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La Regione impugnerà il decreto di commissariamento del Parco dell'Asinara

La Giunta regionale ha deciso di opporsi all'eventuale provvedimento riguardante il commissariamento del Parco dell'Asinara (preannunciato dal Ministro Prestigiacomo) e di presentare ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento dell'eventuale decreto. Un caso simile è accaduto in Toscana.
Cavalli
CAGLIARI, 12 FEBBRAIO 2009 - La Regione impugnerà l'eventuale decreto di commissariamento del Parco dell'Asinara, preannunciato dal Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, con una lettera recapitata qualche giorno fa all'Amministrazione regionale. La Giunta, con una delibera adottata l'11 febbraio scorso, ha deciso di opporsi al provvedimento e di presentare ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento del paventato decreto.

Alla base dell'irregolarità dell'atto vi sarebbero due ragioni. La prima è legata alla procedura della nomina: il Ministero dell'Ambiente, in seguito alla scadenza del Consiglio di amministrazione dell'Ente (5 febbraio 2009), non ha avviato il procedimento d'intesa con la Regione per nominare il commissario così come previsto dalla legge 394 sui Parchi nazionali.

Vi è una seconda ragione: non vi sono state motivazioni legate a una gestione improvvida dell'Ente Parco, non essendo stati assunti da parte dall'Ente atti in violazione di legge o irregolarità amministrative, tali da giustificare la nomina di un commissario. Il Parco dell'Asinara è l'unico parco nazionale ad essersi dotato di un piano del Parco e di un piano socio-economico.

"Si tratta di un vero e proprio atto d'imperio - spiega l'assessore regionale dell'Ambiente, Cicito Morittu-. Questo commissariamento è un provvedimento che espropria la Regione del potere di dire la sua nella scelta del nuovo presidente. Il ministro dell'Ambiente si prepara a scrivere un atto in violazione delle norme, a dimostrazione che questo Governo vuole attentare alle prerogative di autonomia garantite dallo Statuto sardo e dalla stessa legge sui parchi nazionali. Chiederemo l'annullamento del decreto al Tar del Lazio, sicuri di poter vincere la nostra battaglia - conlcude Morittu-, così come è successo alla Regione Toscana, con la quale ci sono gli stessi elementi di contesa con il Ministero: la Corte Costituzionale in quel caso ha accettato le motivazioni del ricorso, annullando il decreto ministeriale".