specie esotiche, quali: il pino nero laricio, il pino domestico, il
pino d’Aleppo, il pino marittimo, il
cipresso sempreverde, il cipresso arizonica, il cipresso glabra, il cipresso macrocarpa, il calocedro, il cedro atlantico, il cedro deodara, che oggi costituiscono popolamenti adulti.
Questi impianti, anche se hanno dato prova di buona adattabilità, manifestano molta difficoltà nel rinnovarsi naturalmente, anche in zone chiuse al pascolo, ad eccezione del Cedrus atlantica che presenta un’abbondante rinnovazione.
Cosa vedere- Il Centro Servizi della foresta demaniale, che è caratterizzato dalla presenza della
xiloteca sulle essenze arboree ed arbustive della Sardegna, sia spontanee che esotiche; si può apprezzare anche un escursus fotografico nella storia forestale del Goceano. Alcuni quadri e due album fotografici illustrano le vecchie caserme, i lavori forestali e le produzioni, quando ancora operava il Corpo Forestale dello Stato Italiano;
- nella zona circostante la casa forestale è stato recentemente realizzato un
parco avventura ed una buona
rete di sentieri da escursionismo ben segnalati e dotati di cartografia;
- il vicino sentiero di S.Francesco nei dintorni della
tenuta Giannasi e del monte Rasu offre la possibilità di ammirare un paesaggio unico e suggestivo nello scenario offerto dal percorso storico-religioso omonimo;
- la sughera secolare, albero monumentale nella vicina località
Pedras Rujas;
- non può mancare infine una visita al monumento naturale rappresentato dal vicino bosco dei tassi secolari di
Sos Nibberos.
Come si raggiungePer chi arriva da Cagliari lungo la
Carlo Felice è possibile dirigersi a Bono uscendo dalla S.S. 131 in corrispondenza del
bivio per Nuoro e Macomer, oppure proseguire sino al
bivio per Bonorva, e da qui dirigersi a Bono seguendo le indicazioni stradali. Per chi arriva da Sassari è consigliabile lasciare la S.S. 131 in corrispondenza del
bivio per Thiesi-Torralba. Si accede alla foresta dalle strade provinciali Ittireddu–Bono e Bono–Foresta Burgos che la attraversano per tutta la sua lunghezza: dal centro di Bono sono presenti apposite indicazioni stradali.
Consulta le pagineEducazione ambientale: progetto InforestaVisita alla xiloteca di Monte Pisanu Monumento naturale Sos NibberosParco avventura, Foresta Monte Pisanu [file .pdf]Consulta i documentiCarta della Foresta Demaniale Scheda tecnica foresta monte Pisanu [file .pdf]