Inquadramento geografico e amministrativoProvincia: Ogliastra
Comune: Seui
Superficie: ha 2270
Telefono: 3204331243
Descrizione generaleConfinante con la
Foresta Demaniale Montarbu lungo la linea segnata dal
Rio Goppulu fino al Flumendosa, il cantiere ha una superficie di
circa 2270 ettari.
Il suo territorio mostra vasti segni d'erosione dovuti alla presenza di scarsa vegetazione, all'intenso ed irrazionale pascolamento, ai ripetuti incendi e alla morfologia stessa del territorio, spesso accidentato e dalle forti pendenze.
La quota più alta del cantiere è rappresentata dal Bruncu Arzalei (mt. 1209), mentre la più bassa è sul fiume Flumendosa (mt. 505 circa). Dal punto di vista morfologico, il territorio risulta essere la prosecuzione di un altopiano, anche se non mancano valli e pendii che degradano verso il Flumendosa.
Da segnalare il
nuraghe Ardasai, che, pur non trovandosi nel perimetro del cantiere, è facilmente raggiungibile dalla località
Genna Medau.
Inquadramento geopedologicoDal punto di vista geologico l'area è costituita da scisti per cui si riscontra l'associazione "terre brune e litosuoli su scisti cristallini" e nelle zone a morfologia dolce i suoli presentano una maggiore potenza e fertilità anche se non mancano le superfici con roccia affiorante e pietrosità talvolta consistente. Dove le pendenze sono più marcate aumenta la presenza di suoli a profilo tronco e peggiorano anche le altre caratteristiche pedologiche.
Inquadramento climaticoNon essendo presenti nella foresta stazioni di rilevamento, per un inquadramento climatico si fa riferimento, ai dati della stazione termopluviometrica di Arzana e a quelle pluviometriche di Arquerì, Pira Onni, Seui e Villagrande Strisaili. Le precipitazioni nevose si verificano durante la stagione invernale e primaverile e raramente la copertura del suolo supera i 10-15 giorni. Dall'analisi dei dati si può dedurre una stagione caldo-arida con ampio deficit idrico che si alterna una stagione moderatamente fredda e umida.
Aspetti vegetazionaliLa scarsa copertura forestale del terreno, l'intenso ed irrazionale pascolamento, i ripetuti incendi, la morfologia spesso accidentata e le forti pendenze, hanno reso ormai evidenti gli effetti erosivi delle acque meteoriche che spesso sono di forte intensità fino ad arrivare nelle peggiori condizioni alla messa a nudo della matrice rocciosa. Tali fenomeni di erosione si possono osservare soprattutto in alcune aree a forte pendenza mentre risultano, nonostante la sola presenza di una scarsa copertura arbustiva, più attenuati nelle aree di migliore giacitura.
Date queste condizioni dal momento della concessione stipulata nel 1991 gli interventi principali sono stati quelli di
rimboschimento principalmente con leccio e roverella. Data l’importante presenza delle attività pastorali nella zona sono stati realizzati, nelle aree maggiormente vocate, pascoli arborati con l’impiego di castagno, ciliegio e cedro dell’atlante. Nelle zone difficilmente raggiungibili e impervie prevale ancora la macchia di degradazione con una forte presenza dell’erica. Le lecceta occupa invece la zona nord del perimetro e presenta una fisionomia a ceduo risalente ai tagli per la produzione del carbone vegetale che interessarono la zona fino alla metà degli anni sessanta.
Gli interventi selvicolturali maggiormente eseguiti oggi sono quindi quelli di cure colturali alle ampie superfici rimboschite negli ultimi vent’anni.