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L. stabilità: Presidente Cappellacci, "Governo vile, non rispetta impegni. Pronti ad azioni clamorose".

"La nostra isola è allo stremo, non solo per gli effetti della crisi, ma anche e soprattutto per le amnesie degli inquilini dei palazzi romani, sempre più attenti ai loro collegi di appartenenza o a quelli più numerosi. Non si pensino però che questo significhi che siamo anche rassegnati. Non intendiamo accettare oltre questa vergognosa secessione al contrario dello Stato dalla Sardegna."
Palazzo della Regione
CAGLIARI, 26 NOVEMBRE 2013 - "Un Governo bugiardo e vigliacco in un momento in cui la Sardegna tenta di rialzarsi dopo un colpo mortale, consuma l'ennesima pugnalata a tradimento, con effetti devastanti per la nostra isola. Non possiamo accettare l'insulto continuo rappresentato dalla condotta furbesca di chi dinanzi alle giuste rivendicazioni di un popolo che non ha mai chiesto assistenzialismo, ma solo la possibilità di camminare con le proprie gambe, continua la politica delle mancate risposte o delle promesse da marinaio". Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci, intervenendo sul dibattito riguardo alla legge di stabilità.

"I giochi di prestigio e le successive rassicurazioni fasulle sulla modifica dell'articolo 10 dello Statuto - osserva Cappellacci -, fondamentale per dare alle nostre imprese una boccata d'ossigeno, sono l'ennesimo, intollerabile, sopruso. Anche sul fronte dell'alluvione, dopo le numerose passerelle e le bacchettate indebite, perché riguardavano atti bloccati proprio dalle decisioni dell'Esecutivo nazionale, ancora non sono pervenute le risposte che aspettiamo. La nostra isola è allo stremo, non solo per gli effetti della crisi, ma anche e soprattutto per le amnesie degli inquilini dei palazzi romani, sempre più attenti ai loro collegi di appartenenza o a quelli più numerosi. Non si pensino però che questo significhi che siamo anche rassegnati. Non intendiamo accettare oltre questa vergognosa secessione al contrario dello Stato dalla Sardegna. Se non dovessero arrivare risposte, siamo pronti ad andare davanti a Palazzo Chigi e questa volta non certo per sederci intorno ad un tavolo ad ascoltare chiacchiere, ma per rovesciare le sedie e le poltrone sulle quali dormono politici e burocrati romani e per portare alle loro orecchie l'urlo di rabbia di un popolo sardo che non può aspettare i tempi e le logiche del palazzo. Non possono pensare di continuare a bivaccare dentro il palazzo, a gestire solo la durata della loro permanenza, senza curarsi di tutto quanto sta accadendo fuori dalle loro stanze. Non ci interessa né la tessera si partito né la provenienza né altro: chi rema contro la Sardegna deve essere andare via dal palazzo e messo in condizioni di non nuocere più alla nostra isola.Visto che oltre il mare mancano volontà, coraggio e senso del dovere, se nelle prossime ventiquattro ore non dovessero esserci notizie, siamo pronti a sforare il patto di stabilità e liberare le risorse dal cappio ingiusto e utilizzarle finalmente per le famiglie, per le imprese e per aiutare i nostri territori a rialzarsi".