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Riforme, Cappellacci: "Nuovo Statuto espressione di diritti e valori del nostro popolo"

"Oggi - ha detto il Presidente Cappellacci - è necessario conformare la nostra carta alle esigenze di autonomia reale sentite dalla cittadinanza: per questo la rivisitazione dello Statuto è un obiettivo irrinunciabile e non più procrastinabile".
Statuto
CAGLIARI, 25 GIUGNO 2010 - "Lo Statuto deve essere la "infrastruttura" giuridica, ideale e culturale di una Sardegna che non solo vuole andare oltre la crisi, ma intende affrontare la grandi questioni che da decenni la affliggono, fino ad apparire come frutto di un destino inesorabile. Deve essere il patto comune di un popolo che non si rassegna, che non si ferma alla recriminazione fine a sé stessa e intende essere protagonista del proprio futuro”. Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci ha commentato la decisione della conferenza dei presidenti di gruppo di avviare la sessione sulle riforme.

"Oggi - ha aggiunto Cappellacci - è necessario conformare la nostra carta alle esigenze di autonomia reale sentite dalla cittadinanza: per questo la rivisitazione dello Statuto è un obiettivo irrinunciabile e non più procrastinabile. Il nuovo Statuto deve essere una nuova “Carta dei Sardi” in cui possano trovare piena espressione, nella loro specificità, i diritti e i valori del nostro Popolo”.

Certo che l’Assemblea celebrerà un momento di alta politica, auspico che si possa trovare l’unità e la condivisione necessaria ad avviare una proficua stagione di riforme. Insieme alla “Autonomia di diritto”, occorre realizzare anche quella vera autonomia percepibile nella vita quotidiana dai Sardi: in famiglia, nel mondo del lavoro, nella politica. Non vi è reale autodeterminazione, infatti, senza sviluppo, senza la speranza di poter progettare il percorso di vita proprio e quello della comunità di cui si fa parte: per questo occorre dare gambe a quelle idee, ai processi che nascono in Sardegna e che attraversano gli schieramenti politici, per realizzare un nuovo modello di sviluppo economico e sociale."