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Nucleare. Presidente Cappellacci: "La Sardegna è stata chiara. Vero regresso sarebbe sviluppo che pregiudica qualità della vita"

"Il vero regresso - ha ribadito Cappellacci - sarebbe quello di adottare un modello di sviluppo non rispettoso del nostro sistema di valori, al primo posto del quale c’è la persona con la sue tradizioni, la sua cultura e l’ambiente in cui vive". "Non c’è vero sviluppo - ha aggiunto - se non vi è anche un miglioramento della qualità della vita per ciascuno di noi e per la nostra terra".
Presidente Cappellacci
CAGLIARI, 17 GIUGNO 2011 - "L'Isola ha espresso la propria contrarietà alle centrali per ben due volte nel giro di un mese: con il referendum consultivo regionale prima e con quello abrogativo nazionale poi. In quest’ultimo caso, con il 98% dei "Si", i cittadini sardi si sono pronunciati perfino in maniera più netta e determinata rispetto a quelli delle altre regioni italiane". Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha replicato alle dichiarazioni del prof. Umberto Veronesi, secondo il quale non utilizzare l’atomo "è un regresso".

"Il vero regresso - ha ribadito Cappellacci - sarebbe quello di adottare un modello di sviluppo non rispettoso del nostro sistema di valori, al primo posto del quale c’è la persona con la sue tradizioni, la sua cultura e l’ambiente in cui vive". "Non c’è vero sviluppo - ha aggiunto - se non vi è anche un miglioramento della qualità della vita per ciascuno di noi e per la nostra terra".

"La nostra contrarietà - ha sottolineato Cappellacci, ricordando che nel suo programma elettorale del 2009 si indicava la strada di una Sardegna denuclearizzata - non è una semplice reazione emotiva ai fatti di Fukushima, ma è una posizione meditata, sentita, determinata: l’Isola ha scelto di intraprendere con decisione la strada di uno sviluppo che garantisca la salvaguardia della salute, della sicurezza e dell’ambiente attraverso la green economy e le energie rinnovabili".

"In sintesi, non solo vogliamo decidere noi, ma vogliamo anche essere il posto giusto per le scelte giuste - ha concluso il presidente della Regione - e non quello sbagliato per le scelte sbagliate".