Logo Regione Autonoma della Sardegna
FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
sardegnaforeste  ›  foreste e parchi  ›  aree naturali protette  ›  parchi  ›  parco regionale di porto conte - capo caccia
Parco Regionale di Porto Conte - Capo Caccia
Capo Caccia
Ultimo aggiornamento: 26/04/2010

Un parco e un'area marina protetta che include il golfo di Porto Conte, denominato dai romani “porto delle ninfe”; uno dei tratti di costa più belli dell’isola.
Il Parco ha inizio a sud-est con la laguna del Calich per proseguire verso la costa, includendo il sistema del Monte Doglia, fino all’ampio golfo di Porto Conte che è protetto dai promontori di Punta Giglio e Monte Timidone-Capo Caccia. L'area marina protetta abbraccia il prospiciente tratto di mare, fino alla Punta Cristallo a nord-ovest.
Il golfo di Porto Conte (il “porto delle ninfe” dei romani) è uno dei tratti di costa più belli dell’isola e per questo ampiamente turisticizzato; accanto ai numerosi insediamenti vacanzieri vi sono però tratti ancora impervi e inaccessibili che conservano un importante patrimonio floro-faunistico.
Ugualmente notevoli, all’interno del parco, le formazioni calcaree mioceniche, in parte con falesie, che sono interessate da un carsismo diffuso di grotte emerse e sommerse tra i più vasti del Mediterraneo. Celeberrima, nello sperone roccioso di Capo Caccia, la Grotta di Nettuno, che si sviluppa per 2500 m. e che è resa suggestiva dal lago salato che l’attraversa, dal colonnato, dalle spiaggette interne, dalle concrezioni, dai saloni e dai cunicoli, frutto del lavorio delle acque marine e dello stillicidio sulla roccia calcarea.
Davanti alle alte, spettacolari falesie dello stesso Capo Caccia si staglia l’Isola Foradada, un frammento di costa staccatosi in tempi geologici, dall’aspetto impervio, “forata” da parte a parte da una grotta scavata dal mare (Grotta dei Palombi); più a nord, l’Isola Piana, dal tipico profilo tabulare.
Il patrimonio floristico dell’area del Parco è caratterizzato, nei promontori che chiudono Porto Conte, dalla macchia con la spinosa Centaurea horrida, endemismo sardo-corso, e la palma nana, unica palma spontanea europea presente nel Mediterraneo; nelle acque del golfo, da vaste praterie di Posidonia oceanica, pianta estremamente delicata e insostituibile quale luogo di rifugio e riproduzione per la fauna marina costiera.
Sono state infine segnalate 35 specie di mammiferi e ben 150 di uccelli, fra i quali ultimi rivestono particolare importanza gli uccelli marini che nidificano tra le falesie (berta maggiore e minore, uccello delle tempeste, gabbiano corso, marangone dal ciuffo) ed i rari esemplari di falco pellegrino e di grifone.
Nell’area del parco è presente la Foresta Demaniale Porto Conte (“Le Prigionette”), all’interno della quale ricade l’oasi faunistica di specie quali i cavallini della Giara, i daini e gli asini.
Il territorio del parco, frequentato già nel neolitico antico (Grotta Verde, VI millennio a.C.), restituisce importanti monumenti di età nuragica (Palmavera, Sant’Imbenia), resti di ville signorili romane (Sant’Imbenia), torri litoranee di età spagnola. Non mancano di un certo pregio le strutture penitenziarie dismesse del novecento, caratterizzate da un sobrio neoclassicismo (Tramariglio).

Consulta le pagine
Mappa della rete ecologica nella sezione cartografia
Legge Regionale 26 febbraio 1999, n. 4. Istituzione del Parco naturale regionale "Porto Conte"
Foresta demaniale di Porto Conte
L'area marina protetta di Capo Caccia - Isola Piana