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Niente da fare per la Caretta caretta
Ultimo aggiornamento: 11/09/2008

Un evento incredibile che si conclude senza il lieto fine. Troppo basse le temperature per permettere la schiusa. Grande delusione per i tecnici e volontari che dal 29 luglio a oggi hanno lavorato incessantemente alla sorveglianza del nido.
Purtroppo le temperature medie dell'estate 2006 sono state troppo basse rispetto a quelle ottimali (26 - 30 gradi)necessarie per la schiusa. Così, dopo più di 100 giorni di attesa gli esperti, riuniti nella spiaggia di Marongiu a Geremeas, sono giunti alla conclusione che non vi erano più speranze per vedere la schiusa delle uova.
Ecco il racconto dettagliato dal comunicato stampa dell'assessorato della Difesa dell'Ambiente della Regione Sardegna .

"La schiusa non è arrivata. Le uova di Caretta caretta deposte nella spiaggia di Marongiu (Geremeas) nel mese di luglio di quest’anno, non hanno raggiunto la piena maturazione e, dopo ben 106 giorni di attesa, gli esperti riuniti da più di tre mesi per monitorare l’evento eccezionale, con la speranza di vedere schiudersi le uova, sono dovuti intervenire, convinti del fatto che le piccole tartarughe non sarebbero mai arrivate a maturazione. Si è fatto tutto il possibile per portare le uova alla schiusa, ma il periodo di incubazione è stato troppo lungo e, soprattutto, le temperature della scorsa estate non sono state favorevoli ai piccoli di rettile: troppo basse rispetto alle temperature ottimali necessarie per la schiusa che vanno dai 26 a 30 gradi. Ovviamente è tanta la delusione del gruppo di lavoro che in questi mesi ha, senza sosta, operato alla buona riuscita dell’evento.

Un grosso impegno quello che ogni giorno, dal 29 luglio 2006, 24 ore su 24, un gran numero di persone tra tecnici, volontari e i gestori del chiosco di Cala Serena, coordinati dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, hanno affrontato per l’operazione Caretta caretta. Da prima sulla spiaggia di Marongiu a Geremeas per la sorveglianza del nido di Caretta caretta per evitare atti vandalici o l’attacco dei predatori notturni (volpi, cani etc.) e poi, limitatamente agli esperti, nel luogo dove, dal 14 di ottobre, data di prelievo delle uova dal nido, erano state collocate le incubatrici che hanno tenuto costantemente a temperatura ottimale (26°-27° circa) le uova. Il previlevo dalla spiaggia si è reso necessario per proteggere le uova dalle basse temperature autunnali e assicurare I ricercatori hanno trovato nel nido ben 92 uova. Due erano già in avanzato stato di decomposizione al momento del prelievo, le altre invece, sono state portate nell’incubatrice in modo da consentire loro di trascorrere i giorni utili alla schiusa senza problemi di sorta.

Si ricorda che nella notte tra il 28 e il 29 luglio di quest’anno tre ragazze (Anna Maria Melis, Alice Sotgiu e Stefania Marras) hanno avvistato una tartaruga marina che deponeva le uova nella spiaggia di Marongiu a Geremeas (Quartu Sant’Elena). Il luogo scelto dall’animale per nidificare è stato subito delimitato grazie al pronto intervento dell’addetto al salvataggio a mare. Un fatto del tutto eccezionale, considerata la presenza durante la stagione estiva, di numerosi bagnanti che affollano tutto il litorale che va da Kal’è Moru a Baccu Mandara.
Dell’avvistamento è stato subito informato il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale che ha provveduto a mettere in sicurezza l’area e a istituire turni di vigilanza, interessando anche alcune associazioni di volontariato, Aree Marine protette e il Servizio Conservazione Natura dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente.

Con tempestività, l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente ha istituito un tavolo tecnico scientifico per la gestione del sito di nidificazione che, sotto il coordinamento operativo dei funzionari del Servizio Conservazione della Natura e degli Habitat, ha visto impegnati i referenti delle Aree Marine Protette del Sinis Isola di Mal di Ventre e di Capo Carbona e della cooperativa Ittica Nora. Data l’importanza scientifica della nidificazione, hanno fatto parte del tavolo esperti nazionali con comprovata esperienza in materia di tartarughe marine e di gestione dei nidi di Caretta caretta, .così come avvenuto in Puglia, Campania e Francia.

All’operazione hanno collaborato anche, il museo di storia Naturale Aquilegia, il CTS, Lega Ambiente, l’Associazione Nazionale Carabinieri, l’Associazione Nazionale Alpini, l’Enpa, la Capitaneria di Porto, il Club Sub Sinnai, le Associazioni di Volontariato ALBA, PAFF, Prociv Arci di Quartu Sant’Elena, Mare Nostrum di Villasimius, CROV di Villasimius e il Chiosco Mondiali 90 di Geremeas e il Comune di Quartu Sant’Elena

Nella prima riunione del tavolo tecnico erano state definite le modalità di intervento sul nido, in caso di eventi meteo-marini importanti. Un contributo qualificato è venuto dai geologi del laboratorio di geomorfologia marina del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari che hanno effettuato un rilievo morfotopografico della spiaggia emersa e l’analisi granulometrica e mineralogica della stessa.

Questi dati contribuiscono ad arricchire le attuali conoscenze sulla etologia riproduttiva della specie che, viste le ultime nidificazioni, sta subendo evidenti cambiamenti. L’areale di nidificazione della tartaruga comune, che nel Mediterraneo occupava solitamente il Bacino Orientale, appare in espansione, come dimostrato delle imprevedibili nidificazioni avvenute in questi ultimi anni nel Mar Tirreno. Attualmente sul terriorio nazionale sono stati individuati diversi nidi di Caretta caretta (6 nidi alle isole Pelagie, 1 in Campania e 1 in Puglia).

Nei prossimi giorni, nei locali dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, sarà convocata una conferenza stampa dove saranno illustrate tutte le fasi dell’operazione sulle uova di Caretta caretta deposte nella spiagga di Marongiu a Geremeas."

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Sito del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale