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"@ll-in", un progetto per superare il divario digitale

Dalla Regione, un nuovo importante passo in avanti nell'ambito delle iniziative per il superamento del divario digitale infrastrutturale.
CAGLIARI, 17 LUGLIO 2009 - Dopo il progetto CAPSDA (centri di accesso pubblico a servizi digitali avanzati), che ha visto la creazione di 128 centri pubblici di accesso presso le biblioteche comunali e dopo quello SAX-P (sistemi avanzati per la connettività sociale), che attraverso l’erogazione di contributi a organizzazioni senza fini di lucro, Università ed Enti per il diritto allo studio, ha portato alla creazione di ulteriori centri di accesso assistiti, ora è la volta di “@ll-in” uno specifico programma che ha lo scopo di consentire a tutti i cittadini di usufruire a pieno titolo delle opportunità date dalle nuove tecnologie, e superare così il divario digitale, coinvolgendo nella società dell’informazione coloro che si trovano in situazioni di svantaggio sociale o personale (come donne, anziani, disabili, disoccupati,ecc.). L’importo stanziato, è pari a 6 milioni di euro, provenienti da fondi comunitari.

I dettagli del programma e le ragioni che stanno alla base della sua realizzazione, sono stati illustrati stamane dall’assessore regionale degli affari generali Maria Paola Corona.

Innanzitutto, è stato spiegato, il piano rientra nell’asse I del POR FERS 2007-2007 e prende le mosse, in particolare, da 4 concetti fondamentali che sono stati fatti propri da Bruxelles.

Il primo considera le ICT (tecnologie della informazione e della comunicazione) come fattore di crescita del PIL e della produttività, contribuendo a migliorare la qualità della vita e la partecipazione sociale; per tale ragione occorre quindi una particolare attenzione affinché ne venga agevolato l’accesso da parte di disabili e anziani;
Il secondo prende atto che le persone anziane o con bassa scolarizzazione e i disoccupati utilizzano Internet in percentuale nettamente ridotta rispetto al resto della popolazione;
Altro punto riguarda la accessibilità: a fronte di un 15% della popolazione europea con qualche forma di disabilità, solo il 3% dei siti pubblici è conforme ai requisiti minimi di accessibilità;
Si tratta quindi – e questo di fatto è l’intento dell’intero programma comunitario – di ridurre significativamente le disparità nell'accesso a Internet aumentando la disponibilità di connessioni a larga banda nelle zone poco servite, con l'obiettivo di coprire il 90% della popolazione entro il 2010.

"Per raggiungere il risultato la Regione – ha spiegato stamane l’assessore Corona – intende estendere in tutta la Sardegna, soprattutto nelle zone rurali e più isolate o comunque non servite, l’accesso alle reti ICT e ai loro contenuti e servizi attraverso la ulteriore realizzazione in tutta l’isola di luoghi di accesso ai servizi tecnologici(previsti un numero fra 200 e 250, con 15 postazione ciascuno); lo scopo è quindi di colmare i divari in materia di disponibilità, accessibilità e competenze digitali, coinvolgendo in maniera particolare i soggetti più esposti al divario digitale ed in particolare le donne, gli anziani, i disabili, disoccupati, prevedendo la creazione di postazioni assistite per diversamente abili". "Sono anche allo studio – ha precisato il direttore generale Antonio Quartu – particolari ausili come gli ingranditori di caratteri per facilitare la fruizione delle postazioni ai soggetti anziani".

Ma il progetto regionale "@ll-in" è anche altro e prevede, oltre alla necessaria alfabetizzazione informatica, la possibilità di accedere ai servizi on-line delle pubbliche amministrazioni, così come è previsto un percorso teso a qualificare e riqualificare, per il reinserimento nel mondo lavorativo, inoccupati, disoccupati e donne, grazie a corsi di formazione erogati, anche in modalità e-learning, attraverso piattaforme indicate dalla amministrazione regionale.

La prima fase dell’intervento, che è partita lo scorso 7 luglio con la pubblicazione del bando, consultabile sul sito istituzionale della Regione, prevede una selezione di soggetti per la costruzione di una rete territoriale di centri di accesso pubblico. Si vuole valorizzare – hanno spiegato all’assessorato degli affari generali - la capacità di aggregazione e socializzazione dei soggetti pubblici e privati che nella loro attività coinvolgono in maniera particolare i ceti sociali meno abbienti ed i soggetti più esposti al divario digitale sociale, culturale, generazionale e di genere.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione alla selezione è fissato per il prossimo 7 agosto e potranno partecipare Province, Comuni, ASL e Aziende ospedaliere con copertura del servizio di connessione in banda larga, per l’allestimento del Centro anche all’interno delle biblioteche; le Università; gli Istituti scolastici statali e paritari, sedi di scuole elementari e medie inferiori; ma anche Associazioni, fondazioni, centri anziani, cooperative sociali, aggregazioni religiose e patronati, ecc, senza fini di lucro, costituite a scopi sociali, culturali, educativi, ricreativi, le cui attività sono rivolte sia ai soci che alla collettività, nel rispetto dei principi delle pari opportunità tra uomini e donne.

A novembre prevista l’apertura dei primi centri, che avranno una dotazione di tutto rispetto:
- postazioni di lavoro con personal computer, di cui uno ad alte prestazioni, inclusive dei necessari arredi, collegati in rete e connessi a internet mediante collegamento a banda larga, preesistente o da garantire alla data di attivazione del Centro con oneri a carico del proponente;
- lettori di smart card a microprocessore, compatibili CNS/CIE (uno per postazione);
- attivazione di una casella di posta elettronica certificata PEC (posta elettronica certificata);
- un access point wireless;
- una stampante di rete multifunzione.

Per 15 ore la settimana dovranno essere utilizzati per la realizzazione del programma; per altre 15 ore potranno essere utilizzate per la realizzazioni di altri eventuali programmi od iniziative della Regione; libero l'utlizzo per le restanti ore.

I Centri dovranno consentire l’accesso ai servizi digitali avanzati delle Pubbliche Amministrazioni, la navigazione in internet in maniera controllata, la possibilità di usufruire di tutte le periferiche previste nel Centro, l’utilizzo di piattaforme e-learning per la fruizione di corsi formativi. Ogni singola postazione sarà dotata di un pacchetto software per l’utilizzo di applicativi di Office Automation, nonché di eventuali altri applicativi. Il personale di servizio, messo a disposizione dal soggetto pubblico o privato ospitante il Centro, dovrà registrare gli utenti e orientarli all'utilizzo delle nuove tecnologie e dei servizi on line erogati dalle pubbliche amministrazioni. Saranno, inoltre, consegnati a favore di tre addetti al Centro di accesso pubblico dispositivi di firma digitale.

Sarà poi compito della Regione curare lo svolgimento di eventuali sessioni di addestramento, orientate, principalmente, a fornire al personale addetto alla gestione ordinaria di ciascun Centro le conoscenze che consentono una pronta operatività del Centro, la risoluzione tempestiva di possibili problematiche durante l’esercizio del Centro, nonché l’assistenza agli utenti, inclusi quelli diversamente abili.

"L'intervento presentato oggi – ha detto l’assessore Ketty Corona nel corso della conferenza stampa – costituisce il primo tassello di un piano di ulteriori interventi che la Regione intende sviluppare". "I centri di accesso – ha precisato Corona – costituiranno le basi operative e logistiche per successivi specifici interventi diretti a garantire la fruibilità dei servizi on-line da parte dei cittadini diversamente abili, degli anziani e per la promozione di specifici utilizzi di genere delle tecnologi, per una spesa prevista di aggiuntivi 8 milioni di euro".