L’Ente Foreste, su invito dell’Università di Sassari, ha partecipato al
Seminario in bosco sulla selvicoltura sistemica applicata, una delle attività previste dalle esercitazioni per gli studenti dei corsi di laurea in scienze forestali di Nuoro. Le esercitazioni si sono tenute dal 4 al 8 luglio nella storica
Riserva Naturale Statale Biogenetica di Vallombrosa (presso Reggello, in provincia di Firenze).
La foresta di Vallombrosa rappresenta
la culla dei forestali italiani e recentemente è stata dotata di un
piano di gestione e di Silvomuseo, con validità 2006-2025, basato proprio sull'approccio sistemico. Il piano è stato redatto in collaborazione con il
Corpo Forestale dello Stato dal Professor Ciancio, illustre docente di pianificazione forestale dell’Università di Firenze, nonché presidente dell’
Accademia Italiana di Scienze Forestali.
Le esercitazioni sono state condotte dai docenti dei corsi di
Assestamento forestale e di
Dendrometria della
Nuoro Forestry School. Le giornate del 5 e 6 luglio, in cui erano presenti i rappresentanti dell’Ente Foreste, sono state dedicate alla discussione sulla
selvicoltura sistemica quale nuovo approccio, intesa come scienza e non solo come tecnica. Il seminario è stato tenuto dal professor Ciancio, effettuando un sopralluogo nel comparto interessato dagli interventi dell'annata silvana che sta per concludersi.
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La Selvicoltura SistemicaDurante le esercitazioni è stato lanciato l'invito a confrontarsi sulla Selvicoltura Sistemica, oggetto di un vivo e recente dibattito tra i forestali italiani che coinvolge anche i forestali francesi e tedeschi. Questo nuovo approccio presuppone di riconoscere il bosco quale
soggetto di diritto in quanto
sistema biologico vivente a complessità organizzata. L'approccio della selvicoltura sistemica rivoluziona la gestione forestale classica basata sul concetto dell'Assestamento e sul perseguimento della normalità del bosco, in forza della quale si garantirebbe la sua produzione massima e costante.
La selvicoltura sistemica
non prevede la provvigione normale nè la classica compartimentazione del bosco in particelle "quanto più possibile omogenee" e comprese ad
eterogeneità strettamente regolata, in classi di età (o di diametro). Essendo invece tesa a
favorire la complessità strutturale del sistema bosco e la sua conseguente capacità
autopoietica di modificarsi alla ricerca di sempre nuovi adattamenti, la selvicoltura sistemica vede
la preminenza della biodiversità quale riferimento principale, in una logica di interventi basati su comparti eterogenei, delimitati da confini
fisiografici e su riferimenti concettuali ed operativi quali i tagli modulari e la provvigione minimale.
Link per approfondimento sulla silvicultura sistemica.
Il SilvomuseoIl Silvomuseo, vocabolo di recente introduzione nella terminologia scientifico-tecnica forestale, è sostanzialmente costituito da
un popolamento forestale (di superficie variabile) che rappresenta una realtà selvicolturale un tempo tipica e diffusa in una ben determinata area geografica e che all'attualità risulta essere scomparsa o in progressiva estinzione. Il significato di un silvomuseo è pertanto quello di
preservare e/o conservare in situ il valore storico, culturale, sociale, paesaggistico e selvicolturale di una ben precisa ed individuata realtà forestale e territoriale.
Link per un approfondimento sul silvomuseo.
Consulta le pagineIl sito dell' Accademia Italiana di Scienze ForestaliIl dibattito come riportato in una rivista di settore