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Expo: Falchi e Arru rispondono a Lorenzin, non confondiamo allevamenti sani con brado

"Come assessorato abbiamo il dovere di tutelare le tante aziende che operano bene e nel rispetto delle regole - ha puntualizzato l'assessore Falchi - perché i porcetti che vorremo portare all'importante iniziativa milanese sono sani, e non allevati senza i necessari controlli sanitari, all'ombra di qualche bosco". L'invito a non far confusione e a tener distinti allevamenti sani e pascolo brado sono arrivati anche dall'assessore della Sanità, Arru, che ha ricordato la continua opera di controllo garantita dal servizio veterinario negli allevamenti regolari sardi.
fauna animali allevamento maiali
CAGLIARI, 12 MARZO 2015- "In Sardegna esistono 8mila aziende suinicole con standard di biosicurezza elevatissimi e certificati, riconosciuti dalla stessa Unione europea come allevamenti modello. E poi ci sono i maiali al pascolo brado. Si tratta di due realtà che non vanno assolutamente associate". Lo ha detto l'assessore dell'Agricoltura, Elisabetta Falchi, nel commentare le dichiarazioni fatte oggi dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sul tema della peste suina africana in Sardegna e sul blocco alla movimentazione verso i banchi espositivi dell'Expo 2015 dei porcetti termizzati (cioè precotti a 80 gradi).

"Come assessorato abbiamo il dovere di tutelare le tante aziende che operano bene e nel rispetto delle regole - ha puntualizzato l'esponente della Giunta Pigliaru – perché i porcetti che vorremo portare all'importante iniziativa milanese sono sani, e non allevati senza i necessari controlli sanitari, all'ombra di qualche bosco".

L'invito a non far confusione e a tener distinti allevamenti sani e pascolo brado sono arrivati anche dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, che ha ricordato la continua opera di controllo garantita dal servizio veterinario negli allevamenti regolari sardi.
"Non abbiamo, come ha detto il ministro Lorenzin, 100mila capi allo stato brado da abbattere - ha osservato il titolare della Sanità - ma il numero, secondo l'Osservatorio epidemiologico regionale, è circoscritto a circa 10mila capi irregolari, che nulla hanno a che fare con i prodotti termizzati che provengono da aziende certificate e controllate. Ribadiamo che si tratta di prodotti sani, sicuri e di alta qualità".