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Tartaruga marina comune
Caretta caretta
Phylum: Chordata
Classe: Reptilia
Ordine: Testudines
Famiglia: Chelonidae
Nome sardo: Tostoine, tostughine, tostoina
Origine zoogeografica:Cosmopolita

Areale di distribuzione: specie cosmopolita, C. caretta vive abitualmente nelle acque marine temperate e subtropicali, con una presenza minore nei mari tropicali. E’ presente negli oceani Atlantico, Pacifico, Indiano e nei mari delle Antille, Arabico, Cinese, Giapponese, Mediterraneo, Rosso, Nero etc. Nel Mediterraneo rappresenta la tartaruga più diffusa, con una stima di circa 3000 femmine riproduttive presenti. Purtroppo le spiagge italiane (a parte qualche rara eccezione) non sono più tra le zone di deposizione preferite da questa specie.

Identificazione: Nei primi 3 anni di vita la specie ha una lunghezza del carapace di circa 50 cm. e un peso di circa 18 Kg., tra i 4 e i 5 anni ha un carapace lungo circa 60 cm. e un peso medio di 35 Kg.; negli adulti il carapace può raggiungere una lunghezza compresa tra gli 80 e i 140 cm. e un peso fino a 450 Kg.. Il carapace ha una forma allungata, un rivestimento corneo e 5 scudi costali per lato, mentre il piastrone possiede 3 scudi inframarginali che lo connettono con il carapace, privi di pori. La colorazione è variabile, generalmente tendente al bruno-giallastro nella testa, collo, zampe e coda, mentre il carapace ed il piastrone sono bruni, bruno-nerastri o bruno-verdastri. La testa è di grandi dimensioni, con occhi grandi e becco molto robusto. Gli arti hanno la forma di pinne e sono muniti di una sola unghia sul primo dito. La coda è corta e coperta dal carapace. La testa, gli arti e la coda non sono retrattili. E’ una specie con dimorfismo sessuale, il maschio è più piccolo, ha una coda più lunga e più larga alla base e ha unghie delle natatoie anteriori più sviluppate rispetto alle femmine.

Habitat ed Ecologia: E’ una tartaruga di abitudini piuttosto indolenti e apatiche che è possibile sorprendere in fase di torpore sia in alto mare che lungo le coste, mentre si lascia trasportare dalle correnti. E’ pelagica e frequenta le acque con una profondità massima di 200 m circa. I mari temperati e subtropicali sono le acque preferite da queste testuggini, anche se spesso si spingono in acque più calde. Gli esemplari che frequentano il Mediterraneo tendono a concentrarsi nelle parti più orientali del bacino durante la riproduzione, mentre lo svernamento avviene nelle regioni più meridionali. Si nutre di molluschi, gasteropodi, crostacei, echinodermi e, solo raramente di pesci e alghe. E’ una specie solitaria per la maggior parte dell’anno, nel periodo riproduttivo si riunisce in branchi più o meno numerosi, formati quasi sempre dai medesimi individui, e compie lunghe migrazioni verso i luoghi di riproduzione.

Riproduzione: L’accoppiamento avviene in prossimità delle coste sabbiose, in prossimità dei siti di nidificazione, dove le femmine ritorneranno per deporre le uova dopo circa 2 o 3 anni. La femmina depone generalmente dalle 60 alle 200 uova in una buca di 40 – 70 cm scavata sulla spiaggia, dopodiché ricopre la buca e ritorna in mare. Durante la stagione riproduttiva la femmina può costruire più nidi, dai quali, dopo 6 – 8 settimane dalla deposizione, nel Mediterraneo da luglio a settembre, sgusciano i piccoli che misurano non più di 5 cm. Questi si dirigono velocemente verso il mare orientandosi , come peraltro le femmine, con la relativa intensità luminosa e brillantezza, anche notturna, della sua superficie. L’accrescimento è veloce e fin dai primi giorni di vita la dieta è carnivora. I piccoli sono predati da ratti, volpi, gatti e cani randagi, gabbiani etc. e, una volta in acqua, anche da alcuni pesci. La riproduzione avviene ogni 2 – 3 anni.

Fattori di minaccia: Le principali minacce alla specie arrivano dalle reti da pesca, dall’antropizzazione e degrado dei siti adatti alla deposizione delle uova.

Status di conservazione: Estinta a livello regionale, vulnerabile a livello italiano, europeo e mondiale

Grado di Protezione: Convenzione di Berna (legge 503/1981, allegato II); Dir. CEE 43/92 All. B, D; Legge Regionale 29 luglio 1998, n° 23