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Lingua sarda: presidente Cappellacci, "Il sardo è una lingua normale"

"Noi vogliamo e dobbiamo riportare il sardo nella quotidianità. Dobbiamo parlare e scrivere in sardo per far diventare la nostra lingua motivo di distinzione culturale rispetto alla globalità. Perché le lingue minoritarie si salvano dal rischio estinzione solo se vengono considerate normali". Così ha detto il presidente Cappellacci.
CASTELSARDO, 10 GENNAIO 2014 - "In questi anni è stato segnato un solco molto profondo per la politica linguistica che deve appartenere a tutti i sardi e non a una sola parte politica. La lingua sarda fa parte della nostra identità e deve essere tutelata perché è una lingua normale". Lo ha detto il presidente Ugo Cappellacci intervenendo all'ottava Conferenza Regionale della Cultura e della Lingua Sarda.

"In questi anni - ha proseguito - ho sentito numerose considerazioni sul "sardo", sulla limba. Prese di posizione sulla limba sarda comune, considerazioni sulle parlate - anch'esse lingue, delle diverse zone della Sardegna.
Credo che l'interrogativo principale sia, ancora oggi, cos'è la Limba? Serve ancora parlarla?
Si tratta di un argomento del quale mi è capitato di discuterne in famiglia con i miei figli, che si pongono il problema proprio perché la percezione della lingua sarda è ancora legata ad una visione arcaica della lingua stessa, circoscritta esclusivamente ai temi della cultura e dell’identità.
In realtà la risposta su cosa sia lingua sarda è arrivata anche dalla recente campagna di comunicazione promossa dalla Regione sui media: il sardo è una lingua normale. Che può essere utilizzata in qualsiasi contesto del nostro quotidiano: in ufficio, in banca, al mercato quando si fa la spesa."

"La stessa Regione - ha continuato il Presidente della Giunta - ha più volte scritto al Governo utilizzando il sardo, perché questa lingua è rappresentativa per la nostra isola, per la nostra identità. Io ne sono fortemente convinto!
Noi vogliamo e dobbiamo riportare il sardo nella quotidianità. Dobbiamo parlare e scrivere in sardo per far diventare la nostra lingua motivo di distinzione culturale rispetto alla globalità. Perché le lingue minoritarie si salvano dal rischio estinzione solo se vengono considerate normali.
E in questi anni abbiamo fatto crescere la politica linguistica e tutelato gli operatori di questo settore.

Ora ci impegniamo a un ulteriore passo avanti della questione della lingua regionale. E’ necessario che diventi una competenza di serie A . Deve diventare una competenza riconosciuta e legittimata, di livello presidenziale per gli aspetti sociali, istituzionali e giuridici, non relegata al solo ambito culturale. Si garantiranno investimenti in linea con gli ultimi anni a scuola, uffici linguistici, media e attività artistiche che useranno la lingua.
La questione linguistica della Sardegna è importante e strategica per alcune considerazioni.
E’ intimamente legata all’identità del popolo sardo e alla questione autonomistica istituzionale.
E’ una risorsa economica perché gli ambienti e le società multilingue (anche con lingue regionali) sono sempre quelli più avanzati nei quali germogliano le imprese più dinamiche e l’innovazione più produttiva. Come ad esempio accade in Catalogna.
L’uso contemporaneo delle lingue regionali, della lingua statale e di quelle di grande comunicazione (inglese, ad esempio) produce vantaggi cognitivi nell’educazione dei bambini, come testimoniano numerosi studi.
Ufficializzare e dare dignità alla lingua sarda consente alle produzioni culturali e popolari autoctone di uscire dal ghetto della subcultura e del folclore per entrare a testa alta nel salotto della cultura mainstream.

A questo fine ci impegniamo perché nei prossimi anni di governo siano realizzati i seguenti punti, che sono il naturale completamento di una politica linguistica condotta in questi primi 5 anni di governo regionale:
- Mantenere, all’interno del bilancio regionale, gli stanziamenti in favore della politica linguistica e dei piani triennali su livelli pari a quelli degli ultimi anni;
- Presentare una proposta di modifica costituzionale dello Statuto Speciale e legge regionale per realizzare la co-ufficialità della lingua sarda con l’italiano e la gestione regionale delle politiche scolastiche e universitarie di intervento;
- Gestire la questione della lingua regionale agganciandola a quella dell’inglese e della realizzazione di una reale società sarda internazionale e multilingue;
- Perfezionare, ufficializzare e diffondere lo standard di riferimento della lingua sarda scritta a tutti i livelli, in assenza del quale nessuna politica linguistica sarebbe efficace e reale, senza però limitare l’uso delle parlate locali: ciascuno deve poter utilizzare il proprio sardo;
- Potenziare le strutture regionali che si occupano delle politiche linguistiche con rimodulazione di risorse a favore della creazione di nuove direzioni nell’Istruzione e presso la Presidenza della Giunta.
- Creare una fondazione/istituzione regionale che si occupi di ricerca scientifica e definizione delle strategie operative della politica linguistica in collaborazione con atenei internazionali;
- Stanziare risorse operative con pari dignità, nei rispettivi territori, a favore delle altre lingue presenti in Sardegna: catalano di Alghero, turritano, gallurese e tabarchino.
- Potenziare e stabilizzare l’operatività delle reti degli operatori linguistici e degli uffici della lingua sarda che saranno gestiti direttamente dalla Regione in collaborazione con gli enti locali.
- Valorizzare le attività artistiche tradizionali che fanno uso della lingua sarda con la messa a disposizione di risorse pari almeno a quelle degli ultimi anni per associazioni di canto e per la musica regionale in limba in genere;
- Intervenire sulla diffusione del sardo nei mass media con sostegno a riviste, radio, web e televisioni che usino la lingua sarda in maniera esclusiva o preponderante.
- Sostenere l’insegnamento del sardo nell'orario curricolare e sostenere la formazione degli insegnanti.
- Istituire un albo degli insegnanti di lingua e implementare i piani triennali della lingua previsti dalla legge 26/97.

Per l'assessore Sergio Milia l'impegno della Giunta è stato massimo visto che "anche grazie all'aiuto del consiglio regionale, gli stanziamenti riservati alle politiche linguistiche sono aumentati del 300 per cento. Non siamo qua per autocelebrarci - ha dichiarato Milia nel suo intervento - ma per cercare di tracciare un percorso che abbiamo iniziato e che gli operatori del settore hanno apprezzato. Soprattutto per quanto riguarda la scuola abbiamo consentito, a fatica, l'utilizzo della lingua. Contro tutti. Il Governo tutela tutte le minoranze ma non tutela la lingua sarda, ed ha cercato di impedirci l'insegnamento ai nostri ragazzi nelle scuole."

I lavori dell'ottava Conferenza regionale proseguiranno domani mattina con gli interventi degli esperti degli sportelli linguistici.