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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Programma CAMP

Da cabu Nieddu a Capo Caccia - Francesco Massimino Cubeddu - Cuglieri (OR)
Nel 1989 è stato istituito il Coastal Area Management Programme (CAMP) che si inserisce tra le attività di tutela del Mare Mediterraneo. Tali attività sono perseguite dalle Parti Contraenti la Convenzione di Barcellona del 1976, finalizzata alla Protezione dell’Ambiente Marino e della Regione Costiera del Mediterraneo. I programmi CAMP sono coordinati dal PAP/RAC (Priority Actions Programme / Regional Activity Centre) del Mediterranean Action Plan dell’UNEP (United Nations Environment Programme).
Il CAMP è orientato all’implementazione di progetti di gestione costiera sviluppati per aree pilota situate nel Mediterraneo. Esso ha come obiettivo principale quello di elaborare e realizzare strategie, azioni e procedure per uno sviluppo sostenibile delle aree costiere e, a tal fine, individuare ed applicare metodologie e strumenti ad hoc per la gestione delle suddette zone su aree campione particolarmente significative ma trasferibili anche in altre aree del Mediterraneo.

Nel periodo 1990-98 sono stati realizzati due cicli di programmi CAMP nelle seguenti aree costiere: Albania (tutta la costa albanese), Croazia (Kastela Bay), Grecia (Isola di Rodi), Siria (tutta la costa siriana), Tunisia (Città di Sfax) e Turchia (la baia di Izmir). Il progetto di Fuka, in Egitto, è stato completato nel 1999 ed in Israele nel 2000. Il Terzo ciclo del programma è iniziato nel 1997. In linea con le decisioni prese dalle parti contraenti, sono stati avviati i progetti nelle aree costiere dell’Algeria, Libano, Malta, Marocco e Slovenia.
CAMP Malta è stato ultimato nel 2002, i CAMP Libano nel 2004 e Algeria nel 2005. Sono ancora in svolgimento i CAMP Slovenia e CAMP Cipro.
In Marocco e in Spagna sono in fase di svolgimento i nuovi CAMP mentre per il CAMP Montenegro sono in atto le discussioni preliminari.

Programma CAMP Italia
L’Italia, già parte contraente della Convenzione di Barcellona, ha sottoscritto il Protocollo sulla Gestione Integrata della Zona Costiera (Protocollo ICZM - Integrated Coastal Zone Management), adottato nell’ambito della Conferenza diplomatica plenipotenziaria tenutasi a Madrid nei giorni 20 e 21 gennaio 2008. Tale Protocollo rappresenta il principale riferimento del programma CAMP.
Nell’articolazione nazionale del programma “CAMP Italia”, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) svolge attività prevalentemente di indirizzo e di coordinamento al fine di fissare standard di tutela uniformi sull’intero territorio nazionale. In questi termini il Ministero ha provveduto all’individuazione di un campione di Regioni costiere sulla base della valutazione degli aspetti naturalistici, delle pressioni di origine antropica e naturale e degli strumenti di governance in atto. A seguito degli incontri con i rappresentanti delle Amministrazioni Regionali ha quindi individuato le aree da proporre per il Programma “CAMP Italia” ricadenti nel territorio delle Regioni Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Sardegna e Toscana.

Il progetto CAMP si suddivide in tre fasi:
1. Studio di Fattibilità
2. Programma d’Azioni
3. Implementazione azioni

Il Progetto CAMP per la Sardegna
Con deliberazione della Giunta Regionale n. 72/16 del 19.12.2008, è stata approvata la sottoscrizione del Memorandum di intesa tra il Ministero dell’Ambiente e le regioni Emilia - Romagna, Lazio, Liguria, Sardegna e Toscana per la realizzazione del CAMP Italia, e l’affidamento del coordinamento del CAMP per la Sardegna all’Agenzia Conservatoria delle coste.

