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Spending review, Cappellacci: distinguere tra razionalizzazione e tagli iniqui. Occorre rivedere dialettica Sardegna - Stato italiano

"L'aggressione ai nostri diritti - ha osservato il Presidente alla vigilia del voto alla Camera - sta diventando una prassi consolidata. La Regione é pronta ad adire nuovamente la Corte Costituzionale per impugnare quelle parti del provvedimento che violano l'autonomia".
La Maddalena porto panorama
LA MADDALENA, 6 AGOSTO 2012 - "Fin dal primo momento abbiamo chiesto di distinguere tra la revisione della spesa, che, ove condotta con razionalità ed equità, rappresenta un obiettivo condivisibile e tagli fortemente discriminatori nei confronti della Sardegna e delle autonomie in generale". Così il presidente della regione, Ugo Cappellacci, alla vigilia del voto alla Camera, ritorna sulla questione relativa alla spending review.

"La Regione - ha aggiunto il Presidente - é pronta ad adire nuovamente la Corte Costituzionale per impugnare quelle parti del provvedimento che violano l'Autonomia e penalizzano il popolo sardo. Emerge ancora una volta - ha aggiunto Cappellacci - un problema di dialettica con lo Stato, di rispetto della Costituzione e del nostro Statuto, di leale collaborazione istituzionale. L'aggressione ai nostri diritti - ha osservato il Presidente - é un fatto tutt'altro episodico e non ascrivibile a un solo esecutivo o una sola parte politica, ma sta diventando una prassi consolidata. La Regione - ha ricordato il Presidente, che, dopo la diffida e messa in mora dello Stato sulla questione relativa alle entrate (l'atu de intima notificato dal governo Monti dall'ufficiale giudiziario) ha deliberato insieme alla Giunta una nuova azione legale nei confronti dell'Esecutivo nazionale - ha dovuto adire le vie legali sulla Tirrenia, sulle entrate, sul patto di stabilità, sull'Imu e su tutte le altre questioni riguardo alle quali occorre ribadire che i diritti dei Sardi non si negoziano ma si rispettano.

Tutte queste patologie dimostrano che occorre rivedere la dialettica tra la nostra isola e lo Stato italiano. Occorre una mobilitazione permanente della politica sarda, che vada oltre il fatto episodico, e che difenda gli interessi dell'isola superando, in tutti i casi in cui ciò é necessario, le appartenenze partitiche".