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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Da Baccu Malu a Castiadas
Settefratelli - Baccu-Malu
Ultimo aggiornamento: 13/01/2010

Sei ore di escursione lungo la foresta dei Sette Fratelli. Tra boschi, e ruscelli si percorre un piacevole itinerario in una delle zone più belle dell'isola, habitat del Cervo sardo.
Dati tecnici
Durata: sei ore
Chilometri da percorrere: diciasette
Dislivello in salita: 450 metri per il Passo dei Sette Fratelli; 350 metri per Baccu Ceraxa
Dislivello in discesa: 1015 metri per il Passo dei Sette Fratelli; 1050 metri per Baccu Ceraxa
Dati cartografici: Carta IGM 1:25000, F° 558 Sez. III - Castiadas

Quadro storico-ambientale
Il Monte Sette Fratelli è detto in logudorese sos sette frades, e in campidanese is setti fradis.
“Sette di queste punte piramidali si vedono da lontano e sono appellate col nome di Sette Fratelli” diceva il La Marmora. “Ai piedi di questa montagna vi è stato un eremitaggio che io vidi nel 1822, e la seconda volta che visitai questa solitudine nel 1825 ero in compagnia del mio amico e collega prof. Moris, cui si aggiunse un botanista svizzero M. Filippo Thomas. Era alla fine di giugno, e la vegetazione vi era potente e maravigliosa. ”
Quel luogo a quei tempi era privo di strade, eccetto quella percorribile da Sinnai-Mara verso Castiadas, ch’era la mulattiera di Guventu proveniente dalla valle di San Gregorio e proseguente verso Buddùi. “Quest’eremitaggio - affermava G. Spano intorno al 1860 - fu fondato dal celebre Padre Vidale (di Mara Calagonis) per comodo dei viandanti, quando egli era parroco di tutto il Sarrabus, mentre vide il bisogno dei suoi parrocchiani, che lungo il tragitto di 14 ore da Cagliari non trovavano un sito da potersi ricoverare. Era un gran benefizio, perchè essendo pure insidioso vi accadevano con frequenza grassazioni e omicidi. ” Il monte dei Sette Fratelli è stato sempre un tabù. La cima di S’Eremìgu Mannu (‘il Nemico Grande’ = il Diavolo) è un minaccioso totem che occhieggia torvo di lontano, e pare voglia acquattarsi tra le nere elci, o forse vuole solo tentare un’improbabile fuga mal sopportando quella cordigliera di vicine vette alle quali un manipolo di frati fece acquisire definitivamente un nome apotropaico (i Sette Frati) dopo essersi acquartierati e poi disseminati sotto le vette a digiunare. Luogo di demòni e di preghiere, di bracconieri (Arcu is Cassadoris, Arcu de is Pillonadoris) e di terribili ustori (Bruncu Poni Fogu), la montagna è sempre stata lontana e incomprensibile ai Sinnaesi, che da buoni Ebrei diedero a quelle cime non numerabili (sei, dieci, quindici?: dipende dal punto di osservazione) il nome sacro di Sette: sette come le punte del loro Candelabro, sette come le giornate di costruzione del Cosmo, sette come le Meraviglie del mondo.

Descrizione del percorso
Da Baccu Malu torniamo sui nostri passi lungo la carrareccia che discende a W. Tralasciamo a sn la carrareccia che discende a Baccu sa Ceraxa e proseguiamo sino a Casteddu’e su Dinai, dirimpetto al quale c’è il sentiero che mena rapidamente al Passo dei Sette Fratelli. Lo prendiamo. Giunti al Passo, continuiamo cominciando la discesa ad Aqueddas. Si scende da q. 930 a q. 860 e da qui si cammina in piano per 300 m, stando attenti a non discendere a dx verso la selvosa conca di Perda Tunda (‘pietra tondeggiante’). Indi riprendiamo la discesa portandoci stavolta sul limite orientale del vasto altopiano roccioso, dal quale s’apre un ampio panorama su Baccu Ceraxa, Monte Melas, Castiadas, e sul Mare Tirreno. Stiamo così per 1 km sul limite orientale discendendo e poi permanendo nel vasto pianoro boscoso di Aqueddas, sino a congiungerci (q. 790) con la pista forestale risalente da Arcu Crabiolu. Dalla sella di q. 930 abbiamo percorso 2 km.

