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Turismo in Sardegna: stagione estiva 2010 in calo, ma il settore alberghiero tiene nonostante la crisi internazionale (+1,2% le presenze fra giugno e settembre)

L’Agenzia governativa Osservatorio economico rende noti i dati del movimento turistico in Sardegna nel periodo da gennaio a settembre 2010. Sono i dati riguardanti la totalità delle strutture ricettive regionali frutto dell’indagine condotta annualmente dall’Istat sul “Movimento del clienti negli esercizi ricettivi” che l’Osservatorio economico coordina a livello regionale sulla base delle informazioni raccolte da ciascuna Amministrazione provinciale.
Capo Comino
CAGLIARI, 27 GENNAIO 2011 - Negli ultimi mesi si è assistito ad una rincorsa dei dati sul turismo in Sardegna, provenienti da fonti diverse e spesso parziali, con risultati quasi sempre poco chiari. Qual è dunque la situazione? I turisti
sono aumentati o diminuiti nel 2010?

L’Agenzia governativa Osservatorio economico rende noti i dati del movimento turistico in Sardegna nel periodo da gennaio a settembre 2010. Sono i dati riguardanti la totalità delle strutture ricettive regionali frutto dell’indagine condotta annualmente dall’Istat sul “Movimento del clienti negli esercizi ricettivi” che l’Osservatorio economico coordina a livello regionale sulla base delle informazioni raccolte da ciascuna Amministrazione provinciale.

I dati elaborati dall’Osservatorio economico ci dicono che nel periodo analizzato il movimento turistico è calato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: gli arrivi hanno avuto una variazione del -3,5 per cento e le presenze del -1,7 per cento. In termini assoluti sono stati registrati 2.153.088 arrivi e 11.509.081 presenze, per un totale di circa 79.000 arrivi e 205.000 presenze in meno rispetto al 2009.

La variazione negativa ha riguardato, anche se con intensità differenti, sia le strutture ricettive alberghiere che le extra-alberghiere, sia il turismo nazionale che estero. Negli alberghi gli arrivi sono diminuiti del -2,5 per cento e le presenze sono rimaste stabili (+0,1 per cento), mentre nel settore extra-alberghiero la contrazione è stata più pesante.

La riduzione è stata più contenuta per gli Italiani rispetto agli stranieri, sia in termini di arrivi (-2,0 per cento gli Italiani, -6,2 per cento gli stranieri), che in termini di presenze (-1,6 per cento gli Italiani, -2,1 per cento gli stranieri).

Anche la stagione estiva non ha avuto, nel complesso, un andamento positivo: nei quattro mesi tra giugno e settembre gli arrivi totali sono diminuiti del -2,3 per cento, le presenze del -1,3 per cento.

Tuttavia la componente alberghiera ha saputo fronteggiare la crisi e ha fatto registrare un aumento delle presenze (+1,2 per cento) a fronte di una sostanziale stabilità degli arrivi (-0,3 per cento).

Per fronteggiare la minore disponibilità di risorse, i turisti hanno preferito spostare le vacanze nei mesi di flusso relativamente meno intenso (giugno, luglio e settembre, piuttosto che agosto) che di norma offrono soggiorni a prezzi più contenuti. Questo comportamento è stato più accentuato per la componente straniera, che ha inoltre allungato la durata media della vacanza, mentre per la componente italiana la permanenza media è stabile.


Consulta il report sulla congiuntura turistica regionale [file.pdf]