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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Ciliegio selvatico
Rami di ciliegio
Prunus aviumL.
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Nome sardo: Kariasa agreste, Erexia, Ghinda, Ciriaxia
“Tutto mi dava fastidio, specialmente lo squillo del campanello della porta. Non avevo più voglia e forza di lavorare: seduta davanti allo scrittoio mi incantavo a guardare il bianco ciliegio che dallo sfondo azzurro della finestra mi porgeva i mazzi dei suoi fiori delicati; e respingevo quest'omaggio, domandandomi cosa c'è dopo tutto di meraviglioso nel periodico ritornare della primavera.”
Il sigillo d’amore (Capitolo Il leone) di Grazia Deledda

Corologia: Pianta originaria dell’Asia occidentale, si è successivamente diffuso in Europa, Asia Minore, Caucaso e Africa del Nord. In Italia è presente in tutte le regioni. È difficile stabilire con precisione l’areale originario del ciliegio. Il suo indigenato in Europa è confermato anche da reperti archeologici del Paleolitico.
Tipo corologico: Europeo - pontica

Descrizione: Portamento arboreo con chioma ovato-piramidale e rami eretti; raggiunge i 20 metri di altezza. La corteccia che inizialmente è liscia e brunastra-rossiccia, diviene successivamente grigiastra, rosso-scura e si desquama in strisce trasversali. I rami sono glabri, rossicci. Il ciliegio è una pianta a foglia caduca, semplice, ovato-oblunga, con apice pronunciato, appuntito e margine seghettato. Picciolo generalmente glabro o con scarsi peli. Le foglie sono verdi superiormente, più chiare e leggermente pubescenti nella parte inferiore. Fiori ermafroditi bianchi o rosei in ombrelle di 2-5; calice bianco verde costituito da 5 sepali oblunghi, glabri, ripiegati all’indietro; petali bianchi di 10-15 mm e smarginati all’apice; stami numerosi con filamenti bianchi, lunghi quanto i petali e con antere gialle di 1 mm. Il frutto è una drupa di 1-1,2 cm, subglobosa, di colore rosso o rosso-scuro, succosa e edule; il nocciolo ha una forma ovoidale, è liscio e tricarenato.

Fenologia: La fioritura è contemporanea all’emissione delle foglie ed avviene tra marzo e aprile. I frutti maturano a luglio-agosto.

Habitat: Allo stato spontaneo si trova lungo i margini dei boschi o lungo i corsi d’acqua consociata ad altra vegetazione. In alcune aree è presente anche negli areali montani o sub-montani. E’ una specie eliofila che si adatta a molti tipi di substrato, prediligendo tuttavia i terreni freschi. È sensibile alle gelate primaverili.

Forma biologica: Mesofanerofita caducifoglia

Usi e curiosità: Il ciliegio selvatico, che ha dato origine alle numerose forme coltivate, è una pianta che attualmente è sempre più utilizzata per rimboschimenti. È usata anche come specie ornamentale per le alberature stradali, giardini e come specie da frutto. Si riproduce per seme o per via vegetativa. Il legno del ciliegio è pregiato e viene impiegato nella fabbricazione di mobili di lusso, per strumenti a fiato, squadre, pipe ecc. Il nome scientifico significa "Pruno degli uccelli", proprio per il tipo di disseminazione che avviene proprio attraverso gli uccelli che se ne nutrono e che con i loro succhi gastrici demoliscono il nocciolo favorendo la sua propagazione. Il ciliegio selvatico è un eccellente diuretico e lassativo. Come diuretico si usa nei casi di gotta, di artrite, nelle calcolosi renali, nelle cistiti. E’ anche un eccellente tonico per l’organismo. In cucina i frutti del ciliegio si consumano freschi, oppure conservati, sotto forma di sciroppi o confetture. In cosmesi la polpa e un buon rivitalizzante e rassodante della pelle del viso. È una pianta mellifera.

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Lanusei, ciliegi in fioreUn ciliegeto nei pressi di Bonnanaro Rami di ciliegio


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