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Manovra: Cappellacci e La Spisa, "Riequilibrare la partecipazione ai sacrifici in proporzione alla spesa"

Non c'è proporzione nel rapporto tra i tagli richiesti alle regioni e agli enti locali e quelli imposti alle strutture dello Stato. Alle funzioni svolte dalle regioni corrisponde il 25,7 per cento della spesa totale del sistema pubblico, mentre alle funzioni svolte dallo Stato corrisponde oltre il 60 per cento della spesa; alle regioni viene chiesto di tagliare il 57,7 del totale e allo Stato viene chiesto soltanto circa il 24 per cento.Tutte le regioni, sia ordinarie che speciali, concordano nel chiedere con forza al Governo di riequilibrare la partecipazione ai sacrifici in proporzione alla spesa".
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CAGLIARI, 1 SETTEMBRE 20211 - "L'incontro delle regioni con il Governo, dopo diversi giorni di convulse consultazioni e ripetute modifiche ha portato a riscontrare alcune criticità condivise alla proposta originaria della Manovra. Non c'è proporzione nel rapporto tra i tagli richiesti alle regioni e agli enti locali e quelli imposti alle strutture dello Stato. Alle funzioni svolte dalle regioni corrisponde il 25,7 per cento della spesa totale del sistema pubblico, mentre alle funzioni svolte dallo Stato corrisponde oltre il 60 per cento della spesa; alle regioni viene chiesto di tagliare il 57,7 del totale e allo Stato viene chiesto soltanto circa il 24 per cento.

Tutte le regioni, sia ordinarie che speciali, concordano nel chiedere con forza al Governo di riequilibrare la partecipazione ai sacrifici in proporzione alla spesa".

E’ quanto affermato dal presidente della Regione Ugo Cappellacci e dal vice presidente e assessore della Programmazione, Giorgio La Spisa, che oggi ha preso parte a Roma alla Conferenza Stato Regioni.

"Deve essere chiaro a tutti - hanno ripreso Cappellacci e La Spisa - che un sovracarico di tagli significa una riduzione immediata dei servizi essenziali ai cittadini e dunque servizi alla persona, trasporto pubblico locale, servizi alle imprese e trasferimenti agli enti locali. Oggi per la prima volta Regioni ed enti locali hanno deciso di confrontarsi con lo Stato insieme e non separatamente.

“Per quanto concerne le Regioni Speciali – sottolineano presidente e vice presidente della Regione – riconosciamo di dover contribuire alla riduzione della spesa pubblica sia sul versante delle spese istituzionali e sia su quello della spesa disponibile, ma ciò che riguarda le Speciali deve essere fatto nel rispetto degli statuti e delle norme di attuazione. Ovviamente concordiamo sul fatto che a livello nazionale si devono avere parametri oggettivi per misurare la spesa pubblica perché ad ogni spreco corrisponde un servizio essenziale in meno per i cittadini. E’ opportuno che si sappia che se la manovra fosse approvata con una forte riduzione a carico delle regioni i prossimi bilanci, a partire dal gennaio 2012, non potrebbero garantire lo stesso livello di servizi a causa dell’inasprimento del Patto di Stabilità.

Da sottolineare inoltre che in questo senso, soprattutto in Sardegna, è fortissimo il legame tra finanza regionale ed enti locali che soltanto dal Fondo Unico ottengono trasferimenti vicini al miliardo di euro che non potrebbero più essere garantiti”.

Le valutazioni sono state fatte dopo l'incontro tra Stato e Regioni in attesa di valutare gli emendamenti che saranno presentati dal Governo.