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Euprotto Sardo
Euprotto - esemplare maschio
Euproctus platycephalus
Phylum: Chordata
Classe: Amphibia
Ordine: Urodela
Famiglia: Salamandridae
Nome sardo: cane ‘e s’abba, Trota canina, Tarpa.

Origine zoogeografica: Europea, specie relitta dalla fauna continentale. Endemismo sardo.

Areale di distribuzione: La specie un tempo presentava un’ampia distribuzione in tutta la Sardegna, principalmente sopra i 400 m. Attualmente è confinata in poche località sopratutto nella parte orientale dell’Isola. I ritrovamenti nella parte occidentale dell’Isola sono rari e non è mai stato segnalato per la Nurra e le isole parasarde. Il suo range, che è peraltro disgiunto, è compreso da Nord a Sud tra i monti del Limbara e il Sarrabus, e tra Baunei ad Est ed il monte Linas ad Ovest. Unico rappresentante della famiglia dei salamandridi, l’Euprotto sardo, è una tra le poche specie appartenenti alla fauna continentale del Terziario inferiore.

Identificazione: Anfibio urodelo di piccole dimensioni, di solito raggiunge gli 11-12 cm. Si distingue per a testa appiattita, poco più lunga che larga, di forma triangolare e poco distinta dal corpo, il muso è arrotondato e la bocca si presenta larga con lingua ovale estrflessibile; occhi sporgenti, ghiandole parotidi indistinte. Coda compressa lateralmente, provvista sulla parte terminale, nel periodo riproduttivo, di una cresta mediana, dorsale e ventrale, bassa e a margine intero. Il tronco si presenta allungato e si può notare il cono cloacale ben sviluppato;arti poco sviluppati e di media lunghezza. Colorazione delle parti dorsali di color bruno o olivastro con chiazze ruggine, verdastre o nere ed una striscia vertebrale rossastra; le parti ventrali sono più chiare, grigio chiaro – biancastro, con delle macchie scure evidenti, più rade nelle femmine, sempre presenti sulla gola. Specie con evidente dimorfismo sessuale, il maschio ha dimensioni maggiori rispetto alla femmina ed è provvisto, nella parte distale esterna della zampa, di uno sperone simile a un dito supplementare; nel maschio l’apertura cloacale è rivolta verso la base della coda, viceversa, nella femmina la cloaca guarda indietro e un po’ verso l’alto.

Habitat ed Ecologia: E’ una specie solitaria che vive nei corsi d’acqua permanenti, limpidi con fondo roccioso, sabbioso o misto, per lo più privi di vegetazione e con deboli correnti. Durante l’inverno va in letargo e nella stagione più calda va incontro ad una sorta di latenza estiva. In primavera ed in autunno si può trovare sotto i sassi e i detriti dei torrenti o lungo le sponde. Sia le larve che gli adulti sono predatori e si cibano in prevalenza della fauna macrobentonica, ma anche di grossi insetti. La specie viene a sua volta predata da bisce d’acqua e trote fario.

Galleria fotografica
Euprotto - esemplare maschioEuprotto - esemplare femminaEuprotto che nuotaEuprotto, esemplare adultoGiovane Euprotto con branchie rossiccieGiovane Euprotto, branchie rosse in primo piano


Riproduzione: La riproduzione avviene in acque basse a metà della primavera (aprile) e talvolta in autunno. Durante il periodo della fregola, gli Euprocti si riuniscono in coppie. Il maschio rilascia la spermatofora che verrà in seguito assorbita dalla compagna. L’ovodeposizione si protrae per molto tempo, da 3 a 5-6 mesi, durante il quale la femmina depone mediamente circa 140 uova che vengono attaccate singolarmente sulla faccia inferiore delle pietre. Le uova si schiudono dopo circa un mese; la metamorfosi si compie tra i 10 e i 15 mesi. La larva è strettamente acquatica, a respirazione branchiale.

Fattori di minaccia: introduzione di specie ittiche alloctone (es. Trota fario); prelievi idrici eccessivi dai laghetti collinari e montani (con effetti deleteri in particolare sugli stadi larvali). Il declino della specie è dovuto principalmente alla perdita di habitat, inquinamento delle acque ed introduzione di competitori, nonché alla disgiunzione degli areali.

Status di conservazione: Specie rara a livello regionale, nazionale, europeo e mondiale. Localmente comune.

Protezione: Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato III); Dir. CEE 43/92 All. D; Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23.

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