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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Lanaitto
Panorama sulla Valle di Lanaittu, dal sentiero di Su Tinzosu. Il toponimo lanaittu significa “lana fitta” in riferimento alla foltissima e impenetrabile copertura boscosa che, prima dell’intervento de
Ultimo aggiornamento: 10/03/2014

La vegetazione presente in queste zone è rappresentata da sporadici individui di leccio, tasso, aceri minori e filliree localizzati nelle poche zone in cui le caratteristiche morfologiche del terreno hanno in qualche modo frenato l’erosione.
Inquadramento geografico e amministrativo
Provincia: Nuoro
Comune: Oliena
Superficie: 1500 ha
Complesso: Marghine - Sa Serra
Capo cantiere: Giannino Medde, cell. 3204331126

Descrizione generale
Il Complesso Forestale Lanaitto comprende gran parte del territorio calcareo, ricadente nel settore meridionale del comune di Oliena. L’aspetto aspro e impervio, caratteristica peculiare degli ambienti carsici, è accentuato dalla presenza delle imponenti falesie calcaree del M.te Corrasi, che con un altezza di m. 1463 domina il territorio circostante. I rilievi di P.ta Carabidda (1321), P.ta Sos Nidos (1348), P.ta Cateddu (1199) concorrono a dare all’orografia della zona un profilo molto accidentato, con escursioni altimetriche che superano i 1000 metri, considerando che il settore basale del territorio in esame parte da un altitudine di poco superiore ai 200 metri s.l.m. in località Pala De Tinzosos, al margine meridionale della vallata di Lanaitto.
L’idrografia è quella caratteristica delle zone carsiche, con profonde incisioni create dal lavorio dei corsi d’acqua a regime torrentizio. Notevole a questo proposito è il canyon di Badde Pentumas nel settore delimitato dai rilievi di M.te Ortini e P.ta Duavidda. La presenza di importanti fenomeni idrologici ipogei, come doline (Su Fumu) e grotte (Elighes Artas) è una delle caratteristiche che fa di questo territorio un importante punto di riferimento per il turismo speleologico.

Aspetti geopedologici
Il substrato pedogenetico è costituito interamente da rocce carbonatiche del Mesozoico (Dolomie). L’opera ultra millenaria dell’uomo, testimoniata da numerosi siti archeologici presenti, ha interferito in maniera determinante sul delicato ambiente podologico. In particolare i tagli a carico della originaria foresta di leccio eseguiti in quest’ultimo secolo, hanno innescato massicci fenomeni erosivi, con la massa a nudo della matrice rocciosa su ampi settori. Gli intensi fenomeni di dilavamento, accentuati dalle caratteristiche fisiche del substrato calcareo, hanno fatto si che i suoli più evoluti siano attualmente riscontrabili nelle aree di compluvio. Pertanto l’associazione pedologica più frequentemente riscontrabile è quella dei “Protorendzina-Litosuoli-Roccia affiorante”. Le aree con matrice litologica nuda sono diffuse soprattutto nel settore settentrionale della concessione, in particolare nella zona occupata dai rilievi montuosi più importanti, in località Pradu, Apriles, Sas Tavulas, Mandras.

Aspetti climatici
Dal punto di vista climatico la stazione è caraterizzata da inverno umido e temperature relativamente basse e da estati calde e aride. Il regime climatico è dunque quello tipico mediterraneo con temperatura media annua intorno ai 13 °C, temperatura media minima del mese più freddo di 0,5 °C e temperatura media massima del mese più caldo di circa 34 °C. L’escursione termica annua si aggira intorno ai valori di 18-20 °C.
Il regime pluviometrico è di tipo I.A.P.E. con precipitazioni annue che si aggirano intorno a 1200 mm, concentrate in periodo autunno-invernale.

Aspetti fitoclimatici
Dal punto di vista fitoclimatico la stazione in esame rientra nella fascia del lauretum sottozona fredda

Aspetti vegetazionali
La vegetazione presente in queste zone è rappresentata da sporadici individui di leccio, tasso, aceri minori e filliree localizzati nelle poche zone in cui le caratteristiche morfologiche del terreno hanno in qualche modo frenato l’erosione. In questo settore, che occupa una superficie di circa 700 ettari, appare arduo eseguire qualsiasi tradizionale operazione di recupero della zona boschiva. Nel settore meridionale della concessione, in particolare in prossimità con la proprietà comunale di Orgosolo è ancora presente un’area interessata dalla originaria fustaia di leccio. E’ questo un settore molto interessante dal punto vista ambientale per la presenza di numerose piante di leccio di grandi dimensioni, risparmiate dalle utilizzazioni boschive dei decenni passati. Quest’area, avente approssimativamente una superficie di circa 500 Ha, occupa una superficie compresa tra i versanti di P.ta Cateddu e Serra Su Lidone, in particolare nelle località dominate Vaccheddos, Su Fumu, Su Lidone, Brunc’Arvu, Meneghillai, Su Cordu, Dogones e Mancosu. Dal punto di vista selvicolturale degli eventuali interventi forestali, questa zona non necessita di lavori importanti. Gli interventi ipotizzabili sono, infatti, limitati all’eventuale recupero dei sentieri e dei vecchi Pinnettos.
Il settore orientale della concessione, dunque il versante delimitato dalla dorsale che da Serra Su Lidone culmina a Nord con P.ta Duavidda (824 m) e degrada verso est fino al compluvio denominato Rio Bacu ‘e Doronè, è in gran parte interessato da una formazione cedua di leccio in associazione con fillirea, olivastro, terebinto e frequente ginepro fenicio. Quest’area, che occupa una superficie di circa 300 Ha, è l’unica che consenta interventi selvicolturali di tipo tradizionale, consistenti in particolare nell’avviamento a fustaia del ceduo di leccio. Tuttavia le particolari caratteristiche edafiche di questi terreni, la delicatezza e l’importanza ambientale di questa zona, suggeriscono la massima cautela nella esecuzione di qualsiasi intervento a carico della copertura vegetale. Tali interventi potranno essere limitati a leggere spollonature, eventuali tramarrature localizzate e potature, prestando grande attenzione nella sistemazione del materiale di risulta e del frascume che, disposto in cordonate lungo le curve di livello, consente di arginare l’azione dilavante esercitata su questi versanti dagli agenti meteorici.

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