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Siccità, la Giunta istituisce un tavolo per chiedere al Governo lo stato di emergenza. Maninchedda: subito poteri commissariali

L'Osservatorio di Monitoraggio della siccità ha certificato che nei bacini di Sos Canales, Mannu di Pattada e Liscia non ci sono più condizioni di allerta ma di pericolo. Questo significa che l'acqua contenuta può bastare al massimo per 60 giorni in alcuni casi, per 90 in altri.
CAGLIARI, 10 NOVEMBRE 2015 - Viene istituito oggi in Sardegna, con il via libera della Giunta regionale, il tavolo per l'emergenza idrica. Il tavolo - di cui fanno parte Assessorato dei Lavori Pubblici, Direzione generale Agricoltura, Distretto Idrografico, Arpas, Protezione Civile, Ente Foreste, Egas, Abbanoa e Enas - accerterà entro la settimana se ci sono i presupposti tecnici per chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza al governo nazionale: l'Osservatorio di Monitoraggio della siccità ha infatti certificato che nei bacini di Sos Canales, Mannu di Pattada e Liscia non ci sono più condizioni di allerta ma di pericolo. Questo significa che l'acqua contenuta può bastare al massimo per 60 giorni in alcuni casi, per 90 in altri.

Urgono procedure rapide. Le zone interessate alla grave condizione di siccità sono la Gallura, il Goceano, la Barbagia di Bitti, e con la dichiarazione dello stato di emergenza la Regione avrebbe poteri commissariali per poter realizzare rapidamente interventi urgenti derogando alle procedure ordinarie. “La Regione ritiene che già da ora si possano realizzare alcuni interventi ma che comunque si abbia bisogno dei poteri speciali per realizzare quelli strategici e risolutivi - spiega l'assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda -. Le norme vigenti impongono che, per richiedere lo stato di emergenza, servano relazioni tecniche che acquisiremo in questi giorni in modo che martedì prossimo la Giunta chieda al governo la dichiarazione dello stato di emergenza per queste aree”.

Gli interventi da realizzare. Sono quattro gli interventi principali di cui la Regione si farà carico: migliorare le prese d'acqua nei bacini; riattivare o attivare la connessione fra i bacini per creare ridondanza, ovvero avere la possibilità di attingere da altri bacini; intervenire sui potabilizzatori; ripristinare i pozzi esistenti abbandonati. Nei prossimi 20 giorni gli interventi saranno pianificati. "Abbiamo già comunicato tutta la situazione alla Protezione Civile - conclude Maninchedda - Ci stiamo muovendo con il giusto anticipo per evitare di arrivare impreparati a una eventuale situazione critica come è successo a Messina. Per superare questa nuova emergenza, che si ripresenta ogni anno in Sardegna in questo periodo, siamo pronti a rimodulare tutte le risorse necessarie".