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Da Xorreddus ad Armungia
Acque purissime scorrono sopra i marmi verdi del rio Gruppa.
Ultimo aggiornamento: 02/02/2010

Sedici chilometri lungo le strade del Gerrei, nei territori ad est del Flumendosa, per arrivare ad Armungia, paese natale dello scrittore e politico Emilio Lussu.
Dati tecnici
Durata: cinque ore e mezza
Chilometri da percorrere: sedici
Dislivello in salita: 750 metri
Dislivello in discesa: 550 metri
Dati cartografici: (Carta IGM 1:25000, F° 549 Sez IV - Ballao)

Quadro storico-ambientale
Il territorio di Armungia è situato ad est del Flumendosa. Nel sito di Sa Mola (‘la mola’, a causa della forma) nello scorcio del secolo scorso fu aperta una cava di arenaria fine e compatta, utilizzata per fare le spallette e i ponti sulla statale S.Vito-Ballao. La pista su cui ci apprestiamo a scendere fu creata apposta per i carri che trasportavano le pietre sino all’altra sponda del Flumendosa. Furono costruite per la bisogna delle zattere perchè sul Flumendosa, comunque, nessun ponte fu previsto. Il Flumendosa (l’antico Saeprus) era il fiume più terribile della Sardegna: ogni anno c’erano vittime. Il 30 dicembre 1865 furono trascinate tre ragazze di San Vito che furono trovate nella foce ancora abbracciate. “Non vi è ponte sul Flumendosa; nelle piene si deve varcare sopra una barchetta, per cui ogni capo di famiglia paga al barcajuolo due imbuti di grano” (La Marmora).
E sì che ne pagavano d’imbuti di grano: mezza Armungia doveva guadarlo spessissimo per lavorare nella valle del rio Gruppa-Ghirrau, nella più lontana foresta di Murdega e sulle sponde del Flumendosa. Oggi nella valle che conduce a Murdega c’è un solo sito coltivato, quello di Tramagau che ha undici ettari a vigna. Per il resto ci va qualche pastore, e basta. Ma sino a 60 anni fa su quei costoni e su questa sponda che s’affaccia al Flumendosa c’erano tanti lavoranti.

Descrizione del percorso
Dalla casa di Xorreddus (q. 175) ripercorriamo la carrareccia sino ad innestarci con l’altra collegante Carradori al Flumendosa lungo il rio Gruppa. Su quest’ultima proseguiamo verso S per 300 m, quindi l’abbandoniamo scendendo a dx sulla mulattiera retrograda che attraversa il rio (ora chiamato Ghirrau) ed entra su sponda dx per 150 m nella valle incassata. Qui abbiamo a sn una risalita su sentiero, che diviene subito ripida sinchè si biforca. Continuiamo sul sentiero che risale in Serra su Luaxiu portandosi gradatamente sul crinale, sino a che penetra sul tavolato chiamato Pran’e Lettus (q. 492). Da Xorreddus a qui abbiamo percorso 4 km.

Percorriamo il tavolato per 400 m, indi discendiamo, in corrispondenza della sua metà, verso NW e poi a W, aggirando in tal guisa dal basso il promontorio occidentale del Pranu. Siamo su una carrareccia, che percorriamo in piano in località Su Feurraxu e alla curva che mena a NW noi l’abbandoniamo innestandoci in un sentierino poco visibile che molto gradatamente ci fa discendere al rio del Baccu Gosporo originatosi tra i tavolati di su Murdegu (a N) e di s’Ingurtosu (a S). Toccato il rio, risaliamo sempre su sentierino appena visibile sull’altra sponda e in tal guisa secondiamo l’avvallamento che a SW risale al piano di s’Ingurtosu.
Qui giunti, siamo a un reticolo di mulattiere. Tralasciamo quella che mena a N alla vicina stalla sociale di q. 509, e prendiamo quella che mena a SW sino a q. 507 e poi a SSE sino a Sa Mola. Dallo spigolo orientale di Pran’e Lettus a Sa Mola abbiamo percorso 3,5 km (totale 7,5). Qui riceviamo la variante proveniente da Ilixi Ucci. Siamo a q. 500. Così discendiamo con molti tornanti sino a q. 311 dove riceviamo da dx un’altra possibile discesa dalla variante proveniente da Ilixi Ucci. Chi volesse prender acqua può entrarvi per 200 m e vi trova una piccola fonte. Tralasciando ogni sentiero laterale proseguiamo nell’ex carrareccia che scende a tornanti verso il Flumendosa, del quale ammiriamo l’ampia valle nonché le opere ingegneristiche della strada veloce Ballao-San Vito.Arriviamo così ad innestarci con la già nota rotabile Ilixi Ucci-Flumendosa. Da Sa Mola abbiamo fatto 3 km (totale 10,5).

Ora procediamo a sn (a S) lungo la rotabile arrivando in 2,4 km al ponte sommergibile sul Flumendosa (totale 13 km). Risaliamo lungo l’asfalto per 400 m innestandoci sulla vecchia statale S. Vito-Ballao. Dirimpetto c’innestiamo in una mulattiera che in 2,5 km (in località Ciurixeda) ci porta risalendo ad Armungia, dove entriamo dalla parte del cimitero.
Totale percorso 16 km circa.

Un piccolo approfondimento
Armungia. Nominata Armuncha nel 1341 dalle Rationes Decimarum Italiae, deriva dal lat. Armùnia = gr. Armonìa ‘collegamento, sutura, simmetria, proporzione, concordia’. Armonìa era figlia di Ares dio della guerra e di Afrodìte dea dell’amore, e personificava la musica e tutta la civiltà. È nota l’avversione dei Sardi ai toponimi poetici. Anche per ciò è da credere che il nome le derivi dai monaci Basiliani provenienti dal territorio bizantino.Armungia fa da sutura (armonia) collinare tra la montagna di Villasalto e le alluvioni malariche di Ballao; e possiede “aria molto buona, innumerevoli sorgenti di acque pure e salubri. Alcune hanno fama di essere febbrifughe” (Angius). Una tradizione locale contrappone a questa ricostruzione etimologica l’altra che fa risalire il nome Armungia all’antico fondatore Aremùsa, il quale guidava i superstiti della valle di Murdega, colpiti dalla peste. Il borgo abbandonato a Murdega stava in località Su Dottu, e ancora oggi il più antico rione d’Armungia è chiamato, guarda caso, su Dottu.
Tratto dal libro Sentiero Sardegna - Salvatore Dedola - Carlo Delfino editore

Galleria fotografica
Acque purissime scorrono sopra i marmi verdi del rio Gruppa.Sa Mola.Risalita ad Armungia lungo il riu Ciurixeda.Il bramito del cervoCervo sardo, maschio giovane con femmineGipeto tra i GrifoniGipeto adulto e giovane


Consulta i documenti
La scheda del sentiero [file .pdf]
La mappa del sentiero [file .pdf]

Consulta le pagine
Carta del cantiere forestale di Murdega
Brabaisu - La maratona del Sarrabus
Reintroduzione del Cervo sardo in Sardegna
Reintroduzione del Gipeto in Sardegna