Logo Regione Autonoma della Sardegna
FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
sardegnaforeste  ›  foreste e parchi  ›  aree naturali protette  ›  gli obiettivi del parco regionale marghine-goceano
Gli obiettivi del Parco Regionale Marghine-Goceano
Goceano: cascata Mularza
Ultimo aggiornamento: 29/09/2015

La filosofia gestionale che stà alla base nella progettazione e realizzazione di un Parco Regionale secondo una tesi di studio.
Ecco alcuni brani tratti dal libro "Il Parco Marghine-Goceano. Progetto di valorizzazione di un'area interna della Sardegna"

Cenni storici
"In Italia, i primi interventi significativi di tutela ambientale risalgono ai primi decenni del XX secolo.
Dopo l'istituzione del Demanio forestale dello Stato (1871), le disposizioni sulla cura del paesaggio nazionale e l'applicazione del vincolo idrogeologico su boschi e terreni montani nel 1923 posero le basi della protezione della natura in Italia.
Nel 1939 vennero promulgate due altre importanti leggi. Anche se non direttamente legate all'istituzione di nuovi parchi, ebbero grande effetto nella protezione dell’ambiente: la legge sulla tutela del patrimonio storico-artistico e la legge sulla tutela delle bellezze naturali.
Nel dopoguerra tuttavia, con la ricostruzione, le popolazioni osteggiarono a lungo i parchi temendo di veder limitate le loro attività e compromesso il modello di sviluppo, fondato prevalentemente sulla crescita delle attività produttive manifatturiere, in particolare di quelle di costruzione edilizia.
Furono necessari una lenta fase di sensibilizzazione e il riscontro degli effetti positivi, anche a livello economico, dell'istituzione di aree protette per aprire una nuova fase di politica ambientalista.
Oggi si può affermare che tutte le tipologie di ambiente e paesaggio presenti in Italia, nonché gran parte delle sue specie di flora e fauna, sono tutelate."
Dal CapII "La natura protetta in Italia"

Obiettivi della legge quadro n.394/1991
"La disciplina normative delle aree protette del nostro Paese è rimasta incentrata per molti anni su una legislazione spesso inefficiente e nel complesso frammentata e inorganica.
L'approvazione della legge quadro n.394/1991, intervenuta al fine di uniformare e coordinare l'assetto istituzionale relativo alla programmazione, realizzazione, sviluppo e gestione dei parchi e delle riserve naturali, ha determinato pertanto una sorta di rivoluzione istituzionale disciplinandone organicamente gli aspetti normativi e concretizzando la programmazione globale del territorio in cui gli aspetti naturalistico-ambientali e territoriali-urbanistici sono integrati in una visione sistemica e unitaria.
Muovendo dalle previsioni costituzionali (art.9 e 32) la legge quadro intende di contro, garantire e promuovere, in forma integrata e coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del nostro Paese mirando a contemplare la potenziale conflittualità fra salvaguardia delle risorse naturalistiche e sviluppo socioeconomico.
La legge quadro, infatti, contempla un indissolubile legame tra i valori naturalistici (conservazione di specie animali, vegetali e forestali, singolarità geologiche, formazioni paleontologiche, comunità biologiche, biotopi, processi naturali, equilibri idraulici e idrogeologici, equilibri ecologici) e quelli antropici (valori scenici e panoramici, prescrizioni di metodi di gestione e restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici, architettonici e delle attività agrosilvo-pastorali, promozione di attività di educazione e formazione scientifico-ambientale, difesa e ricostituzione degli ambienti idraulici e idrogeologici) significandone una loro integrazione nei limiti di una corretta funzionalità ecosistemica."
Dal Cap. III "La normativa delle aree protette in Italia"


