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Un'idea di design sardo al MACEF di Milano

Il progetto prevede una serie di laboratori per designer e architetti, italiani e stranieri, ai quali viene proposto di volta in volta un tema. Per iniziare, sono stati scelti la brocca e il cesto, due oggetti che, nella vastissima fioritura di varianti conosciuta in Sardegna.
Manufatti che discendono da arcaica cultura materiale sarda, oggetti intimamente legati alla natura dell'Isola - asfodelo, olivastro, giunco, salice, argilla-fuoco ­ e strutturati secondo rituali tecniche esecutive. Messi in relazione con le istanze più aggiornate del design e del gusto, possono divenire archetipi contemporanei, oltre che dare nuova linfa al patrimonio di conoscenza e manualità appannaggio degli artigiani, implacabilmente migranti verso la produzione seriale delle tipologie più richieste dal mercato. Questa la direzione ­ ideale e operativa ­ di Sardegna Lab, un progetto di riproposizione dell'artigianato tradizionale sardo stimolato e promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna. Curato dalle designer Annalisa Cocco e Roberta Morittu, che col loro marchio Imago Mundi lavorano da anni sulla valorizzazione delle specificità artigianali, in collaborazione con l'artista Gianfranco Pintus, il progetto prevede una serie di laboratori per designer e architetti, italiani e stranieri, ai quali viene proposto di volta in volta un tema. Per iniziare, sono stati scelti la brocca e il cesto, due oggetti che, nella vastissima fioritura di varianti conosciuta in Sardegna, rappresentano la sintesi fra le esigenze pratiche della vita essenziale del passato e la graduale ricerca di un aspetto esteticamente gratificante. Si tratta ora di riproporre la stessa qualità di manodopera e di materiali applicandola ai progetti su carta che giungono nelle mani dei curatori di Sardegna Lab. Un compito molto delicato, quello di tradurre idee e disegni agli artigiani. Bisogna sapere adattare intuizioni - o intuire adattamenti - individuare la giusta maestranza per ogni specifico progetto, e, con questa, creare quel cerchio magico di dialogo e scambio senza il quale l'oggetto rimarrebbe un prototipo senz'anima, a stento riconoscibile sia da chi lo ha ideato, sia da chi lo ha realizzato. Questa è la sfida. Questi, presenti al MACEF 2006 di Milano, i primi risultati, esperienze di un work in progress che delinea una nuova stagione: quella dell'artigianato sardo di design. (Raffaella Venturi)