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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Specie endemiche
Ultimo aggiornamento: 11/09/2008

"Pianta oggi, pianta domani, il nostro giardino è diventato una vera foresta. Ho contato fino a cento qualità di piante; poi mi sono fermata, non per stanchezza ma per sbalordimento....."
Il Flauto Magico di Grazia Deledda
"....pensando che se fosse a contarle tutte, senza comprendere quelle a cui si fa inutilmente una guerra spietata, si arriverebbe al migliaio e forse più. Molte sono nate da sé, e sono le più belle: della bellissima fra le belle ho però cercato invano il nome nei libri di botanica, e invano domandato ad un ispettore forestale e ad un professore di agronomia."

Ogni specie a seconda delle proprie esigenze ecologiche vive in una determinata area più o meno estesa, detta areale, dove si propaga spontaneamente. L’areale può essere continuo quando la specie è distribuita senza interruzioni, oppure si parla di areale disgiunto quando l'area di distribuzione non è continua, ma frazionata. Alcune specie possono avere un areale molto ampio e sono le cosmopolite, altre, invece, possiedono un areale di distribuzione molto limitato e sono le endemiche. Gli endemismi si possono distinguere in Paleoendemismi specie relitte di origine antica, e in Neoendemismi che sono quelli di formazione più recente. L’endemismo è il fenomeno per cui alcune specie animali e vegetali sono esclusivi di un dato territorio. In generale si tratta di specie che proprio per la loro rarità possono essere considerate minacciate, spesso in pericolo di estinzione, che in assoluto risultano più fragili alle minime alterazioni ambientali causate dall’uomo, e per questo motivo sono abitualmente oggetto di studi approfonditi. I motivi che possono generare un endemismo possono essere differenti come il bisogno di particolari condizioni ambientali, la scarsa adattabilità ai mutamenti di queste o anche la presenza di barriere geografiche che ostacolano il loro incremento. L'isolamento geografico sembra favorire l’endemismo e questo spiega il motivo per il quale in Sardegna ha portato alla formazione di una ricca flora endemica. La flora presente in una data regione è il risultato delle vicende storiche che nel corso delle ere geologiche si sono succedute su quel territorio e su quelli limitrofi, secondo Emberger (1968), “un fatto storico, l’espressione della filogenesi delle specie durante le ere geologiche”. Ogni specie ha una sua storia, un ambito geografico entro il quale è diffusa, un ambiente o una serie di ambienti nei quali trova condizioni ideali di vita e dove convive con altre specie aventi la stessa affinità ecologica; sono queste consociazioni di più specie a dare origine alle comunità vegetali o fitocenosi. L’insieme di diverse comunità vegetali costituisce la vegetazione di un territorio o di una regione. In Italia le specie endemiche sono circa 732, il 13% del totale. Le specie endemiche in Sardegna possono essere classificate in: sarde, specie con areale limitato al solo territorio regionale, come la Genista morisii; sardo-corse, specie comuni alle due isole, come Ophrys morisii - (Fior di ragno); tirreniche, specie diffuse sia nel territorio regionale che in altre isole del mediterraneo, come la Genista aetnensis.
Per ciò che attiene la fauna sarda, l’origine dell’attuale popolamento faunistico può essere ascritto a tre distinte fasi: la prima riferita al Miocene superiore (Messiniano), la seconda risalente alle ultime glaciazioni del Quaternario e la terza attribuita alle introduzioni in tempi preistorici e storici ad opera dell’uomo. Ognuna di queste fasi ha influenzato notevolmente la caratterizzazione delle specie presenti nel territorio. Dell’antica fauna vertebrata continentale, risalente al terziario inferiore, quando l’Isola era unita al continente europeo, restano a testimonianza le cinque specie endemiche di anfibi urodeli: l’euprotto e le quattro specie di geotritone. Nella seconda fase del popolamento faunistico, si instaura il cosiddetto “ponte” sardo-corso-toscano, dove ritoviamo come possibile endemismo sardo-corso il topo-quercino (Eliomys quercinus sardus) e la volpe (Vulpes vulpes ichnusae). Il terzo momento fondamentale fu il Neolitico, all’inizio dell’Olocene, ed è proprio a questa fase che risale l’introduzione di due specie endemiche sardo-corse: il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) e il Muflone (Ovis ovis musimon).