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Tassa sulle imbarcazioni, Crisponi: "Colpo letale per nautica da diporto in Sardegna"

Un settore con una notevole ricaduta economica: nei tre mesi estivi, ogni anno, supera le centomila presenze di imbarcazioni, con una media stimata di spesa di circa mille euro per diportista imbarcato. Le misure introdotte dal decreto rischiano di limitare non solo il traffico nei porti turistici sardi, ma anche quello aereo privato (jet e aerei da crociera) in arrivo negli scali isolani, ossia proprio quello ad altissima capacità di spesa.
barche
CAGLIARI, 6 DICEMBRE 2011 - Un colpo letale per tutto il sistema turistico sardo e, in particolare, per un comparto strategico come la nautica da diporto, sulla quale la Giunta ha investito fino a oggi ingenti risorse.

La misura sui beni di lusso, una delle novità introdotte dal decreto Monti, provocherà gravi danni a un settore che vede la Sardegna al secondo posto in Italia, dietro la Liguria, per numero di posti barca, che sono ben 18909, dei quali 12570 per imbarcazioni fino a 10 metri, 5976 per barche dai 10 ai 24 metri e 303 per la categoria più alta, oltre i 24 metri. Nell’Isola, dove ci sono 60 porti turistici dislocati in circa 1800 chilometri di costa, le unità da diporto sono attualmente 4082 (su 82 mila in tutta Italia), delle quali 756 a vela e 3326 a motore.

Un settore con una notevole ricaduta economica: nei tre mesi estivi, ogni anno, supera le centomila presenze di imbarcazioni, con una media stimata di spesa di circa mille euro per diportista imbarcato. Le misure introdotte dal decreto rischiano di limitare non solo il traffico nei porti turistici sardi, ma anche quello aereo privato (jet e aerei da crociera) in arrivo negli scali isolani, ossia proprio quello ad altissima capacità di spesa.

"Si tratta di un passo indietro - afferma l’assessore del Turismo Luigi Crisponi - che ci riporta improvvisamente al 2006 quando, a seguito della cosiddetta tassa sul lusso, nei porti turistici isolani ci fu un calo del 60% delle presenze di imbarcazioni da diporto e negli aeroporti un calo del 20% dei jet privati. Ci sono concrete possibilità che ancora una volta i flussi destinati all’Isola vengano dirottati verso la vicina Corsica e in altre località".

"Se la manovra varata dal governo, nel suo insieme - aggiunge Crisponi -, ha il buon senso di rappresentare un argine al crollo verticale delle fondamenta dell’economia nazionale, non si comprende, però, perché vada a intaccare un’area particolarmente sensibile come quella del turismo, in particolare quello della Sardegna, che corre il forte rischio di essere sottoposto agli effetti 'corrosivi' del decreto".

"Di conseguenza, oltre alla visibilità dei porti turistici - conclude Crisponi, saranno colpite le attività dell’indotto turistico, commerciale e del piccolo artigianato, dal rimessaggio locale a quello della componentistica e dell’accessoristica navale".


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