Logo Regione Autonoma della Sardegna
FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
sardegnaforeste  ›  foreste e parchi  ›  sentieri  ›  altri itinerari  ›  trekking  ›  da funtana bona a genna duio
Da Funtana Bona a Genna Duio
Aquila reale
Ultimo aggiornamento: 15/02/2010

Nell'ambiente del Gennargentu una passeggiata di più di sette ore ed i tempi possono dilatarsi nel caso si incappi in una giornata caratterizzata da freddo intenso.
Dati tecnici
Durata: sette ore e mezza. Se il freddo è intenso o c’è maltempo, si può impiegare forse un’ora di più.
Chilometri da percorrere: 20
Dislivello in salita: 1250 m
Dislivello in discesa: 800 m
Riferimenti cartografici: Carte IGM 1:25000, F° 517 Sez. IV - Funtana Bona; F° 517 Sez. III - Talana; F° 516 Sez. II - Desulo

Quadro storico-ambientale
M.Arbu è così chiamato perché composto di calcari cristallini e quarziti bianchicce, che lo distinguono dalle restanti creste, composte di filladi quarzifere e filladi grafitoidi scure; delle quali è composto anche Punta s’Abile, così intrisa di quarzo da farla rassomigliare a un unico cristallo se non fosse per le pagliuzze nero-brillanti dello scisto micaceo che avvolgono dappertutto gli onnipresenti infarcimenti quarzosi. A dispetto del nome (àbile = aquila), il monte non ha certo vette precipiti ma un’area cacuminale erbosa e molto arrotondata, dove troverebbero posto persino cento tende. Quanto all’aquila, non è da negare affatto la sua presenza in questi monti; il rapace può albergare benissimo anche qui, sul versante S di Punta s’Abile, dove stanno numerosi piccoli salti grazie ai quali la volpe avrebbe difficoltà a insidiare gli aquilotti. Ma il nome del monte proviene da uno spuntoncino del versante S, nella pre-cima, quasi tutto di quarzo puro e dalla forma e grandezza d’un’aquila.

Descrizione del percorso
Dalla caserma Ilodei Malu si va a S sulla pista principale risalendo poi subito sulla pista carreggiabile di dx che mena a Funtana Bona e al M. Novo S. Giovanni. Fatti 1500 m dalla caserma, la pista fa due tornanti: al secondo, tocchiamo a dx il muro a secco sul crinale che avanza dalla caserma sino al M. Fumai. Questo è il muro a secco più lungo della Sardegna: va per 10 km da Gantinarvu a Fumai. Lo varchiamo comodamente immettendoci in una buona mulattiera che risale lungo il muro sino a q. 1125, proprio sotto la mole del Fumai, dopodiché la pista aggira il monte a dx risalendo sino al passo di q. 1178 (1,1 km). Da qui procediamo su sentiero prima in piano poi risalendo verso SW al di qua del M. Macheddu (m 1292), raggiungendo in 700 m s’Arcu di Perdu Contu (q. 1204). In caso di nebbia o neve, ricordiamo che il punto d’innesto del sentiero che va dalla sella del Fumai a Perdu Contu sta immediatamente a sn di quella caratteristica quercia di circa 700 anni, molto malridotta alla base e reclinata di circa 45°, assomigliante, più che a un tronco, a un paludamento che s’apre dall’alto in basso per rivelare... l’inesistenza del corpo centrale. Da Perdu Contu discendiamo diagonalmente a SW per 350 m sino al prato di q.1150. Da qui scendiamo ad E, poi a S, tenendoci circa 80 m distanti dal fondo della valletta discendente da Janna ’e Ventu, sino a che attraversiamo il riu Longu, risalendo poi alla sella di Cuccuros Ruvios (q. 1135), e discendendo al riu Cuvadorgius che attraversiamo. Da questo punto del ruscello, che più oltre s’immette nel fiume Flumineddu, ci troviamo di fronte due piccoli promontori contrapposti e giustapposti creati dalla sinusoide del Flumineddu interagente col Cuvadorgius: li tagliamo entrambi su sentiero trovando sulle rispettive sellette resti d’insediamenti nuragici. Scendiamo su sentiero e attraversiamo in sequenza immediata il Flumineddu e la foce del riu Sa Luva, risalendo immediatamente sotto Perda sa Luva, quindi aggirandola da S in salita e, da q. 1130, flettendo nuovamente a S in leggerissima discesa sino al Cuile Is Trogus (q. 1150). Km 3 dal prato di q. 1150. L’ovile, sormontato da una rupe a pensilina simile all’ala d’un avvoltoio, viene superato nella parte alta. nella parte alta. Oltre l’ovile, fatti 300 m in piano, incontriamo la copiosa Funtana Muidorgia (= ‘che emunge’) la quale scaturisce da una fenditura della roccia: è la sorgente del fiume Flumineddu. Dopo la fonte proseguiamo su carrareccia risalendo a dx (a sn sarebbe più lunga) tagliando in diagonale le isoipse del M.Armario prima con rigorosa direzione W poi con direzione SW poi con direzione W sino alla sella, dalla quale discendiamo rapidamente all’Arcu Correboi (= ‘passo, arco a corno di bue’) - altri 1,3 km - dove stabiliamo il posto-tappa intermedio presso l’ex casermetta dei Carabinieri, ormai in via di demolizione. Da Funtana Bona a Correboi abbiamo impiegato 3,5 ore percorrendo 10 km scarsi.

