Si tratta di una sottospecie importante del
Ginepro Rosso, il cui nome comune (
ginepro coccolone) è dovuto ai galbuli più grandi. Anche questa sottospecie ha due righe bianche negli aghi, che però sono più corti. La pianta ha inoltre un aspetto ed un portamento meno eretto e verticale.
Corologia: Tipico delle aree costiere nel bacino del Mediterraneo.
Descrizione: Arbusto o alberello di modeste dimensioni (3-6 m.) con portamento cespuglioso, con chioma piuttosto irregolare e lassa, rami eretti, talvolta penduli. Corteccia grigio-bruno tendente a squamarsi in lunghe strisce. Foglie in verticilli di 3, aghiformi, pungenti, persistenti, lunghe 15-25 mm., con due bande stomatifere glauche sulla pagina superiore; nervatura centrale evidente. Infiorescenze maschili e femminili generalmente su piante diverse, posizionate all'ascella delle foglie.
Galbulo di 14 -22 mm. di diametro, globoso o globuloso trigono, pruinoso di colore rosso-brunastro opaco, contiene 3 semi appiattiti.
Fenologia: Fiorisce da gennaio a marzo e fruttifica nell’autunno dell’anno successivo.
Habitat: Specie esclusiva delle zone litoranee, predilige le dune sabbiose, dove da luogo a formazioni pure, spesso impenetrabili.
Forma biologica: Arbusto sempreverde o più raramente alberello di modeste dimensioni. Microfanerofita
Usi e curiosità: Il nome
coccolone deriva dalla produzione di grezze drupe chiamate "coccole". Le bacche sono un ottimo alimento per volpi, mustelidi ed uccelli. Viene impiegato per il consolidamento delle dune e come frangivento per i retrostanti rimboschimenti, infatti è una specie resiste bene all’areosol marino anche se è di lento accrescimento ed il seme è di scarsa germinabilità .
Il legno è compatto, duro, resistentissimo e molto profumato, ha un colore giallastro esternamente mentre la parte centrale e rossastra e con sottili venature.
Si presta ad essere levigato ed intarsiato ed è stato utilizzato fin dai tempi remoti per statue, imbarcazioni, travature e solai. Dalla distillazione del legno si ottiene un olio particolare utile soprattutto per curare le affezioni della pelle mentre in veterinaria per combattere la scabbia e le ulcere dei bovini. Con i galbuli si preparano marmellate e conserve. Facendo macerare galbuli, interi o frantumati, in acquavite o alcool si preparano liquori (da tavola o anche medicinali): es. gineprini o gin.