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Finanziaria. Cappellacci: non siamo disponibili a fare sconti a nessuno: prima vengono i cittadini, poi la politica

"La politica di rigore non può risolversi nel taglio indiscriminato di quei trasferimenti indispensabili affinché le Regioni possano esercitare in maniera compiuta le funzioni ad esse riconosciute dalla Costituzione e nella conseguente compressione di quell’Autonomia che per la Sardegna, Regione a Statuto Speciale, rappresenta un elemento irrinunciabile e poggia su solide basi storiche, culturali e identitarie".
Presidente Cappellacci
CAGLIARI, 24 GIUGNO 2010 - "La politica di rigore non può risolversi nel taglio indiscriminato di quei trasferimenti indispensabili affinché le Regioni possano esercitare in maniera compiuta le funzioni ad esse riconosciute dalla Costituzione e nella conseguente compressione di quell’Autonomia che per la Sardegna, Regione a Statuto Speciale, rappresenta un elemento irrinunciabile e poggia su solide basi storiche, culturali e identitarie".

Lo afferma il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci che conferma, dopo aver parlato questa mattina con il presidente Vasco Errani, che il fronte delle Regioni è compatto e coeso in difesa dei territori e dei cittadini ed esprime netta contrarietà rispetto ad una manovra che mina la stessa dignità delle Regioni.

"Non posso non rimarcare infatti – aggiunge il presidente Cappellacci - che sono mancati i necessari momenti di dialogo e che la manovra finanziaria è stata presentata con decreto legge senza l'approvazione della decisione di finanza pubblica, né la condivisione della Conferenza Unificata". Se per contrastare la crisi sono necessari sacrifici – prosegue il governatore della Sardegna - occorre trovare il giusto equilibrio tra Stato, da un lato, e autonomie regionali e locali, dall’altro, affinché ciascuno faccia la propria parte e le decurtazioni siano equamente distribuite. Invece, su una manovra di 12 miliardi per due anni, le Regioni sono chiamate a contribuire per oltre la metà. Se il principio è quello del rigore, allora valga per tutti i livelli istituzionali, nessuno escluso, e lo si applichi a 360 gradi. Dall’incontro del 23 giugno con il Ministro Tremonti sembra emergere un atteggiamento di inspiegabile e totale chiusura da parte del Ministro stesso".

"Tutte le Regioni sono disponibili a fare la propria parte nei sacrifici chiesti al Paese – precisa Cappellacci - ma solo in condizioni di equità. Oggi la crisi e le conseguenti decisioni degli stati europei comprimono l’autonomia finanziaria della regioni e le costringono a trovare misure straordinarie di razionalizzazione della spesa, causando una pressione eccessiva su quei livelli istituzionali più vicini ai cittadini. Se, andando oltre la fredda logica dei numeri, si considera che in concreto sarebbero questi ultimi i destinatari dei tagli che andrebbero a incidere sulle condizioni di vita delle famiglie italiane e rischiano di causare situazioni di grave disuguaglianza, risulterà non solo che la nostra non è una recriminazione fine a sé stessa, ma anche l’evidente necessità di rivedere la manovra e riequilibrare la situazione con il necessario coinvolgimento delle Regioni per trovare soluzioni condivise e rispettose dei principi della nostra Costituzione. Su questa nostra posizione – conclude Cappellacci - non siamo disponibili a fare sconti a nessuno: prima vengono i cittadini, poi la politica.