Durante l’incontro i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, ANCI, UPI, UNCEM e dei parchi nazionali, hanno discusso la situazione in cui versano i parchi e le riserve italiane, e hanno presentato proposte per il rilancio del sistema nazionale delle Aree Protette.
Tra le proposte di lanciate da Federparchi, quella di creare una gestione integrata che deve vedere protagoniste tutte le istituzioni, a partire dai parchi, e che deve produrre programmi coagenti, integrati peraltro con la pianificazione territoriale delle Regioni.
La programmazione e progettazione partecipata deve mirare ad adottare e rendere operativi i programmi per la gestione territoriale e ambientale dei grandi sistemi geografici individuati da tempo: le Alpi, l’Appennino, il Bacino del Po, le Coste e le Isole. Queste aree, prioritarie per la conservazione ecoregionale, sono state già oggetto di complessi lavori di elaborazione e di qualificate proposte programmatiche e devono ora essere comprese nell’ambito delle strategie di infrastrutturazione ambientale, di costruzione della Rete Ecologica Nazionale intesa come un sistema di reti di area vasta, di programmi di sviluppo socio-economico e territoriale sostenibile, attribuendo ai parchi la funzione di connettori delle azioni prioritarie.
Infine durante il Convegno si è parlato del grande contributo che le aree naturali protette danno per il raggiungimento degli obiettivi fissati da accordi internazionali come il Protocollo di Kyoto, adottato dal Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, dal Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile, dalle Convenzioni sulla Diversità Biologica, dalla Convenzione del Patrimonio Mondiale Naturale e Culturale e dalle Convenzioni sulle Zone Umide, settori per i quali si sollecita il rafforzamento delle azioni e dei processi di connessione e collaborazione fino ad oggi organizzato soprattutto su basi volontarie.