Andando a dx s’incontrerebbe dopo 300 m il tratto sommitale del Sentiero n. 1 (segni rossi) che parte e riporta a Maidopis con percorso circolare di 5 km. Proseguiamo invece a sn lungo la carrareccia con direzione SE in leggera discesa per 200 m, poi flettiamo decisamente a S scendendo con pendenze alquanto forti e portandoci accanto a Conca s’Ilixi (‘la roccia dell’elce’), superata la quale, dopo 200 m in leggera pendenza, abbandoniamo la carrareccia (che mena a W e, con percorso circolare, rimena ad Aqueddas) e, deviando bruscamente a sn su sentiero laterale, sbuchiamo dopo 50 m sull’amplissima fascia tagliafuoco (segnata in carta) che da Conca Ilixi discende in forte pendenza sino alla lunghissima carrareccia (poi secondandola da questo innesto sino ad Arcu Curadori: tale carrareccia proviene dalla località turistica di M. Cresia, risale Baccu sa Ceraxa, valica a Baccu Malu e scende a Castiadas compiendo un percorso di circa 19 km prima di perdersi nel reticolo di rotabili della pianura). Discendiamo per 150 m nella fascia tagliafuoco, su pietre e graniglie rese instabili dalla pendenza e dal dilavamento. Innestiamo la carrareccia or ora descritta e andiamo a sn raggiungendo in 150 m Arcu is Traderis. Indi discendiamo tralasciando a q. 620 una pista che risale a sn, a q. 610 un’altra pista che risale a sn. Arriviamo al rio Ceraxa (q. 585). Dal bivio di Aqueddas abbiamo percorso 2,5 km (totale sinora: 6 km).

Si scende lungo il rio e dopo 150 m si tralascia di attraversarlo (tale deviazione porterebbe ad Arcu Buddùi, ma sulla sponda opposta vi si distacca anche una parallela alla nostra, che più avanti si ricongiunge a noi). Discendiamo così lungo il rio e tralasciamo la pista a dx che s’innesta a q. 555. Siamo alla base del Monte Melas, il quale si nota in tutta la sua imponenza. Superiamo il ruscello immissario che ci proviene da dx e infine guadiamo una prima volta il rio Ceraxa (q. 545) confluendo subito dopo con la già citata pista che discende parallela lungo la sponda sinistra. Siamo sotto l’Arcu Sisinni Anedda. Poco dopo riattraversiamo il rio e subito ci portiamo nuovamente alla sua sinistra. Siamo a q. 520 e abbiamo percorso 1 km dal momento dell’incontro col rio.

Di fronte a noi, a SE, s’apre Baccu Eranu con una serie di antiche mulattiere in disuso rioccupate dalla selva. Baccu Eranu è creato dal lavorio di due ruscelli paralleli, distanti tra loro 170-200 m. Noi abbandoniamo questa mulattiera di base e risaliamo in Baccu Eranu tagliando le isoipse su un ripulimento boschivo che non segue il reticolo di mulattiere, peraltro male o poco o punto evidenziate in carta, talchè tutte le volte che in risalita le incrociamo (o a tratti le percorriamo) dall’altimetro è possibile verificare quanto affermiamo. Ma a q. 635 la mulattiera viene riconquistata definitivamente e saliamo lungo essa fino a q. 680. Qui la si lascia per prendere a sinistra una mulattiera pari-rango, che risale con pari pendenza sempre verso SE. Siamo ormai a S della vetta del M. Melas, esattamente a q. 735, quando sbuchiamo ad E di Bruncu is Troccus confluendo a “T” sulla carrareccia che proviene dalla “Sfinge”. Alla destra c’è Baccu Eraneddu. Facciamo in piano circa 300 m e tralasciamo una pista che sprofonda in Baccu Eraneddu. Dopo 100 m tralasciamo a sn un’altra pista che risale alla cima del M. Melas. Procediamo verso S e dopo 1,3 km dalla confluenza a “T” arriviamo alla “Sfinge” (q. 747), con l’avvertenza che prima di essa si dipana un pentavio. Dalla Sfinge - chiamata dai locali Perda sa Mitra - perchè la testa della Sfinge è spaccata verticalmente come una mitra - vediamo ad E la foresta di s’Aqua Callenti e la pianura di Castiadas. Prendiamo la carrareccia con direzione S e la percorriamo per 1,6 km prima d’uscire dal territorio della Forestale innestandoci nella rotabile (che collega a ferro di cavallo Geremeas con l’altra rotabile Solanas-Castiadas nel punto di Arcu Gutturu Frascu). Dal rio Ceraxa a qui abbiamo percorso 4,3 km (totale, sinora: 10,3).

