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Expo Sardegna, FESR-S3 al servizio dell'Agrifood. Paci: ricerca e innovazione per attrarre imprese ed esportare prodotti di qualità

Ricerca e innovazione applicate all'agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione delle conoscenze, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie. È l'agroalimentare (Agrifood) l'area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy, contenuta nel Po Fesr 2014-2020, che potrà anche avvalersi dei fondi aggiuntivi destinati alla ricerca e alla innovazione dal Piano Nazionale della Ricerca, del Fondo di Sviluppo e Coesione e della legge 598 del '94.
Milano, 12 settembre 2015 - Ricerca e innovazione applicate all'agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione delle conoscenze, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie. È l'agroalimentare (Agrifood) l'area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy, contenuta nel Po Fesr 2014-2020, che potrà anche avvalersi dei fondi aggiuntivi destinati alla ricerca e alla innovazione dal Piano Nazionale della Ricerca, del Fondo di Sviluppo e Coesione e della legge 598 del '94. Gli obiettivi sono rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione; promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura; sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché l'impiego e la qualità delle medesime.

La strategia S3-Agrifood è stata presentata questa mattina, nello spazio della Sardegna a Expo, dall'assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, che ne ha illustrato obiettivi e potenzialità: favorire l'internazionalizzazione del settore agroalimentare, renderlo competitivo a livello mondiale, attrarre imprese e investimenti che siano una potente leva di sviluppo per l'economia regionale. "Con la S3 vogliamo valorizzare le caratteristiche di un comparto produttivo nel quale la Sardegna gode di un buon posizionamento e allo stesso tempo rispondere alle istanze degli stakeholder regionali emerse nei tavoli partenariali - spiega l’esponente della Giunta Pigliaru - la scelta dell’Agrifood è stata operata sia in relazione alla presenza nella nostra regione di imprese importanti e con elevato grado di potenzialità, sia in relazione all’analisi delle competenze di settore presenti sul territorio per valutare gli effettivi tratti distintivi che costituiscono la base per un vantaggio competitivo della Sardegna ".

La Sardegna è la regione ideale per una sfida del genere. Nel territorio regionale sono infatti operative oltre 60.800 aziende agricole e zootecniche, con un valore aggiunto di circa 927 milioni di euro (3,5% del comparto agricolo nazionale), e il 16% delle imprese sarde Top 100 per fatturato nell’anno 2012 ricade nell’area di specializzazione dell’Agrifood, settore in cui le imprese sono più dinamiche e propense a innovarsi. Notevole anche la presenza di marchi Dop e Igp. In tale contesto, Porto Conte Ricerche – centro di ricerca del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna – svolge una significativa azione di assistenza alle imprese nei settori chiave dell’economia agroalimentare della Sardegna. La regione si avvale inoltre di Agris Sardegna, agenzia regionale che svolge attività a favore della ricerca scientifica e applicata, della sperimentazione e dell’innovazione tecnologica. Ulteriori competenze scientifiche in tema agro-alimentare si possono riscontrare all’interno delle Università di Cagliari e Sassari.

"L'aumento della popolazione su scala mondiale, l'attenzione crescente ai temi dell’ambiente e della sostenibilità delle produzioni agricole e alimentari, il profondo cambiamento dei modelli di consumo, una maggiore attenzione alla loro salubrità e freschezza, alla sostenibilità delle produzioni e nuove relazioni fra aree territoriali sono tutti fattori dai quali risulta evidente come processi di innovazione validi possano essere promossi nell'Agrifood e innestati nell’ambito di collaborazioni tra imprese, Università e centri di ricerca. In questo modo l'agroalimentare può diventare il settore di punta dell'economia regionale", conclude il vice presidente della Giunta.


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