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Referendum: Cappellacci, finalmente la parola ai cittadini sardi

"E' stato scongiurato - ha detto il Presidente - quello che sarebbe stato un vero e proprio sgambetto alla democrazia e un tentativo estremo di eludere la volontà popolare. Ora le decisioni da prendere sui quesiti referendari potranno essere determinate dai cittadini con il proprio voto".
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CAGLIARI, 2 MAGGIO 2012 - "Finalmente la parola passa ai cittadini sardi e il confronto ritorna sul piano della dialettica democratica e non dei cavilli". Così il presidente Cappellacci commenta il rigetto del ricorso presentato dall’Unione delle Province Sarde. "E' stato scongiurato - ha aggiunto il presidente - quello che sarebbe stato un vero e proprio sgambetto alla democrazia e un tentativo estremo di eludere la volontà popolare. Ora le decisioni da prendere sui quesiti referendari potranno essere determinate dai cittadini con il proprio voto. Ciascuno di noi ha il dovere di adoperarsi affinché possa essere raggiunto il quorum e la Sardegna possa disegnare il proprio futuro con scelte proprie, assunte in via autonoma e responsabile. Auspico che la politica, oggi più che mai bisognosa di una nuova legittimazione morale, sia protagonista di questo processo di cambiamento - ha aggiunto il presidente della Regione - e non resti a guardare dalle finestre del cosiddetto palazzo. Rinnovo l'appello alla partecipazione al voto, che rivolgo in particolare a quei giovani che per la prima volta potranno esprimere la propria volontà. Spesso si invoca il cambiamento, il rinnovamento. Se realmente si desidera avviare un processo di questo tipo, allora bisogna concorrere a determinarlo con la nostra condotta individuale e collettiva. Con i referendum - ha concluso il presidente - il cambiamento non dipende da fattori o soggetti esterni alla nostra isola, ma parte da noi, da ciascuno di noi".