Cosa si intende per piano di realizzazione di un Parco?
"Il criterio principale assunto per la definizione delle proposte dei piani dei primi sei parchi della Sardegna, tra i quali il Marghine-Goceano, riguarda il significato stesso di piano.
Il piano del Parco viene inteso come un piano di gestione delle risorse e non come un semplice piano di tutela; un piano che ha per scopo la valorizzazione e l’incremento, ove possibile, delle risorse esistenti; pertanto il piano deve nascere dall’individuazione delle singole risorse, per arrivare a definire, per ciascuna di esse, i criteri di gestione, gli usi compatibili del suolo e gli interventi ammissibili.
Per il restante territorio, salvo per quanto attiene alcune specifiche aree destinate ad attrezzature per la fruizione sociale del Parco, la definizione degli usi viene per il momento affidata, salvo specifiche e motivate controindicazioni, alla normative urbanistiche, ambientali, paesistiche già operanti.
Il piano del Parco non è quindi un piano che nasce con il proposito di definire una tradizionale articolazione del territorio in zone, in funzione di un diverso livello di tutela, (le zone A,B,C della normativa tradizionale), né è uno strumento urbanistico, in quanto non ha come obbiettivo principale una normativa degli usi del suolo, bensì un’attività di gestione.
In questa logica, il primo importante passo nella costruzione della articolazione spaziale del piano è dato dalla individuazione delle aree di rilevante interesse geologico - sia che si tratti di valori geomorfologici (aree R.IG.) che idrogeologici (aree RII) - botanico (aree R.I.B.) e faunistico (aree R.I.F.), che racchiudono la parte più significativa delle risorse ambientali di ogni parco e , come tali, risultano l’ambito privilegiato dell’applicazione delle forme di gestione che motivano la istituzione del parco stesso.

CavalliLagoCastello

Le aree di rilevante interesse naturalistico, (geologiche, botaniche o faunistiche) riguardano in generale situazioni ambientali quasi naturali o seminaturali o particolari equilibri tra le componenti biotiche e antropiche, situazioni nelle quali si deve tendere prevalentemente a conservare e/o a ricostruire la condizione di naturalità o a conservare gli equilibri ecologici esistenti; sono dunque, i luoghi in cui più incisivi e dettagliati dovranno essere gli indirizzi di gestione ambientale (esplicitati quindi attraverso le norme di attuazione del piano del parco)
Le aree di connessione, che costituiscono peraltro il complemento essenziale che consente l’esistenza stessa delle aree di rilevante interesse naturalistico, riguardano invece prevalentemente situazioni interessate da trasformazioni antropiche o comunque marginali rispetto alle aree di rilevante interesse naturalistico.
Individuate le aree di rilevante interesse naturalistico, è necessaria per ciascuna di esse, una specificazione delle esigenze di gestione.
Il complesso di queste aree presenta infatti come caratteristica comune quella di contenere risorse ambientali di elevato interesse: ma queste risorse ambientali possono essere anche molto differenziate a seconda dei luoghi e presentare conseguentemente specifiche esigenze di gestione.
Una determinata aree, ad esempio, può configurarsi come ospite di un endemismo botanico di interesse internazionale, un’altra come luogo privilegiato di sosta per l’avifauna migratoria; in altri casi può trattarsi di aree la cui più importante funzione ecologica viene garantita dalla presenza umana: è il caso, ad esempio, di territori montuosi in cui la pastorizia e l’agricoltura mantengono una alternanza tra spazi di macchia e bosco che rende più elevata la diversità biologica e quindi maggiore la possibilità di preda da parte dei grandi rapaci.
Appare quindi evidente che a queste forti differenziazioni esistenti nell’ambito delle singole aree di rilevante interesse naturalistico, dovranno corrispondere normative di gestione differenti che rispettino ed interpretino la “personalità” di ciascuna area, aggregando le aree stesse solo laddove esse presentino analoghe esigenze di gestione."
Dal Cap. VI "Il futuro Parco Regionale Marghine-Goceano"

Esempio pratico: obiettivi proposti per il Parco del Marghine-Goceano
"-incrementare le risorse naturalistiche attraverso la realizzazione di giardini botanici, di oasi faunistiche e di musei ecologici;
-realizzare alcune aree di concentrazione di servizi quali capisaldi per i visitatori del parco;
-promuovere centri di informazione lungo le principali direttrici di penetrazione del parco ;
-formulare un programma completo di interventi atti a dare consistenza all’iniziativa del parco;
-realizzare una grande area per il tempo libero per i sistemi urbani di Sassari, Nuoro, Oristano e Olbia e di introdurre nuove attività produttive, cioè la gestione della natura, il turismo e le attività indotte, ad integrazione di quelle già esistenti."

Consulta le pagine:
Valorizzazione del parco regionale del Marghine-Goceano