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Il sughero: una risorsa preziosa
Sughera - A.Chiaramida
Ultimo aggiornamento: 11/09/2008

"Echeggiano colpi d'ascia. Tak. Tak. Un bosco, ma non è fitto; è battuto bene dal sole. S'ode gente che parla. E' il tempo del raccolto. Ed ecco gli uomini incisori".
"Sono tre, vanno intorno e palpano i tronchi dell'albero che, infatti, somigliano affatto all'ulivo, ne trovano uno che li soddisfa, diritto, d'acerbo fogliame, e giù al collo ed alla caviglia due colpi d'ascia" Elio Vittorini 1922.
Il sughero rappresenta in Sardegna una risorsa economica e ambientale di grande importanza, da tutelare come patrimonio mondiale. E’ un prodotto naturale dalle proprietà eccezionali, conosciuto fin dall'antichità, utilizzato per isolare, sigillare, proteggere. Venne descritto per la prima volta da Robert Hooke nel 1665 nella rivista intitolata "Micrografia". La quercia da sughero è una quercia autoctona e coltivata in un areale ristretto del Mediterraneo occidentale soprattutto per la produzione di sughero. In Italia circa l'80% della produzione è concentrata in Sardegna. La sua scorza grigio-chiara, spugnosa e spessa circa 5 cm, può essere rimossa da piante con almeno 20-30 anni di età ad intervalli non inferiori a 10 anni. L’asportazione avviene mediante scortecciamento ed incisione prestando particolare attenzione per evitare lesioni profonde agli strati vitali. E' un tessuto vegetale secondario composto da microcellule morte che hanno generalmente una forma poliedrica e gli spazi intercellulari riempiti da un miscuglio gassoso simile all'aria. La composizione del sughero offre il vantaggio di ridurre le perdite d'acqua e di isolare i tessuti sottostanti, vitali, dall'ambiente esterno. La struttura alveolare del tessuto suberoso e la natura delle membrane cellulari creano un composto leggero, compatto e, nel contempo, resistente all’usura e immarcescibile, caratteristiche speciali che fanno di questo prodotto il materiale ideale per diverse applicazioni.
Il sughero estratto per la prima volta viene chiamato sughero maschio, successivamente alla sua estrazione il tessuto si riforma con caratteri notevolmente diversi e più apprezzati costituendo il sughero femmina o da lavoro. Generalmente l'intervallo di tempo necessario tra un'estrazione e l'altra non può essere inferiore a 10 anni per legge.
Una volta estratto viene portato in appositi “cortili” per la stagionatura che può variare dai 6 ai 24 mesi. La fase successiva è rappresentata dalla bollitura in caldaie per circa un'ora, alla temperatura di 120 °C. A questo punto il sughero è pronto per la lavorazione.
La produzione del sistema forestale delle sugherete alimenta ogni anno un giro d’affari che si aggira intorno ai 55-60 milioni di euro. Il prodotto trova applicazioni in diversi settori dal comparto industriale all’edilizia; da qualche decennio è in ascesa la produzione di souvenir tipici della Sardegna e destinati al turismo; recentemente è stato brevettato un tessuto, interamente in sughero, per la confezione di abiti. Il degrado delle sugherete mediterranee causato principalmente da incendi frequenti, dal disboscamento in sinergia con la Lymantria dispar , rappresentano una grave perdita.