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FORESTE E PARCHI DELLA SARDEGNA
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Gelso (albero delle more nere o bianche)
more nere, albero di gelso, parco di Tepilora
Morus nigra o Morus alba L.
Divisione: Angiospermae (o Magnoliophyta)
Classe: Dicotyledones (o Magnoliopsida)
Ordine: Urticales
Famiglia: Moraceae
Nome sardo: Murighessa, Muraghessa (Logudoro), Mura gessa (medio Campidano), Mura, Gessa.
Corologia: Il gelso (Morus L.) è un genere di piante originario dell'Asia, ma anche diffuso, allo stato naturale, in Africa e in Nord America. Comprende alberi o arbusti di taglia media.

Descrizione: Il gelso bianco o moro bianco (Morus alba L.) è un albero deciduo appartenente alla famiglia delle Moraceae, contenente lattice, originario della Cina settentrionale e della Corea. Venne introdotto in Europa verso il XV secolo, principalmente per l'uso delle sue foglie come alimento dei bachi da seta e si rinviene sporadicamente a seguito di vecchie coltivazioni datate in Europa meridionale, specie in Italia e Spagna, dove la bachicoltura era particolarmente diffusa fino agli anni cinquanta.

Fenologia: I fiori del gelso nero sono più allungati e presentano stami rosati portati su lunghe antere, altri sono più piccoli e rotondeggianti rispetto al gelso bianco e presentano stigmi e lacinie del perigonio villose.

Habitat: Si tratta di una specie (gelso bianco) che cresce su qualsiasi tipologia di terreno, dall'argilloso al sabbioso, presentando un'elevata capacità di adattamento. Introdotto in Italia da viaggiatori commercianti e monaci dall'Asia, ha trovato nelle zone italiane l'habitat ideale di crescita, compiendo senza problemi la messa a seme e la conseguente riproduzione della specie. Necessita di terreno umido, anche se non bagnato costantemente. Tipiche erano le coltivazioni in Pianura Padana. Predilige gli habitat lungo i canali e per lo scolo dell'acqua, lungo i torrenti, dove interi filari di gelsi delimitavano i bordi dei campi, beneficiando dell'ambiente umido e acquoso che il corso d'acqua garantisce. In Italia centrale è particolarmente diffuso nella zona collinare, pur presentandosi sparso un po' ovunque, dalla pianura sino agli 800 m di quota, dove alcuni esemplari sono sfuggiti alle coltivazioni e si rinvengono nei boschi che circondano i campi. Nelle zone meridionali è particolarmente abbondante nei monti Nebrodi in Sicilia.
Il gelso bianco si presta al ceduo (raramente, con un ciclo economico di 15 anni circa) e alla fustaia (la più diffusa, con una durata di circa 60-100 anni).

Portamento: il gelso nero si presenta più basso, meno slanciato e con chioma più arrotondata di quella del gelso bianco. ll gelso bianco è un albero ad accrescimento piuttosto rapido, alto fino a 15–20 m, con tronco che si presenta irregolarmente ramificato, chioma densa, ampia e arrotondata verso la sommità. Presenta radici di colore arancio, robuste, profonde ed espanse, poco adatte a terreni secchi e aridi, pur presentando un fitto capillarizio che gli consente di sopravvivere anche in condizioni di moderata siccità. Vegeta in luoghi soleggiati o al massimo a mezz'ombra, e necessita di ampio spazio in quanto raggiunge notevoli dimensioni.

Foglie e Frutti: le foglie del gelso nero sono più scure e ricoperte da una fitta peluria (tomento) su entrambe le pagine, sono ruvide sulla pagina superiore. Le foglie si presentano caduche, alterne, distiche, portate da un picciolo scanalato e ornato da piccole stipole laterali caduche. Presentano un elevato polimorfismo, generalmente hanno forma ovato-acuta asimmetrica alla base, ma non di rado sono cuoriformi e in forme intermedie tra le due appena citate. La lunghezza varia dai 7 ai 14 cm e la larghezza è compresa tra i 4 e i 6 cm.
I frutti del gelso - chiamati impropriamente more di gelso - sono infruttescenze composte formate dall'unione di un frutto vero e proprio, le nucule, e un falso frutto, che costituisce la polpa. Il nome corretto di questa infruttescenza è sorosio (botanicamente un falso frutto) e somiglia ad un piccolo lampone o ad una mora di rovo, ma più grosso ed allungato. I sorosi hanno forma ovato-arrotondata e lunghezza da 1 a 3 cm. Quelli del gelso nero sono più allungati, più grossi, succosi e molto scuri. Sono aciduli prima della maturazione, ma in seguito molto dolci. Le more di gelso nere e le more bianche) sono edibili (famosa la granita siciliana ai gelsi).
Inoltre dai frutti vengono estratti oli essenziali per cosmetici naturali.

Usi e curiosità: Dunque questa pianta ha un posto non banale nella storia della nostra Isola: risulta diffuso, allo stato non naturale, anche in Sardegna in correlazione alla bachicoltura. Sia il Gelso nero (Morus nigra) che il Gelso bianco (Morus alba) risalgono ai tempi in cui era assai diffusa la produzione di splendidi tessuti...attività di cui purtroppo rimane testimonianza oramai solo ad Orgosolo. La produzione venne infatti abbandonata per l'arrivo di tessuti a basso costo dall'Asia; ci restano ora le tante splendide piante, e le deliziose more nel periodo tardo-primaverile.
Link per approfondimenti (fonte): Wikipedia
Altri utilizzi degni di nota riguardano la specie Morus platanifolia Koidz. (Gelso a foglie di Platano): il platanifolia sta ormai diventando il gelso più diffuso per uso ornamentale sempre più scelto nelle città (soprattutto di mare per la tolleranza all'aerosol marino) specie nella varietà fruitless (con pochi frutti o per niente fruttifero) che sporca meno delle altre.
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Queste immagini arrivano dal compendio di Tepilora, parco naturale regionale di recente istituzione, sui perimetri gestiti dall'Agenzia Forestas tra Torpè e Lodè...

more nere, albero di gelso, parco di Tepilora (2)

more nere, albero di gelso, parco di Tepilora (3)