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Cappellacci, Regioni autonome chiedono maggiore equità e rispetto della specialità su casa, porti e finanza pubblica

"Il decreto legge n. 201 del 2011 contiene disposizioni che violano le competenze legislative e amministrative delle Regioni a Statuto Speciale e altre che penalizzano irragionevolmente gli enti ad autonomia differenziata. Nel fissare un ulteriore concorso delle Regioni speciali alla Finanza pubblica di 860 milioni di euro annui – evidenzia Cappellacci con riferimento all'art. 3 del decreto - non si ha riguardo alle norme statutarie, secondo le quali eventuali modifiche devono essere preventivamente concordate.
Presidente Ugo Cappellacci
ROMA, 21 DICEMBRE 2011 - "La fase politica che stiamo attraversando richiede la massima responsabilità da parte di tutti e le Regioni a Statuto Speciale intendono dare il loro contributo per il risanamento della finanza pubblica, ma allo stesso tempo chiediamo maggiore equità e il rispetto dell'Autonomia." Così il presidente Ugo Cappellacci ha sintetizzato, nella veste di coordinatore delle Regioni Autonome, lo spirito della lettera consegnata al presidente Errani durante la riunione della Conferenza delle Regioni svoltasi stamane a Roma.

"Il decreto legge n. 201 del 2011 contiene disposizioni che violano le competenze legislative e amministrative delle Regioni a Statuto Speciale e altre che penalizzano irragionevolmente gli enti ad autonomia differenziata. Nel fissare un ulteriore concorso delle Regioni speciali alla Finanza pubblica di 860 milioni di euro annui – evidenzia Cappellacci con riferimento all’art. 3 del decreto- non si ha riguardo alle norme statutarie, secondo le quali eventuali modifiche devono essere preventivamente concordate. Inoltre il decreto – prosegue Cappellacci - prevede un'immediata riduzione di gettito, non compensata da alcuna altra disposizione. Invece le nuove o maggiori entrate che deriveranno in via generale dalla manovra vengono riservate all'erario statale, non solo per i prioritari obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, al cui concorso le Regioni a statuto speciale non intendono certamente sottrarsi, ma anche per quella parte che viene destinata a copertura di minori entrate o maggiori spese dello Stato. Si dovrebbe considerare - ricorda il presidente della Regione- che sulle Regioni autonome gravano i costi di un maggior numero di funzioni rispetto a quelle attribuite alle regioni a statuto ordinario. Conseguentemente le spese risultano superiori rispetto a quelle delle Regioni a statuto ordinario. E' necessario che anche nelle prime, parimenti a quanto stabilito per le seconde, il trasposto pubblico locale, compreso quello ferroviario e marittimo (pagato con risorse proprie) venga escluso dalle voci rilevanti per il patto di stabilità."

Nella lettera il presidente della Regione si sofferma in particolare sulla tassa sulla casa: "Le modifiche all'IMU rischiano di generare confusione nel processo attuativo del federalismo municipale e suscitano forti dubbi sulla applicabilità in Sicilia ed in Sardegna della nuova disciplina". Infine un passaggio sulla tassa di stazionamento: “Anziché incidere su situazioni qualificabili come “lusso”, determinerà un effetto-boomerang per la nostra economia, spingendo le imbarcazioni a tenersi lontane dalle coste italiane, con grave danno per il settore turistico da diporto e per tutto l’indotto composto da una moltitudine di medie e piccole aziende".