Ora la strada, che è una buona rotabile, procede diritta ad E, inizialmente con andamento curvilineo. A q. 693 troviamo a dx una casa e dirimpetto una pista (non segnata in carta); a q. 682 un’altra pista a sn porta a Mitza sa Teula; a q. 681 (Genna Arrù) siamo a un quadrivio. Usciamo dalla rotabile a favore d’un sentiero che conduce al vicino Arcu sa Teula (q. 743). Passiamo sulla parte sommitale, discendiamo alla selletta e saliamo a Bruncu su Adulu (q.782) toccando anche qui l’area cacuminale, dove termina il territorio di Sinnai e, ad E, inizia il territorio di Castiadas. Sin qui abbiamo percorso 2,5 km (+ 10,3 = 12,8).

Ci portiamo alla faccia N di Bruncu su Adulu, discendendo a E sulla sella tra Adulu e Bruncu Staulu Mannu. Dalla sella procediamo diritti a S, iniziando la difficoltosa discesa a Baccu sa Figu (il sentiero non è segnato in carta). Il nome Figu gli deriva dai fichi piantati dal gestore dell’antica dispensa carbonara, oggi diruta e sommersa dalla rigogliosa vegetazione arborea. Qui c’è una presa d’acqua dell’acquedotto di Castiadas. Procediamo d’ora in avanti sulla buona mulattiera che dalla presa d’acqua mena, sempre lungo il ruscello e con rigorosa direzione E, a Castiadas, distante 4, 2 da Bruncu su Adulu. Totale da Baccu Malu km 17.

Un piccolo approfondimento
Castiàdas. Dal lat. castigare. Nella Carta de Logu (Codice agrario di Mariano) kastìgu è un luogo chiuso, ben custodito, dove c’è una vigna o dove s’impianterà la vigna. La parola finì per indicare (sempre nel Codice citato) anche il consorzio dei vignaioli che possedevano il terreno nella stessa area. Dal significato di ‘guardare, custodire, conservare’ il sardo merid. ha tratto poi quello di ‘osservare’: kastiài < kastigai, inizialmente riferito alla custodia delle vigne e poi esteso ad ogni situazione. Per quanto sul finire dell’800 a Castiadas vi fosse stato stanziato l’ergastolo, il toponimo non sembra derivare dalla funzione di ‘custodia’ dell’ergastolo, poichè lo troviamo già attestato secoli addietro. Possiamo invece tentare l’ipotesi che il toponimo abbia un diretto riferimento alla tenacia con cui i Foradesi (abitanti dei comuni viciniori) difendevano le proprie vigne dall’ininterrotto selvaggio assalto dei pastori Biddamannesi, che assieme ai Foradesi sfruttavano nei secoli passati la piana di Castiadas a titolo promiscuo.
Tratto dal libro Sentiero Sardegna - Salvatore Dedola - Carlo Delfino editore

Galleria fotografica
La “Sfinge” fa la guardia alla sottostante pianura di Castiadas.Una cuspide nei SettefratelliBagno ristoratore nella valle di discesa a Geremèas.I cerbiatti liberati presso il recinto faunistico dei SettefratelliBaccu Malu, Foto 2 -  Ci troviamo in mezzo alle due catene di creste che costituiscono il particolarissimo complesso roccioso dei 7 Fratelli.Femmine di Cervo sardoCervo sardo cucciolo


Consulta i documenti
La scheda del sentiero [file .pdf]
La mappa del sentiero [file .pdf]

Consulta le pagine
Valorizzazione delle foreste dei Settefratelli
Foresta demaniale di Castiadas
Itinerari in Mountain bike: Baccu Malu - Le Punte Settefratelli
Sezione fauna: scheda sul Cervo sardo