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Tirrenia, Cappellacci: "L'obiettivo è ridare alla Sardegna potere decisionale. Vogliamo riscrivere continuità marittima"

"Vogliamo riscrivere la storia della continuità marittima e relegare al passato un sistema che per la Sardegna è stato sinonimo di soprusi, di manchevolezze, di posti di lavoro mai nati, persi o messi in pericolo a causa di interessi lontani dalla nostra Isola", ha detto il presidente Cappellacci.
Tirrenia nave Scorpio
COPENAGHEN, 23 MARZO 2012 - "Ottenere per la Sardegna il potere di decidere la politica della continuità territoriale marittima: è questo il grande obiettivo da raggiungere e sul quale, alla luce degli ultimi sviluppi, non indietreggiamo di un solo passo, ma rilanciamo le nostre iniziative con determinazione." Così il presidente Cappellacci ritorna sulla questione relativa alla cessione della compagnia di navigazione. "Accertato che le nostre denunce erano tutt’altro che infondate - ha aggiunto il presidente, riferendosi all’esito dell’indagine che l’Unione Europea ha aperto sulla scorta delle segnalazione inviata dallo stesso Cappellacci nel settembre 2011-, non possiamo fermarci alla battaglia ma dobbiamo andare a vincere la guerra per la tutela del sacrosanto diritto alla mobilità dei Sardi e per tutelare la possibilità concreta per le nostre imprese di accedere ai mercati extraregionali. Quel dialogo che invano cercammo all'inizio di questa vicenda può riprendere solo a condizione che la Sardegna abbia il ruolo che ad essa spetta: quello di decidere in materia di collegamenti marittimi. La Regione non va alla ricerca di un posto in un ipotetico consiglio di amministrazione né ha l’aspirazione di esercitare l’attività di armatore, ma intende operare su un piano diverso e più elevato, nel ruolo di chi, secondo il diritto, stabilisce le regole della continuità e può incidere concretamente sulla concreta attuazione delle stesse. Vogliamo riscrivere la storia della continuità marittima e relegare al passato un sistema che per la Sardegna è stato sinonimo di soprusi, di manchevolezze, di posti di lavoro mai nati, persi o messi in pericolo a causa di interessi lontani dalla nostra Isola. Siamo pertanto disponibili a considerare solo ipotesi che diano alla Regione la possibilità di adottare quelle soluzioni che consentano di avere collegamenti efficienti, prezzi accessibili, standard qualitativi elevati e soprattutto la massima garanzia, per oggi e per l’avvenire, della piena effettività del diritto alla mobilità dei Sardi. Solo allora la nostra iniziativa, che prosegue sulla scia dei principi che hanno ispirato l'operazione "flotta sarda" e la difesa in tutte le sedi politiche e giurisdizionali dei diritti dei Sardi, potrà dirsi conclusa."