Le aree pilota della Regione Sardegna
Per quanto riguarda la Sardegna le aree pilota individuate sono:
- “Area CAMP Nord”, il tratto costiero compreso tra Capo Caccia e Castelsardo, incluse l’Isola Piana e l’Isola dell’Asinara;
- “Area CAMP Ovest”, il tratto costiero tra Torre Pittinurri e Portixeddu e isole prospicienti.
Il CAMP, che ha avuto inizio alla fine del 2009, ha una durata complessiva di 5 anni e si pone come obiettivo prioritario la definizione di una strategia di gestione integrata per le aree indicate, e la realizzazione di azioni innovative che verranno proposte dai comuni costieri con il coordinamento ed il supporto tecnico della Conservatoria.

Sotto l’aspetto operativo, la Conservatoria delle coste ha realizzato lo Studio di Fattibilità del CAMP Sardegna, funzionale alla implementazione dello Studio di Fattibilità del CAMP Italia, definito il Programma d’azioni e avviato le azioni pilota.
Sulla base del quadro normativo e programmatico di riferimento e dell’analisi dei processi territoriali analizzati (ambientali, socio-economici e storico-culturali), l’obiettivo dello Studio di Fattibilità del CAMP è stato quello di pervenire all’individuazione di strategie, di obiettivi specifici e di azioni prioritarie da perseguire e attuare nelle aree individuate, attraverso un processo di condivisione con le Amministrazioni Comunali ed altri eventuali soggetti territoriali coinvolti.

Struttura e contenuti dello Studio di Fattibilità
Di seguito si riportano sinteticamente la struttura e i contenuti dello studio di fattibilità approvato in via definitiva dal Ministero dell’Ambiente:
- Contesto strategico, politico e priorità per lo sviluppo sostenibile; quadro normativo regionale di riferimento, competenze e funzioni dei diversi livelli istituzionali nel campo della gestione delle aree costiere;
- Contesto territoriale di riferimento: il sistema fisico-ambientale, caratteri biotici e abiotici, il patrimonio storico-culturale, l’assetto socio-economico e urbanistico;
- Analisi valutativa: le pressioni naturali e antropiche, gli impatti e le risposte in atto negli ambiti territoriali di riferimento e loro trend evolutivo; conflitti attuali e potenziali tra differenti usi; il coordinamento orizzontale e verticale tra livelli istituzionali in relazione alla gestione integrata delle aree costiere;
- Coinvolgimento dei soggetti territoriali e partecipazione per l’individuazione delle esigenze territoriali e delle priorità, anche attraverso l’analisi dei momenti partecipativi pregressi;
- La progettualità in atto e prevista nelle aree CAMP;
- L’individuazione degli obiettivi e delle azioni prioritarie da intraprendere per l’attuazione della gestione integrata delle aree costiere: azioni specifiche.

Le priorità strategiche individuate ed emerse anche dal processo di consultazione con gli enti locali e con gli altri stakeholder sono articolate in:
1. Salvaguardia e rigenerazione dell’integrità strutturale e funzionale delle risorse naturalistico-ambientali dell’area costiera, quali componenti fisiche primarie su cui si sviluppa la diversità biologica dei principali ecosistemi marino-costieri;
2. Consolidamento e qualificazione dell’offerta turistica locale in un’ottica di sostenibilità, mediante una maggiore caratterizzazione territoriale (risorse naturalistico-ambientali e patrimonio storico-culturale e identitario), la messa a sistema degli elementi di offerta e la riduzione degli impatti generati sulle risorse costiere;
3. Gestione integrata delle risorse alieutiche. Gli obiettivi principali legati alla gestione delle risorse ittiche oggetto di sperimentazione possono essere sintetizzati in tre ambiti diversi accomunati dall’obiettivo più generale di mirare alla replicabilità su scala regionale delle azioni proposte:
1) Gestione della risorsa biologica e definizione di due aree di gestione sperimentale e di un’area di ripopolamento e soluzione di problemi di depauperamento della risorsa mediante il coinvolgimento attivo e la formazione di operatori del settore;
2) Creazione di filiere corte per la commercializzazione delle specie ad alto valore commerciale e ottenimento di attestazioni o certificazioni di sostenibilità del prodotto;
3) Integrazione delle attività di pesca con il tessuto socioeconomico locale ed in particolare con le dinamiche di turismo sostenibile.

Approfondimenti
Visita il sito del PAP/RAC