Da Correboi a Duìo si cammina quasi sempre su spartiacque, lungo il confine comunale Fonni/Villagrande. Si scende dall’Arcu Correboi (o dall’ex casermetta dei Carabinieri situata al passo) in territorio di Villagrande, accanto alla discarica creata dall’edificazione della casermetta, e tosto s’incontra prima un sentiero, poco più giù una mulattiera, entrambi menanti all’ovile
Sos Ghidileddos (q. 1208): km 0,8. Sin lì siamo prima scesi poi siamo andati in piano. Dall’ovile comincia la lenta risalita diagonalmente alle isoipse sino a q. 1463 (Genna ’e Monte, km 1,7) dove troviamo il primo passo “alpestre” di questa catena la quale - lo ricordiamo - va ininterrottamente da Correboi a Genna Duìo. Sul fondo di questa valle stanno la Caserma Correboi e la miniera piombo-argentifera (poste all’imbocco).
Un’eventuale via di fuga - tanto per accelerare la marcia - potrebbe essere quella di seguire in quota il sentiero che dall’ovile va sino al riu Abbasantera, e risalire poi sull’altra sponda in libera sino a Genna Intermontes. Sarebbe però una vittoria di Pirro perché fuori sentiero il terreno è molto pietroso; non solo, potrebbe portare facilmente fuori azimut in caso di nebbia. Occorre purtroppo risalire al passo predetto, consci che la risalita da Sos Ghidileddos fa perdere con molta probabilità il sentiero principale, a causa dell’intenso pascolamento dei bovini i quali hanno creato miriadi di varianti. Dal passo si prosegue lungo le creste, le quali divengono sempre più alte (1507, 1522, 1549, 1567 a Mont’Arbu). Dalla q. 1519 accanto a Genna ’e Monte discende sullo spartiacque un reticolato forestale che passa a Genna ’e Monte, risale a q. 1507, passa sui prati dell’altra sella e arriva sino a q. 1522 da cui devia ad angolo retto scendendo regolare verso la vallata oltre la quale s’erge il Monte Spada. Dal M. Arbu si vede finalmente tutto lo scenario dei luoghi d’arrivo: l’azienda agrituristica dei Cugusi, Punta s’Abile, e naturalmente il Bruncu Spina con gli impianti di risalita e la pista da sci. Così anche ora continuiamo a tenerci sullo spartiacque, discendendo dal M.Arbu e mirando a Punta s’Abile. Fortunatamente, dal M.Arbu a P. S’Abile la Forestale ha seminato di “omini” di ottima fattura i 2600 m di crinale, ripulendovi per giunta un camminamento largo 1 metro. Ciò iuterà in caso di nebbia. Per lungo tratto camminiamo presso il reticolato (spesso divelto dai pastori: è già quattro volte che lo abbattono) creato dalla Forestale. Giunti a Punta s’Abile discendiamo dalla parte W del reticolato sino a Genna Duìo.

Dalla Genna Duio risale rapidissima a tornanti una carrareccia forestale (non indicata in carta) collegata all’asfalto del Bruncu Spina. Sta in territorio di Villagrande, a contatto del confine comunale di Fonni. Lungo tale carrareccia sino alla Genna, poi ancora giù per rio Chiedotzo e rio Dudulu il reticolato prosegue inarrestabile. Due scalette lignee a V consentono di superare la complicata “camera della morte” eretta coi reticolati proprio sulla Genna, dov’essi convergono. Ma le provvidenziali scalette non aiutano comunque a entrare nel sentiero erboso di proprietà dei Cugusi, collegante direttamente la Genna con la casa agrituristica in una lenta risalita di 1100 m. Giocoforza si supera l’ultimo reticolato e si raggiunge così la casa agrituristica, salvo che non si voglia percorrere gli altri due lati del cateto, portando a 2,5 km l’itinerario finale verso l’azienda. Totale da Correboi, 10 km. Da Funtana Bona, 20 km circa.

Un piccolo approfondimento
Dall’Arcu Correboi cominciamo a transitare stabilmente sulla formazione delle filladi grigie del Gennargentu. Si tratta di filladi più o meno quarzifere del Siluriano inferiore. Ma nel tratto Correboi-Duìo tali sedimenti non hanno molta omogeneità: ciò appare evidente specialmente intorno al punto di partenza. Infatti Correboi è l’epicentro d’un territorio molto variegato, esteso circa 20 kmq e con un diametro di circa 5 km, comprendente M. Armario, M. Pipinari, M. Arbu, Genna Intermontes e lo stesso Nodu ’e Littipòri, in cui è, sì, onnipresente la facies delle filladi quarzifere ma esse risultano fortemente variegate e frammentate per fitte iniezioni di quarzi idrotermali e anche di micascisti, di quarziti, di paragneiss.
Tratto dal libro Sentiero Sardegna - Salvatore Dedola - Carlo Delfino editore

Galleria fotografica
Gennargentu, sullo sfondo Perda LianaGennargentu, OvileGennargentu, linea di crestaGennargentu, panoramicaGennargentu, Su XuxiuGennargentu, castagno in autunnoAquila reale giovane si esercita per il volo


Consulta i documenti
La scheda del sentiero [file .pdf]
La mappa del sentiero [file .pdf]

Consulta le pagine
Parco nazionale del Golfo di Orosei - Gennargentu
I monumenti naturali all'interno dell'area del Gennargentu
La Foresta demaniale di Montarbu
La Foresta demaniale di Alase
La Foresta demaniale di Uatzo
La Foresta demaniale di Montes
I Cantieri forestali all'interno dell'area del Gennargentu
Sezione fauna: scheda sull'Aquila reale