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Siamanna - Siapiccia
Siamanna, Siapiccia
Ultimo aggiornamento: 23/05/2014

L’UGB di Siamanna-Siapiccia si estende per 1405 ha sulle pendici sud-occidentali del Monte Grighine. L’attività in tali aree, date in concessione trentennale dai due Comuni, è stata avviata nel 1998-1999 dall’allora AFD.
Inquadramento amministrativo
Provincia: Oristano
Comuni: Siamanna, Siapiccia
Superficie: 1405,10 ha

Complesso di afferenza: Complesso Forestale Grighine


Descrizione generale
Si tratta di un corpo unico che si estende sulla fascia collinare sovrastante i due centri abitati, ad una altitudine media di circa 350 metri, con culmine altitudinale nei pressi di Cuccuru Mannu, a circa 650 m s.l.m.

Aspetti geopedologici
Dal punto di vista geo-lito-pedologico l’area su cui ricade tale UGB è caratterizzata dalle testimonianze di attività geologiche Mesozoiche o, addirittura, da eventi ascrivibili al Paleozoico. Il potente basamento infrastrutturale è costituito da rocce metamorfiche e granitoidi quali gneiss, filladi varie e di ciò fanno fede conglomerati paleogenici torrentizi, fortemente arrossati, disposti nei pendii intorno ad essa; tali elementi sono ricoperti da coltri di sedimenti e vulcaniti del Miocene. Su di essi si riversarono, durante l’Oligocene, colate laviche di natura prevalentemente andesitica che cominciarono a colmare la grandiosa fossa tettonica che, senza soluzione di continuità, si allungava dall’estremo nord dell’isola fino ai suoi lembi più meridionali. I principali tipi di suolo presenti nell’area, e derivanti dal substrato dianzi visto, con i relativi depositi di versante, nonché, soprattutto nell’area di Siapiccia e Siamanna, da marne, arenarie e calcari marnosi del Miocene e depositi colluviali, sono da riportare agli Entisuoli, agli Inceptisuoli e, seppure in misura alquanto più ridotta, anche ai Mollisuoli e, più precisamente, ai Typic, Dystric e Lithic Xerorthents, ai Typic, Dystric e Lithic Xerochrets e ai Typic, Vertic e Calcixerollic Xerochrepts.

Aspetti climatici
Il clima è quello tipico delle zone centrali dell’isola, con estati lunghe e siccitose ed inverni miti e piovosi. Il regime pluviometrico, con precipitazioni medie attestantesi attorno ai 720 mm/anno, distribuite in un arco temporale di 72 giorni piovosi, è di tipo IAPE. Tenendo nel debito conto anche gli altri fattori climatici, il gradiente altimetrico, la presenza dell’invaso dell’Omodeo e la vicinanza del mare, che esercita indubbia azione termoregolatrice, si può asserire che l’area in cui ricade la UGB è ricompresa nel tipo termico definito quale clima Temperato-caldo.

Aspetti fitoclimatici
La verifica di tutti i parametri termo-pluviometrici consente di asserire che dal punto di vista fitoclimatico l’area in oggetto rientra nel Lauretum sottozona calda (II tipo a siccità estiva) e che la stessa appartiene all’Orizzonte delle foreste miste di sclerofille sempreverdi termo xerofile con sovrapposizione, nelle are più elevate, verso l’Orizzonte mesofilo della foresta di leccio con potente ingressione della Quercus suber.

Aspetti vegetazionali
L’ articolazione geomorfologica e le pressoché omogenee condizioni climatiche hanno influenzato in maniera sensibile la vegetazione reale e potenziale. Essa è caratterizzata, così come peraltro in altre aree del Complesso Forestale, dalla presenza, seppur limitata, della serie del leccio con la Fillirea angustifolia, ovvero la Serie sarda termo-mesomediterranea del leccio (Prasio majoris – Quercetum ilicis quercetosum ilicis e phillyreetosum angustifoliae), nonché, soprattutto, dagli elementi tipici della Macchia quali lentisco, mirto, l’erica arborea ed il corbezzolo. Parte del territorio è interessato da impianti artificiali misti a conifere (Pino marittimo, Pino d’Aleppo e Pino insigne) e latifoglie (Sughera). Presente è pure la Serie sarda calcifuga termo mesomediterranea della sughera, (Galio scabri-Quercetum suberis) che, evidenziabile perlomeno potenzialmente sull’intero Grighine, assume certa importanza soprattutto in questa UGB così come in quelle di Allai e di Ruinas. Riscontrabili sono pure le formazioni residue di Pinus radiata, derivanti dalla rinnovazione per disseminazione degli impianti artificiali, estesi in origine migliaia di ettari, e devastati dagli incendi del 1983 e, successivamente, del 1999.

Documenti correlati
Carta del cantiere forestale