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Referendum, Cappellacci firma decreti. Il Presidente: "Riforme condivise per ripresa morale, sociale e culturale della Sardegna"

E' necessario - evidenzia Cappellacci - il coinvolgimento di tutte le forze, compreso il contributo di coloro i quali si sono opposti strenuamente al referendum.
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CAGLIARI, 25 MAGGIO 2012 - Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha firmato stamane i decreti relativi ai referendum celebrati il 6 maggio e ha promulgato la legge approvata nella giornata di ieri dal Consiglio Regionale sulle province. "I referendum del 6 maggio - ha dichiarato il presidente - hanno rappresentato un'importante occasione di partecipazione dei cittadini e allo stesso tempo un impulso deciso all'avvio di una fase di rinnovamento delle Istituzioni e della politica. La Sardegna può cogliere tale opportunità per valorizzare la propria autonomia, anticipare e caratterizzare con scelte proprie i processi che avverranno sul piano nazionale. Partendo dalla volontà popolare e coerentemente con la stessa, il confronto, anche aspro e sempre preferibile al silenzio, prosegua e conduca a una riforma istituzionale che sia un chiaro segnale di rilancio della politica. E' necessario - evidenzia Cappellacci - il coinvolgimento di tutte le forze, compreso il contributo di coloro i quali si sono opposti strenuamente al referendum. Le istanze di rinnovamento attraversano i confini partitici e sono condivise da una fascia della popolazione che va ben oltre i numeri rilevati il 6 maggio. Né la domanda di cambiamento si esaurisce nella sola abrogazione delle province, ma abbraccia l’intero assetto della politica e della pubblica amministrazione. La configurazione di un sistema di governo del territorio che restituisca centralità ai comuni, l’istituzione più vicina al cittadino, è uno degli obiettivi da raggiungere ed allo stesso tempo un punto di partenza, non di arrivo, di un processo più ampio. E’un’operazione complessa - sottolinea il presidente - e non lo abbiamo mai nascosto, ma nella società sarda e nell’Assemblea regionale non mancano certo le energie, le competenze e la passione che possono permettere alla politica e alla res publica isolana di fare quel salto di qualità indispensabile per sincronizzarsi con la comunità, vivere accanto ad essa, condividerne preoccupazioni, aspirazioni, idee e progetti. E’un’azione necessaria, se vogliamo che la Sardegna si alzi dalle macerie della crisi e costruisca una ripresa che sia non solo economica, ma anche e soprattutto morale, sociale e culturale. Si tratta di esercitare la democrazia, di verificare l’hardware e di aggiornare il software della stessa. Quando la democrazia funziona - ha concluso il presidente - non si pongono problemi di casta né di anti-politica".